è/era il compleanno di luchino visconti, di gigi proietti, di stephanie powers, di keith emerson e probabilmente di altri, ma vattelapesca.
succede invece che rivedi il riccio e scopri che le sensazioni che ne hai ricavato allora sono rimaste immutate dopo quasi un anno: la sensazione della perdita, su tutte.
la perdita di un'innocenza di cui non riesci a ricordare la data esatta - quand'è che hai smesso di essere un ragazzino spocchioso circondato da gente mediocre, che voleva soltanto attirare l'attenzione di qualcuno capace di fargli da guida, per diventare un adulto spocchioso altrettanto smarrito ma molto meno credibile? probabilmente nello stesso momento in cui l'umiltà di riconoscere la grandezza dei maîtres à penser del passato si è trasformata nell'arroganza di credere che nessun altro sarebbe stato in grado di insegnarti qualcosa.
ma sopra tutto questo regna l'urgenza - puntualmente disattesa - di sfrondare, di togliere il superfluo e di assumere un atteggiamento più zen, più elegantemente rigoroso, consapevolmente autorevole. ma de che?
non sei più paloma, non hai ancora raggiunto l'eleganza di renée e non possiederai mai il rigore di kakuro.
occhei. a capo.