se dovessi scegliere una e una sola canzone da salvare tra tutte quelle mai composte, d'istinto sceglierei
lover, you should've come over di jeff buckley. la razionalità, o un ragionamento più accurato, probabilmente sceglierebbero diversamente; ma questa è la scelta della mia pancia. ma anche un po' del cervello.
lover è esagerata. è ridondante. da un punto di vista compositivo, è impeccabile: musica e testo si sposano perfettamente, non c'è un verso a cui manchi o ecceda una sola sillaba; l'interpretazione è accorata, ma non patetica. soprattutto, jeff è
credibile nel cantarla. ma andiamo ai dettagli.
tempo lento di 3/4, che già mi piace a prescindere. il 3/4 (per intenderci, lo stesso ritmo del valzer) ti culla e ti esalta insieme - pur essendo un tempo dispari è ballabile come pochi; tonalità di re maggiore, nell'arrangiamento predominanza di chitarre. organetto paraculo nell'introduzione, nella versione in studio, e passi; poi, si comincia sul serio.
Looking out the door I see the rain fall upon the funeral mourners
Parading in a wake of sad relations as their shoes fill up with water
And maybe i'm too young to keep good love from going wrong
But tonight you're on my mind so you never know
e insomma, qualcosa è andato storto e tutta la malinconia della cosa ci arriva addosso da subito, ci avvolge come un telo umido.
tristezza tutto intorno. per soprammercato, fuori piove e c'è un funerale (e che cazzo). quel che è successo, sarà pure colpa mia che sono un giovane scavezzacollo, ma non posso lo stesso fare a meno di pensare a te.
Broken down and hungry for your love but no way to feed it
Where are you tonight, child you know how much i need it
Too young to hold on and too old to just break free and run
l'irrimediabilità, la sensazione che nulla di ciò che posso fare sia utile a ricomporre i cocci di una situzione. ma ti penso, cazzo, se ti penso. anche se è colpa mia, di come son fatto a cazzo di cane: son troppo giovane per avere l'esperienza che mi sarebbe necessaria, ma troppo vecchio per fregarmene semplicemente.
fin qua, la musica si tiene bassa, malinconica. ma un fa#7 introduce una svolta, melodica e anche di intento, soprattutto di umore:
Sometimes a man gets carried away, when he feels like he should be having his fun
And much too blind to see the damage he's done
Sometimes a man must awake to find that really, he has no-one
cazzo no, non è solo colpa mia, ci sono state circostanze che mi hanno portato ad agire come ho agito e poi cazzo, dai, era solo divertimento, non ho pensato che potevo farti davvero male, e adesso sono solo, me ne accorgo solo adesso.
So I'll wait for you... and I'll burn
Will I ever see your sweet return
Oh will I ever learn
Oh lover, you should've come over
'cause it's not too late
e siccome ci credo davvero, ci spero anche, che tu ritorni. torna, dai, amante mia, dovresti tornare. non è tardi, non è tardi.
in questo passaggio, è molto pregevole questa scala di accordi che usa buckley, inusuali gli accordi ma molto ben scelti. il mio insegnante diceva che ogni chitarrista è un po' un arrangiatore in piccolo, potendo scegliere diverse posizioni per la stessa nota, e quindi differenti effetti sonori, differenti
voicings. e buckley padroneggia la cosa in maniera magistrale.
Lonely is the room, the bed is made, the open window lets the rain in
Burning in the corner is the only one who dreams he had you with him
My body turns and yearns for a sleep that won't ever come
torniamo alla malinconia, sia in musica che nelle parole, di nuovo la solitudine della cameretta, accentuata dalla pioggia che entra dalla finestra lasciata aperta; e il sonno che tarda ad arrivare, anzi, forse non arriverà affatto.
la melodia qui ha un'impennata: armonicamente, gli accordi sono gli stessi della parte malinconica, ma l'intensità cresce, insieme all'altezza della melodia. e siamo al momento topico della canzone, quello che giustifica tutto il resto:
It's never over, my kingdom for a kiss upon her shoulder
It's never over, all my riches for her smiles when i slept so soft against her
It's never over, all my blood for the sweetness of her laughter
It's never over, she's the tear that hangs inside my song forever
non è mai davvero finita, non può essere finita, non finché il mio sentimento è così potente, così disperato, così disposto a tutto:
il mio regno per un cavallo, implorava riccardo iii;
tutto il mio sangue per la sua dolce risata, implora jeff. a questo punto, se avessi conosciuto personalmente la tizia, l'avrei perlomeno guardata con riprovazione.
Well maybe I'm just too young
To keep good love from going wrong
Oh.... lover, you should've come over
'cause it's not too late
Well I feel too young to hold on
And I'm much too old to break free and run
Too deaf, dumb, and blind to see the damage I've done
Sweet lover, you should've come over
sì, sì, son troppo giovane, ovvero troppo vecchio, e tutto quel che vuoi, anche cieco, sordo e muto. è colpa mia, se così preferisci. ma torna. non è tardi, non è troppo tardi.
è ormai un turbine di emozione, la preghiera diventa implorazione, supplica. l'arrangiamento è al suo pieno, la sequenza di accordi implacabile, la chitarra ha la forza di un'intera sezione di archi, la voce viene lanciata verso registri disumani, pur rimanendo sotto un controllo ferreo, con il drammatico vibrato, tipico di jeff. eppure riesce a rimanere - seppur di poco - entro le righe, a non sconfinare nella caricatura di se stesso. è passione allo stato puro, non vi è traccia di raziocinio in nulla di ciò che dice, che fa, che canta. è per quello che gli credi: non ti sta facendo gli occhioni da gattino bagnato, egli
è un gattino bagnato.
e tu che non lo raccogli e non te lo porti a casa, sei senza cuore. vergogna.
hats off: