venerdì 30 agosto 2013

una modesta proposta

fratelli d'italia, diciamolo, ha fatto il suo tempo. un inno nazionale - ma anche quello di una squadra di calcio - deve avere certe caratteristiche: musica e testo devono rappresentare con fedeltà l'idea di sé che si vuole comunicare. per esempio, la grandeur francese si intuisce fin dalle prime note de la marseillaise; l'ottusa pomposità epica degli americani è tutta nelle note di the star-spangled banner; ogni svedese porta nel cuore l'amore per la sua pacifica terra quando intona du gamla, du fria. e gli italiani? ma chi più si può riconoscere in un inno politico nato sull'onda del bellicoso entusiasmo risorgimentale, oggi che l'unità d'italia è poco più che una barzelletta e ci prendono per il culo a sangue senza che a nessuno venga in mente anche solo di alzare una mano per dire "non son mica tanto d'accordo"?

cambiamolo.

e siccome non sono del tutto senza speranza, voglio immaginare un'italia (o quel che sarà) i cui cittadini si mettono finalmente all'opera per una forma di riscossa, fosse anche non violenta, ma che porti con sé il gesto, lo stigma che indica a tutti da che parte stanno i giusti e da quale gli empi: di qua noi, che lavoriamo con serietà e competenza per il bene comune; di là gli esecrandi, che pensano solo al benessere personale e fanno solo danni.

e, in faccia, il marchio dell'esecrazione. tutti in piedi e mano sul cuore:


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