venerdì 11 febbraio 2011

parole d'imperio

3. cosa, come.

Minerva continua a pensare, per esempio, che il sesso sia meraviglioso (...) se è eros.
(...)
E, scostandoci dal discorso erotico, (...) io vorrei poter essere persona tra persone, non avere nessun ruolo oppure avere tutti i ruoli possibilmente contemplabili con gli interlocutori con i quali mi accompagno per condividere momenti delle nostre vite.
(...)
E vorrei infine (...) cominciare con il riappropriarmi di parole che poteri perversi hanno declinato a finalità in aperta antitesi a ciò che esprimevano in precedenza.

non sarà semplice spiegare in che modo io veda questi tre passaggi in strettissima correlazione tra loro. io leggo queste parole e per me la cosa salta agli occhi con un'evidenza lapalissiana, ma capisco che non per tutti possa essere così. soprattutto perché io vedo in esse un punto di partenza per quel progetto politico di cui vaneggiavo poc'anzi. mi vengono in soccorso di nuovo le parole di minerva:

Forse già solo questo – affermare la nostra presenza, in questa società in crisi, come presenza consapevole, riflessiva, e segnata dall’intenzione, dal desiderio, dalla tensione verso un certo nostro immaginario – potrebbe essere ‘rivoluzionario’.

ma non credo nemmeno ci sia da fare una rivoluzione: casomai, c'è da invertire una tendenza, cosa che richiede uno sforzo e tempi sicuramente maggiori, ma che altrettanto sicuramente dà risultati più duraturi: raggiungere una consapevolezza e rinunciare a parteciparne gli altri è come non averla raggiunta: non serve nemmeno a se stessi, perché comunque ci si sentirà diversi, alieni, soli. e chi si isola dal resto del mondo condanna se stesso al fallimento, come nel racconto della nascita del giullare nel mistero buffo: il contadino ha sbagliato nel non condividere la terra con gli altri, perché è solo con l'aiuto degli altri che avrebbe tenuto a distanza il padrone. da solo, deve chinare il capo davanti alla prepotenza e al ricatto.

(che poi, forse, se alla gente gli fai degli esempi concreti e validi, magari manco s'accorgono che gli stai parlando di comunismo. che non è una parolaccia, né tanto meno un insulto. ma questa è ancora un'altra storia).

per quanto mi riguarda, non starò più zitto.

3 commenti:

  1. E fai bene a non stare più zitto. Stra-contenta di ciò che hai fatto, e ho letto tutta la tua analisi al mio post. In più siamo a dire di 'no', mantenendo un atteggiamento comunque di ascolto e confronto reciproco al fine di provare a stare tutti bene, più - pur nella difficoltà di trovare un accordo - potremo recuperare le nostre vite che ci stanno sottraendo. E' impegnativo, durissimo, sfiancante e non è detto che ce la faremo, ma se non lo facciamo sarà la vittoria a tavolino di tutto ciò che ci sta uccidendo il soffio vitale.

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  2. Evviva: bentornato!!!
    Grazie mille per il commento, CIAO!!! :-D

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  3. Grazie mille anche per il commento di oggi :-D

    CIAO!!!

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Commenti chiusi.

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