giovedì 31 dicembre 2009

the accidental redemptor

- no, perché non è stata la prima volta. anche la mia ex moglie, per dirne una, era una che chiudeva la discoteca lei e poi poco dopo sposata mi si è impantofolata. ma chi glielo ha chiesto?? o è una sfiga mia, che conosco tutte donne a fine carriera...?

- strano destino, ti si redimono tutte non appena si mettono con te. un redentore involontario.

(risate)

gonna have a party. all night long.

bambini, cercate di non fare niente che vi possa causare un malanno entro domani. e comunque non me ne frega un biip, anche con la febbre domani sera venite alla festa con me, anche magari per un'ora sola ma biip ci voglio andare. perché sono dieci anni che vado solo a feste di capodanno con famiglie e bambini e mi sono rotta il biip.

e mi guardi e mi domandi: no?

e io pensavo: oh, benvenuta al club. ci hai messo dieci anni, ma hai capito che una vita fatta solo di lavoro e frequentazione di altre coppie con bambini è una stragrande rottura di biip. c'è speranza di poter riscrivere l'enciclica de separationis causa. magari tra altri dieci anni.



a tutti gli altri, passate una biip di notte di capodanno come dyo comanda.

martedì 29 dicembre 2009

pensavo

a un sacco di cose.

per esempio, che è molto meglio prendersi le ferie quando le prende anche qualcun altro, tipo che ne so, un amico. ma che meglio ancora sarebbe prendersi le ferie (anche senza avere compagnia) ma nello stesso frattempo non dover traslocare.

poi pensavo che l'inverno fa schifo, e chi mi conosce sa che lo penso da sempre.

e poi pensavo che comunicare è un'arte sottile, e non è alla portata di tutti. cioè, si può comunicare anche in maniera grossolana, pizzicando le corde che fanno vibrare le emozioni più basse, come fanno berlusconi o bossi o borghezio, ma mi piace pensare di avere emozioni un po' meno facili, e mi illudo che anche chi ha a che fare con me viaggi su una lunghezza d'onda superiore.

le parole sono un'arma letale e preziosa allo stesso tempo. pensate a un katana fabbricato da un artigiano rinomato. in mano a un guerriero esperto, può essere letale anche senza sguainarlo.

altri preferiscono sparare a mitraglia. a ciascuno il suo stile.

lunedì 28 dicembre 2009

oggi 28 dicembre

non ho niente da dire, ma volevo fare un altro post.

potrei aggiungere che in ferie si sta proprio bene, sissì ;-)

sabato 26 dicembre 2009

this is a public service announcement. with guitar.

mia moglie è quasi incinta.

a causa di problemi di sicurezza, la pausa pranzo è stata ridotta a quattro minuti.

oggi, milioni di sconti su cose di cui non avrete mai bisogno.

se proprio dovete perdervi in un videogame, suggerisco rabbids go home per nintendo wii. demenziale e surreale nelle sue trovate, a tratti allucinato. nella colonna sonora spiccano somebody to love dei jefferson airplane e altre chicche lisergiche anzichenò, che inframezzano una colonna sonora klezmer che spacca.

oggi va così, e faccio un augurio sincero a tutti gli stefano, compresi quelli che non lo fanno apposta, e rivolgo una prece a pratesi e biellesi a cui si vede che gli puzzava un giorno di festa infrasettimanale in più.

baci a tutti gli altri.

venerdì 25 dicembre 2009

l'ovvio che a volte sfugge (perché qualcuno è vivo anche a natale)

Quello che Tyler aveva creato era l'ombra di una mano gigante. Ora le dita erano da Nosferatu, tanto erano lunghe, e il pollice era troppo corto, ma lui mi ha spiegato come alle quattro e mezzo in punto la mano era perfetta. L'ombra di una mano gigante era perfetta per un solo minuto e per un minuto perfetto Tyler si era seduto nel palmo di una perfezione che lui stesso aveva creato.
Ti svegli e non sei da nessuna parte.
Un minuto era abbastanza, ha detto Tyler, c'era da lavorare duro per ottenerlo, ma un minuto di perfezione valeva la fatica. Un momento era il massimo che ci si poteva aspettare dalla perfezione.

(chuck palahniuk, fight club)

mercoledì 23 dicembre 2009

santa banana!

da quando l'ho visto non smetto di ridere.

ma stamattina non balliamo?

dannata festa delle medie

chi c'è passato la riconosce, l'atmosfera della festa delle medie degli anni '70: è precisa, con tutto il relativo apparecchiamento. chi non aveva un amico sfigato che faceva judo? e del gioco della bottiglia, ne vogliamo parlare? puro mito.

ma quello che mi piace di più della canzone è il finale. forza panino ripetuto all'infinito, con bordone di basso e accordi che si muovono in cerchio, assolo di chitarra e dinamica spinta al massimo. dal vivo, dura finché la gente sotto al palco ha forza per gridare forza panino. e a me vengono i brividi, quelli che salgono su per la schiena e avvolgono tutto il cranio, e poi riscendono per le braccia.

è più forte di me.

for-za panii-no!!!

vedere.

martedì 22 dicembre 2009

non si fa



perché uno lo sa, che in qualche parte del mondo è estate; anzi, che ci sono posti del mondo dove più o meno è sempre estate. ma sbattertelo in faccia così, non si fa.

ecco.

l'internet ai tempi del condominio

un paio di anni fa, abitavo in un condominio di vedove. un palazzo di tredici appartamenti costruito alla fine dei '50 da una cooperativa costituita da impiegati di uno stesso ente, tra cui mio padre: famiglie che, invecchiando, si sono via via ridotte a nuclei individuali, nella stragrande maggioranza vedove, appunto.

dopo cinquant'anni passati nello stesso posto, è inevitabile che ci si conosca tutti da vicino e che ci si frequenti. nella bella stagione, le vedove si ritrovavano sulla panchina messa nel piazzale condominiale; nella cattiva stagione, vuoi la pigrizia, vuoi gli acciacchi, non uscivano nemmeno per rendersi reciprocamente visita; e poi dopo una certa età non si è poi così disposti ad accogliere un estraneo nell'intimità del proprio appartamento. il telefono è caro e che si fa? qualcuna aveva scoperto che sollevando contemporaneamente la cornetta del citofono, si poteva serenamente chiacchierare gratis anche in più di due. c'era, sì, la controindicazione che chiunque, appostato fuori dal portone di ingresso, poteva ascoltare i discorsi altrui, ma chi vuoi che venga al condominio delle vedove, se non qualche figlio distratto e qualche nipote svogliato?

il social networking alle vedove je fa 'na pippa.

lunedì 21 dicembre 2009

lucido

mi ritrovo a citare massimo gramellini, che ultimamente mi pare una delle poche teste ancora pensanti e contemporaneamente esenti da faziosità di qualsiasi sorta. il vizio di fondo che ravvede negli italiani è sempre quello di volerci considerare facenti parte di fazioni, appunto, piuttosto che di associazioni, o partiti, o società. men che meno di una società.

ma ce n'è un altro, di italico vizio, che probabilmente discende dal primo in maniera diretta, figlio com'è del desiderio e della tendenza ad appartenere a un branco piuttosto che a una società organizzata. e il suo commento di sabato lo descrive perfettamente.

aggiungo solo che il capobranco spiaggiato per me è un'immagine piena di consolazione e di speranza.

delirio

a proposito di deliri, sto qui accanto al collega che sta questionando al telefono con uno studente che evidentemente cerca di trovare ammenda a una cazzata che ha fatto argomentando "io non lo sapevo". il collega gli ha risposto: "e allora pure io ammazzo qualcuno e poi mi difendo dicendo: e mica io lo sapevo, che era omicidio!"

le menti migliori della mia generazione, sprecate nel pubblico impiego.

pace all'anima sua...

...ma quanto era arraposa in 8 mile? me la sarei fatta pure io, in quel modo, nel magazzino.

requiescat in pace.

mai un giorno nuvoloso

che a tutta prima ti viene da domandarti: non gli sarà piaciuto lavarsi? o è un inneggiare all'alcolismo? vattelapesca, avranno avuto i loro motivi. ma poi accendi lo stereo e smetti di farti domande del cazzo.

la sequenza iniziale è impressionante: in the stone, september, let your feelings show, let's groove, e anche se le successive sun goddess e can't hide love sono più tranquille, regalano comunque picchi di esaltazione, per poi darti la tegolata finale con boogie wonderland. e vivaddio fanno un momento di pausa.

gli earth wind and fire dal vivo erano uno spettacolo totale, una dozzina di persone che saltano e ballano sul palco dall'inizio alla fine, vestiti in maniera improbabile e magari anche un po' pacchiana, ma che inequivocabilmente ti dimostravano che la festa era là, in un mix perfetto di tecnica e voglia di divertirsi. perché un musicista scarso, là in mezzo, non c'era, anche se magari emergeva poco, giudicando con i criteri soliti e parziali di chi giudica un musicista in base alla sua tecnica individuale. ma earth wind and fire funzionava perché era un amalgama perfetto di musicisti dotatissimi votati alla causa della canzone perfetta, perfettamente suonata e perfettamente arrangiata. si ascoltino gli stacchi dei fiati, che si inventano ogni volta un accento diverso e sorprendente - nel senso che non ti aspetteresti di trovarlo proprio là - si ascoltino gli stacchi di raccordo tra un pezzo e un altro, come sono armoniosi pur legando brani diversi nel tempo e nella tonalità; si ascolti la millimetrica perfezione degli unisono collettivi, si ascolti la metronomica implacabilità della batteria. e se proprio non volete, ascoltate alcune delle canzoni più belle (o perlomeno meglio composte e arrangiate) mai scritte e ballatele con gioia, ignorando serenamente che se son belle e ben fatte non è per caso, ma per volontà.

e se rinasco voglio fare il chitarrista degli earth wind & fire.

venerdì 18 dicembre 2009

cose che mettono di buonumore

che ci volete fare, il genio è genio.

You are the sunshine of my life,
That's why I'll always be around.
You are the apple of my eye,
Forever you'll stay in my heart.

ascoltare questa canzone metterebbe di buonumore pure uno zombie der monno cantaro guidato dal moog del guardiano del faro. poi magari ci si potrebbe riflettere sopra che sarebbe pure carino avere qualcuno/a a cui dedicare parole simili, ma invece no e sai che c'è? che va anche bene così.

auguro un buon fine settimana a chicche e a sia, compresi gli sculati che da domani sono in ferie e tornano l'11 gennaio.

giovedì 17 dicembre 2009

analisi lucide

Nota dell’Ufficio di Presidenza del Pdl: “C’è la necessità che la democrazia in Italia possa avvalersi di un patto democratico tra le maggiori forze politiche che segni chiaramente i confini della normale dialettica politica, pur a volte anche aspra, e apra una stagione nuova in cui una legittimazione reciproca tra le forze politiche conduca ad un abbandono di ogni scorciatoia giudiziaria, premessa indispensabile per una stagione di riforme costituzionali da lungo tempo attese, dalla giustizia alla forma di governo”

traduzione: “Ora che abbiamo risolto lo stretto immediato approvando la finanziaria col voto di fiducia, c’è la necessità di non perdere altro tempo prezioso e tornare subito al dunque, cioè ai problemi di Berlusconi con la giustizia. Bisogna approfittare dell’unanimismo pietistico che siamo riusciti a creare intorno alla figura del premier e mettere all’angolo il Pd per l’ennesima e forse ultima, definitiva volta. Il Pd ha detto di volere la mozione condivisa sulle riforme utili per il paese sapendo benissimo che noi queste riforme non abbiamo nessuna intenzione di farle. Il Pd ha avallato l’operazione mediatica con la quale abbiamo trasformato Berlusconi da vittima di uno squilibrato solitario a martire di un’immaginaria campagna d’odio sapendo benissimo che questa è una spudorata manipolazione dei fatti. Ehi, ha addirittura isolato Rosy Bindi che trovava tutto ciò assurdo e tentava di fare discorsi secondo ragione, dandoci così la possibilità di identificare immediatamente nel Pd un fronte assimilabile al presunto estremismo dell’Idv! A questo punto dobbiamo solo sciogliere il gioco e tirare le fila ponendo la nostra condizione, quella di sempre: salvare Berlusconi dai processi. Il Pd la rifiuterà e così noi potremo accusarlo automaticamente di rinfocolare l’odio, di destabilizzare il paese e di volere praticamente la morte di Berlusconi, innestando una conseguente escalation della crisi istituzionale dagli esiti imprevedibili. Può sembrarvi spaventoso ed in effetti è proprio quello che vogliamo che sembri, perché, nonostante tutto, non è quello che più ci conviene. In questo caso infatti si potrebbe creare un ampio fronte politico messo su apposta per impedirci di sfasciare lo stato di diritto. Noi in realtà puntiamo a una seconda possibilità, quella che la logica razionale escluderebbe, ma non la paradossale, masochistica, logica veltroniana che ormai costituisce la cifra peculiare del Pd: spaventati dalla prima possibilità e incapaci di accettare il loro fallimento politico, quelli del Pd cincischieranno per un po’, facendo finta di non capire e dicendosi disposti a discutere nel merito le nostre generiche proposte, poi, lambiccandosi con mille distinguo e lacerandosi con mille polemiche interne, cominceranno a collaborare, e infine ci faranno fare quello che vogliamo. Noi gli daremo l’illusione di rinunciare a qualcosa per favorire il compromesso e di apprezzare il loro senso di responsabilità per aver voluto riportare la tranquillità nel paese evitando l’escalation della crisi istituzionale. E loro se ne vanteranno addirittura. E noi, a questo punto, li lasceremo fare, non avremo più bisogno di ribaltare tutto e prendercene il merito, perché ormai non avremo più nessun partito d’opposizione di cui preoccuparci. (Marco Ferrara, dal blog di daniele luttazzi)

mercoledì 16 dicembre 2009

nemici

stamattina leggevo il mio adorato gramellini sul web e una frase in particolare mi ha fatto riflettere su una cosa. la frase è questa: Ciascuno di noi ha il suo Griffith che lo ha fatto penare sul ring della vita. (...) Finché un giorno scopriamo che il rivale è la parte di un tutto che senza di lui ci impedirebbe di essere noi, come il buio non esisterebbe senza la luce.

il concetto non è nuovo, e ha pure illustri trattazioni in letteratura e cinematografia, ma pensavo: e quando nemici non ne hai, ovvero ne hai, ma sono occulti? quando il solo nemico che hai è te stesso, le tue resistenze interiori, i comportamenti che hai tanto bene assimilato da non accorgerti più che altro non sono che la proiezione delle aspettative che altri hanno (avuto) su di te?

ci vuole un grande sforzo di volontà per combattere contro se stessi, contro l'indolenza condita di alibi, contro l'assuefazione a una medietà/mediocrità che non avvantaggia nessuno, a parte quelli che hanno messo il cervello all'ammasso e aspettano anche il tuo, e coloro che favoriscono e prosperano su tali ammassamenti.

favoreggiatori di ammassi cerebrali. su rieducational channel.

lunedì 14 dicembre 2009

bambinate

ho due bambini, un maschio di 10 anni e una femmina di 8. si adorano reciprocamente, e reciprocamente si detestano, come è normale. non si comprendono a vicenda: il maschio è troppo maschio e la femmina è troppo femmina, non riescono a giocare insieme; anche quando riescono a fare lo stesso gioco, lo fanno con intenti diversi e la cosa non può che sfociare in una qualche forma di conflitto. a quel punto, non è importante sapere chi ha cominciato, c'è una incompatibilità viscerale, un vizio di fondo che rende impossibile la comunicazione, per il semplice motivo che - alla loro età - non è possibile nemmeno per un minuto smettere di essere lei femmina e lui maschio e giungere ad un compromesso onorevole: finisce invariabilmente che si picchiano.

si picchiano perché costretti a convivere: se potessero scegliere, probabilmente non vivrebbero insieme, sicuramente crescendo non lo faranno, e quando si ritroveranno insieme saranno felicissimi di poterlo fare, e godranno anche delle loro diversità.

e se sceglieranno di fare qualcosa insieme, dovranno rendersi conto che, per la buona riuscita del progetto, dovranno abbandonare entrambi la loro visione personale della questione, per accogliere l'idea che il loro progetto vive di vita propria, che prescinde dalle volontà dei singoli, ma che ha bisogno comunque delle energie di entrambi per sopravvivere.

la convivenza è rinuncia, in ogni ambito. rinuncia e sacrificio. e non tutti siamo portati per il sacrificio, ma a volte alla convivenza siamo costretti. ampliando l'orizzonte oltre le coppie (di coniugi o di fratelli), la cosa si applica a qualsiasi ambito: matrimonio, società di interessi, gestione della cosa pubblica. c'è una nazione da gestire, sessanta milioni di persone a cui (tutte!!) bisogna dare delle risposte valide, un incentivo per rimanere in questo paese, un motivo per essere orgogliosi di appartenervi, per sentirsi cittadini e non sudditi. finché ogni parte continuerà a perseguire gli interessi di pochi - in un caso, di uno soltanto! - l'unico finale possibile è che qualcuno picchia qualcun altro.

e il problema rimane, fino alla prossima scaramuccia.

giovedì 10 dicembre 2009

per esempio

ci sarebbe da dire che è sempre bello lasciare gli amici e ritrovarli proprio così come li avevi lasciati, e siccome tu nel frattempo sei cambiato ma in meglio cioè insomma sei tornato quello che quell'altro era abituato a conoscere, è tutto decisamente più bello e ti dispiace soltanto che cazzarola però tutti sti chilometri in mezzo.

tuttistichilometrimmezzo ultimamente è una sorta di leitmotif, e non è che ci si possa fare granché, viene da pensare se uno alla fine lo fa apposta. qualcuno dice vorrei ma non posso potrei ma non voglio, e non è che abbia tutti torti, nonnò. un altro scrive (tanto per dire una cazzata come un'altra) la vita è di chi la vuole, e chissà se ha ragione. tendenzialmente, direi di sì, ma da una tendenza a un gesto ci corre differenza. soprattutto quando il gesto deve venire da noi.

ognuno per sé. vado a gesticolare. chissà.

oggi ci sarebbero da dire un mucchio di cose ma non le dico perché proprio non sono dell'umore adatto.

e quindi non le dico. facile.

sabato 5 dicembre 2009

ma un altro amore è sempre possibile

ora capisco l'estasi dei santi, solo restando in ginocchio in adorazione si raggiunge la visione, ma non è nella testa che appare, la visione è un groviglio fisico di sensazioni, la preghiera se non passa attraverso il corpo è solo un atteggiamento, l'amore se non ti devasta d'assoluto è un complotto contro la vita, un contratto svantaggioso per tutti, il desiderio se non ti spezza l'orgoglio è un orto sterile, la carne una volta svegliata può solo cercare di bruciare... vengo.

(filippo timi, peggio che diventare famoso, pag. 219)

venerdì 4 dicembre 2009

e come se non bastasse, oggi è il sedicesimo anniversario della morte di frank zappa.

le riviste di musica sono scritte da gente che non sa scrivere che intervista gente che non sa parlare per gente che non sa leggere.

mercoledì 2 dicembre 2009

senza esagerare, però

a me elisa piace, ci sono diversi motivi che me la fanno piacere. uno è quello che scrive testi in cui a volte mi riconosco. il bello è che io i testi delle canzoni non li ascolto, nemmeno quelli in italiano: per me sono soltanto suoni che servono a cantare la melodia, potrebbero anche non avere alcun senso o significato, quindi mi entrano in un orecchio e mi escono dall'altro. però succede, è successo, che una canzone di elisa mi piaccia, mi emozioni, e non so perché. evidentemente il messaggio mi arriva a livello subliminale, e quando finalmente presto attenzione alle parole, scopro che c'è qualcosa in cui mi riconosco.

vabbè, questo è quanto per le motivazioni private.

poi, è un fatto che sa cantare. e non sono troppo d'accordo con chi ha scritto, su rolling stone, che elisa è sempre stata troppo attenta alla tendenza del momento per somigliare in ogni album ad un artista straniero. peraltro, lo stesso le riconosceva la capacità di emozionare, e non è casuale la scelta di interpretare una delle canzoni dell'ultimo cd insieme ad antony hegarty (lo stesso che cantava insieme a björk). però.

stavo ascoltando in macchina (guardacaso) il cd suddetto, non sapendo quale fosse il pezzo cantato insieme ad antony. comincia il pezzo in questione, con la sola voce di elisa, e immediatamente capisco che è quello: elisa si produce da subito in un vibrato tanto forzato quanto falso, nell'inutile (inconscio?) tentativo di renderlo simile a quello di antony. però no, proprio uguale non è, e sinceramente dà pure fastidio, pare un'imitazione, una parodia.

elisa, tieniti serenamente il tuo vibrato e canta come magni. peraltro, ti ho vista nettamente infighita in copertina: miracoli della gravidanza o di photoshop?

questa piacerebbe a cav

m&m: "ti ricordi quella volta che ti dicevo che in palestra c'era un venticinquenne che mi corteggiava?"
io: "sì"
m&m: "e io ti (e mi) domandavo: ma che discorsi mai ci potrei fare? e tu mi rispondesti: mica ci devi discorrere, gli fai fare il suo dovere, poi lo mandi via e se hai voglia di chiacchierare mi chiami!"
io: "ahahahah, sì! ma anche durante, perché no?!"
m&m: "?"
io: "eh figurati la scena: - che fai con quel cellulare? - niente, niente, chiamo un amico. ma tu continua, eh!"

martedì 1 dicembre 2009

altro tipo di pubblicità


ho cancellato il nome del sito, ma immagino che si capisca benissimo. soltanto tre osservazioni: 1) da nessuna parte c'è scritto "fare sesso gratis"; 2) se in tre mesi non fai sesso nemmeno a pagamento, avendo peraltro già preventivamente pagato per iscriverti al sito, sei un caso disperato e sarà meglio che tu ti dia fuoco. possibilmente dopo esserti masturbato, se no esplodi; 3) ma se io scrivo che non ho trombato, anche se non è vero, vengono a controllare?

pubblicità (continuano a insistere)

ma quanto può essere brutta la pubblicità del moment act?

intanto, la presunta tedesca è evidentemente un'analfabeta, visto che pronuncia "act" come se fosse scritto "acht", e vabbè, ognuno ha la sua croce. ma poi, vogliamo parlare della moglie che va ad aspettare il marito all'aeroporto? tutto quel che sa è che il marito viaggiava in aereo vicino alla tedesca, e che costei le ha dato un cachet per il mal di testa. nondimeno si sente autorizzata a fare una scenata pubblica al marito e anche a minacciarlo di un seguito privato. tutto per una cazzo di pastiglia per il mal di testa. immaginatevi se le avesse detto: "cara, questa è ingrid. guarda che bei preservativi stimolanti mi ha regalato!"

ora, non si pretende che ciascuno sia così illuminato da evitare di fare scenate di gelosia al proprio consorte per ogni minimo contatto sociale che costui/costei esperisce, ma perlomeno sarebbe gradito che tale triste attitudine non venisse solleticata dal cattivo gusto dei pubblicitari.

ho una proposta: ammazziamoli tutti. i creativi, dico.