venerdì 11 febbraio 2011

uno alla volta (la carne al fuoco è tanta)

1. le premesse

Minerva, in effetti, è disgustata per l’incoerenza tra il dire e il fare, infastidita per l’ignoranza, l’incompetenza e la volgarità assurte a valori positivi e premesse ineluttabili alla carriera politica, e infine indignata per la retribuzione di tutti costoro con i soldi di noi cittadini.

ma allarghiamo il campo di osservazione: ignoranza, incompetenza e volgarità allignano a tutti i livelli e non sono soltanto premesse ineluttabili alla carriera politica: vorrei aggiungere anche che insensibilità e capacità critiche ridotte ai minimi termini sono ormai diventate qualità ritenute insostituibili per qualsiasi successo, in qualsiasi campo, dalla vita pubblica a quella lavorativa, giù giù fin nelle ultime pieghe di un rapporto privato.

personalmente, ho la convinzione che il valore di una persona non si misuri in euro, e nemmeno in termini di successo sociale. apprezzo e amo invece chi sa vedere la bellezza, con ciò mostrando la sua sensibilità - probabilmente perché sapere della sua esistenza mi distoglie da quell'atteggiamento riassunto nelle due righe di una commentatrice al post di minerva: "Mi sento assediata da valanghe di cacca, non apro a chi non conosco, non accetto caramelle, filtro le telefonate e il tasto mute del telecomando è il mio migliore amico.
Non è facile vivere sotto assedio, al mattino allo specchio faccio sgroarr ma anche oh cazzo un altro giorno. Passerà".

allora, non voglio stare a ribadire contro cosa sono, anche se certamente è utile a ciascuno saperlo, ma voglio dire con la massima forza possibile per cosa sono, quali sono quelli che io ritengo i valori a cui deve essere informata la vita delle persone, perché sia davvero migliore e non solo ripiena di gadgets e di apps.

abbiamo bisogno di un'etica diversa, se necessario di tornare anche sui nostri passi, a riprenderci là dove ci eravamo abbandonati, e proseguire un cammino che volgarità e opportunismo, assurti a valori assoluti, avevano interrotto. virtù, bellezza, verità e bontà non sono oggetti di antiquariato, sono parole che vanno riempite dai nostri concetti.

1 commento:

  1. "Meglio depressi che stronzi del tipo “Me ne fotto” , perché non dicono “Io mi interesso”?
    che si inculino un cipresso, dunque"
    Maestro Caparezza.

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