martedì 23 marzo 2010

parole

I’m traveling in some vehicle
I’m sitting in some cafe
A defector from the petty wars
That shell shock love away

viaggio con qualche mezzo, sto seduta in qualche bar. dove e come vado se vado, dove mi fermo se mi fermo, dopotutto è irrilevante. sono un disertore delle guerre meschine, quelle che fanno male all'amore, che lo fanno esplodere, lo dilaniano.

There’s comfort in melancholy
When there’s no need to explain
It’s just as natural as the weather
In this moody sky today

la malinconia è confortante: te la canti e te la suoni, e non c'è bisogno di spiegare niente a nessuno perché perlopiù non è condivisibile. stai chiusa, sì, ma questo è il momento della chiusura. non ci si stupisce poi troppo che il cielo sia capriccioso, per esempio.

In our possessive coupling
So much could not be expressed
So now i’m returning to myself
These things that you and i suppressed

tu ed io eravamo così intimamente legati, quasi ossessionati, fino ad arrivare a perdere la voglia stessa di esprimere cose diverse da quello che eravamo - ma il risultato era inferiore alla somma delle singole parti, peccato. e così adesso mi riapproprio di tutto quel che avevo lasciato indietro, fin le cose stupide di cui pensavo che avrei potuto fare a meno.

I see something of myself in everyone
Just at this moment of the world
As snow gathers like bolts of lace
Waltzing on a ballroom girl

e vedo tanta gente che mi somiglia. o sono io che somiglio a loro? tutto compone un disegno, come un immenso puzzle, come ogni singolo fiocco che cade alla fine compone un paesaggio, un merletto fine come quello del pizzo del vestito della ballerina (nella versione dal vivo in shadows and lights, la ballerina diventa una sposa, aggiungendo malinconia all'immagine).

You know it never has been easy
Whether you do or you do not resign
Whether you travel the breadth of extremities
Or stick to some straighter line

e comunque, facile non è stato mai. né se passi da un estremo all'altro, né se ti attieni a un comportamento più lineare. ma dopotutto, nemmeno se rinunci a giocare. perché tanto sai che c'è un gioco da giocare, e se rinunci non sai come sarebbe potuta andare.

Now here’s a man and a woman sitting on a rock
They’re either going to thaw out or freeze
Listen…
Strains of benny goodman
Coming thru’ the snow and the pinewood trees

guarda quei due, seduti là, per dire. l'immagine è poetica, aiutata anche da queste note di clarinetto, tra la neve e i pini: qualcuno che riecheggia benny goodman. ma che ne possiamo sapere di cosa accadrà tra loro, tra un attimo? potrebbero cadere vittime del desiderio, ma allo stesso modo repentino, una sola parola sbagliata potrebbe far cadere il gelo tra di loro.

I’m porous with travel fever
But you know i’m so glad to be on my own
Still somehow the slightest touch of a stranger
Can set up trembling in my bones

e anche io, non so mai decidermi tra una cosa e il suo opposto: mi piace viaggiare, per esempio, ma mi piace anche star da sola. ma perché mai dovrei decidermi per l'una o per l'altra cosa? eppure, non so spiegare come, capita alla fine che lo sguardo di uno sconosciuto mi faccia venire i brividi, mi faccia tremare le ginocchia, e tutto passa in secondo piano.

I know – no one’s going to show me everything
We all come and go unknown
Each so deep and superficial
Between the forceps and the stone

come se poi non sapessi che lo sconosciuto, alla fin della fiera, tale rimane. per quanti bei discorsi possiamo fare, non arriviamo mai a conoscere l'essenza dell'altro. siamo tanto profondi eppure tanto superficiali, per tutta la durata della nostra porca vita.

Well i looked at the granite markers
Those tribute to finality – to eternity
And then i looked at myself here
Chicken scratching for my immortality

e io, qui, adesso, che sto a fare? scrivo quattro versi per vomitare l'acido dell'anima, ho un pubblico un po' più vasto di una poetessa del village perché ho un contratto con una major, ma tutti questi che mi ascoltano lo capiranno? o ciascuno capirà quel che gli pare? scolpisci una frase nel granito, quella è, quella rimane. le mie parole non rimarranno vive che per poco, giusto il tempo che mi ricorderò anche io del loro preciso significato, poi andranno perdute. inutile che mi illuda del contrario.

In the church they light the candles
And the wax rolls down like tears
There’s the hope and the hopelessness
I’ve witnessed thirty years

qualcuno, perlomeno, ha una fede in cui rifugiarsi. quasi quasi li invidio. non che anche loro non siano infelici, ma almeno hanno una speranza, anche se pensano che dopotutto non dipende da loro. triste destino, quello di sentirsi comunque responsabile per sé e il proprio destino, specialmente quando va male. speranza e disperazione, è un'altalena che dura da trent'anni.

We’re only particles of change i know, i know
Orbiting around the sun
But how can i have that point of view
When i’m always bound and tied to someone

il mondo va avanti con e senza di me, lo so. ma adesso questa consapevolezza non mi è di alcuna consolazione. mi piace legare il mio destino a quello di un altro, mi piace essere una protagonista, non riesco a sentirmi parte di qualcosa di cui non posso avere il controllo.

White flags of winter chimneys
Waving truce against the moon
In the mirrors of a modern bank
from the window of a hotel room

e così me ne vado un'altra volta, fuggo da quello che non mi piace, non mi soddisfa, non mi fa bene. vedo qualcosa e ne faccio poesia, è quel che so fare meglio: ci riesco anche con i riflessi su queste vetrate infernali, anche da questa anonima camera d'albergo. è mio, sono io.

I’m traveling in some vehicle
I’m sitting in some cafe
A defector from the petty wars
Until love sucks me back that way

vado, non vado. mi fermo, non mi fermo. se vado, come vado, se mi fermo, sono solo affari miei. via dalle meschinità. almeno finché l'amore non mi risucchierà indietro.

(joni mitchell, hejira)

8 commenti:

  1. Ma che bello!

    Grazie mille per il commento, CIAO!!! :-D

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  2. My name is Luca

    I live on the second floor

    I live upstairs from you

    Yes I think you've seen me before

    If you hear something late at night

    Some kind of trouble, some kind of fight

    Just don't ask me what it was

    Just don't ask me what it was

    Just don't ask me what it was



    I think it's because I'm clumsy

    I try not to talk too loud

    Maybe it's because I'm crazy

    I try not to act too proud

    They only hit you until you cry

    And after that you don't ask why

    You just don't argue anymore

    You just don't argue anymore

    You just don't argue anymore



    Yes I think I'm OK

    I walked into the door again

    Well, if you ask that's what I'll say

    And it's not your business anyway

    I guess I'd like to be alone

    With nothing broken, nothing thrown

    Just don't ask me how I am

    Just don't ask me how I am

    Just don't ask me how I am


    boh, mi è tornata in mente...

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  3. fermo restando che ognuno scrive quel che gli pare, posso dire che nella fattispecie c'entra come i cavoli a merenda?

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  4. Il bello di certe parole, sta spesso nel non essere pronunciate.

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  5. fermo restando che ognuno scrive quel che gli pare, posso dire ma che due coglioni?

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  6. Nervosetto? Non credevo fosse necessaria una traduzione, ma mi rendo conto, che l'esser fraintesi è qualcosa di davvero irritante. Le parole di cui parlo, sono quelle provocate dalla lettura di questo brano. Tanto bello, da non meritare commento. Insomma in sintesi dovvero bello, che è più bello non dire nulla. Meglio ora?

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  7. sì, meglio così. prima si capiva tutt'altro. sono tranquillissimo, ma come dici tu, essere fraintesi è davvero irritante.

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  8. ma io la so, la storia dei cavoli a merenda. che ci vuoi fare? so' così! :-)

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Commenti chiusi.

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