martedì 29 novembre 2011

alcuni indizi del fatto che avete ospitato una donna nella vostra casa di single

1) ritrovamento di capelli che per colore e lunghezza manifestamente non ti appartengono;
2) le posate nello scolaposate hanno una distribuzione differente;
3) il piano cottura è pulito;
4) c'è un astuccino rosso contenente materiale compromettente che è stato dimenticato là apposta;
5) la metà del letto che di solito rimane intonsa è sconcecata quanto la tua;
6) il rotolo di carta igienica che di solito ti dura tre mesi e che avevi cambiato da poco è dimezzato.

:-D

giovedì 24 novembre 2011

giochi da blogger

minerva mi invita a giocare e sarebbe scortese non raccogliere l'invito. però non sarà cosa facile, per una serie di motivi: prima di tutto, il mio blog è qualcosa di disomogeneo e discontinuo: nato quasi tre anni fa con l'intento di raccontare le contraddizioni del mondo usando la metafora di un esserino ignaro (una sorta di candide de noantri), è proseguito con la celebrazione di compleanni di personaggi famosi per approdare alla forma attuale da poco meno di un anno, dopo una lunga pausa in cui non ho scritto affatto. poi c'è da considerare il narcisismo del blogger: il post che non ha ricevuto l'attenzione che meritava? tutti, indistintamente! utile, popolare e controverso sono poi più categorie dello spirito che condizioni dell'essere, visto che mi leggono in dodici; per lo stesso motivo, il post il cui successo mi ha stupito... direi che mi stupirei se un post avesse successo. infine, io scrivo e poi dimentico. mi è capitato di scrivere due volte la stessa cosa, pensate come sto. oppure ogni tanto sfoglio il blog, alla ricerca di qualcosa che mi ricordo di aver scritto e mi imbatto in cose che non ricordavo di aver scritto. e magari mi scappa pure di pensare: "toh, a volte sai sembrare intelligente!" (più spesso mi dico: "ma guarda quant'eri imbecille" e un attimo dopo: "ma guarda che ci sei pure rimasto").

vabbè, proviamo:

1. Il post il cui successo mi ha stupito
uuuh no, davvero, non mi viene in mente. non mi pare di ricordare che ci sia mai stato niente di così rimarchevole nel numero o nel tenore dei commenti che mi abbia stupito.


2. Il mio post più popolare
boh? dovrei andare a spulciare tra le statistiche per vedere quale ha avuto più visualizzazioni, visto che il numero dei commenti non è un indicatore affidabile per stabilire la popolarità di un post. e comunque, come sopra.

3. Il mio post più controverso
dai, non scherziamo.

4. Il mio post più utile
ne pubblicherò uno con la ricetta dei miei hamburger, con buona pace dei vegetariani. forse lo diventerà quello.

5. Il post che non ha avuto l'attenzione che meritava
tutti, come detto sopra. ma se devo sceglierne uno, quello sulla canzone dei radiohead.

6. Il mio post più bello
quando riesco a scriverlo, avverto. giuro.

7. Il post di cui vado più fiero 
probabilmente questo.


dovrei continuare la catena? mmm. preferisco di no, sorry. ma se volete, fate pure, consideratevi invitati ;-)

lunedì 21 novembre 2011

non fatelo mai più

torno a parlare di concita wonder woman de gregorio per averla vista in due trasmissioni tv recenti: nello speciale ballarò di sabato 12, di sfuggita, giusto il tempo di vedere un sorriso a trentasei denti che non le conoscevo. stesso sorriso che le si apre in viso a 20'37" di questa intervista, e presumibilmente identico il motivo per cui sorrideva. schadenfreude? direi di no.

di solito, la de gregorio pubblica tiene un atteggiamento di algida compostezza: è solo grazie a un severo autocontrollo che si riesce a non reagire al diluvio di stronzate che escono dalla bocca della santanché di turno; ma guardando il resto dell'intervista, ci sono momenti in cui concita perde il suo aplomb e si lascia andare ad atteggiamenti più quotidiani e meno professionali. sarà sicuramente per via dell'argomento trattato, sarà per via che parla del suo libro e che necessariamente deve far riferimento a esperienze personali emotivamente coinvolgenti, ma secondo me c'è anche dell'altro: è che c'è un momento per la compostezza e un momento in cui si sente di potersi lasciar andare, e secondo me è sintomatico che questo secondo momento coincida con il termine del governo berlusconi 4.

non starò ad argomentare come e perché questi ultimi tre anni siano stati i peggiori, per gli italiani onesti e per l'italia tutta; dico solo che siamo stati in tanti a tirare un grosso sospiro di sollievo, sabato 12. e non perché siamo cattivi e godiamo delle sconfitte altrui (sconfitta che peraltro è ancora tutta da dimostrare... ma non divaghiamo), ma perché abbiamo avvertito che c'era la possibilità di uscire da un incubo: l'incubo in cui ogni sforzo, ogni singola azione deve necessariamente essere rivolta alla rimozione di un ostacolo che si frappone non già tra sé e la felicità, ma anche tra sé e la normalità, tanto che alla fine non rimangono risorse per perseguirla e praticarla, quella normalità, che è fatta anche di fragilità, di vulnerabilità.

è frustrante sapere di avere sentimenti e aspirazioni fondati sul rispetto e sulla tolleranza ed essere additati come fuori moda, fuori tempo, inadatti ad una presunta modernità che in realtà è solo pornografia e opportunismo; come ha scritto gramellini, b. ha "abbassato l’asticella del buongusto al livello dell’elastico degli slip, desertificato i cervelli di due generazioni" e noi che lo slip ce lo abbassavamo solo di fronte a chi fosse interessato ai nostri argomenti nascosti e che avevamo il cervello affollato (perlopiù da domande) eravamo increduli di fronte allo strapotere dell'ignoranza sbandierata come vanto, della cialtronaggine come prima e unica risorsa umana.

b. se ne va e all'improvviso c'è il silenzio, un silenzio che possiamo di nuovo riempire di grazia e bellezza; soprattutto, possiamo permetterci di abbassare per un attimo la guardia e concederci un momento di umanità. scompigliarci i capelli come concita a 34'18" e rimanere scarmigliati, e accorgerci che siamo tremendamente più belli e attraenti che con la permanente appena fatta, il push up e il tacco 13.

giovedì 17 novembre 2011

allora:

fatemelo dire per benino, ché magari qualcuno pensa male (perché parla male, e dunque vive male, c'ho sempre moretti appollaiato sulla spalla, io).

quello che avevamo prima di questo

non era

un governo di destra, era soltanto un'ammucchiata di fascisti, incapaci, razzisti xenofobi e trucidi di altra varia natura (non mi fate tirar fuori gli insulti sessisti ché se no non ne veniamo più fuori), capitanata da un vecchio puttaniere colluso con la criminalità organizzata e che aveva l'unico intento di salvare il culo dalla galera. grazie a loro ogni nefandezza è diventata emendabile, quando non legge dello stato. e tutto questo col liberismo, con l'impresa e il capitale

non ha un cazzo a che fare.

questo di adesso, invece,

è

un governo di destra, composto da persone che sono capaci e competenti sì, ma solo per quel che attiene lo sviluppo dell'impresa, la libera iniziativa e il capitale. costoro quindi

non sono

rappresentanti di un gomblotto demoplutogiudaicomassonico ordito dalle banche straniere, ma sicuramente fanno parte di un grande disegno internazionale che non è né segreto né oscuro, e si chiama capitalismo. esiste da, tipo... sempre?

il fatto che quelli prima di loro fossero molto, ma molto, molto, molto peggio di loro non me li fa apparire come i salvatori di alcunché che non sia il culo dei grandi capitalisti. diciamo che, tutt'al più, con questi potrà essere sufficiente ragionare a parole, in quanto dotati di raziocinio e buon senso, piuttosto che usando modi e concetti di basso livello. come diceva la mia povera nonna: come si suona, si balla. ma io non mi sento di far parte né di quelli di prima né di quelli di adesso.

c'è ancora molto da lavorare, se vogliamo costruire qualcosa di nuovo e più bello: poche balle, s'è fatta una certa.

martedì 15 novembre 2011

"l'italia è il paese che amo". figuriamoci se gli stavamo sul cazzo.

(e altre interessanti prime pagine le potete guardare qui - ma vi avverto, è roba per stomaci forti).

riassunto delle puntate precedenti: le grandi banche e i mercati internazionali tengono per le palle l'economia mondiale e qualsiasi società quotata in borsa. in italia va peggio che altrove perché di fatto nessuno governa, peggio di noi fa solo la grecia.

a  metà settembre, siccome il prestigioso governo composto da autorevoli figure e guidato dal luminoso leader silvio bunga non riusciva a mettersi d'accordo su chi doveva cacciar fuori i soldi per la manovra finanziaria, alla fine se lo fa dire dalla bce.

siccome però, quando corri giù per il precipizio, per fermarti non è sufficiente tirare il freno a mano, confindustria, sindacati e l'unione europea tutta hanno chiesto al suddetto prestigioso governo di promettere che entro breve avrebbe preso provvedimenti concreti e strutturali.

dopo una serie di riunioni estenuanti alle quali non ha partecipato nemmeno una troia (pensate quale sacrificio!), il prestigioso governo partorisce una letterina-di-intenti-robba-forte, una cosa che mia figlia di 10 anni mi fa promesse più impegnative.

a questo punto, qualcuno comincia a spazientirsi e a premere perché il prestigioso governo di silvio bunga si tolga di mezzo ché qui c'è da lavorare, e qualche zocc... panteg... vabbè qualche prestigioso parlamentare scappa dalla nave prima che affondi, tanto che, a conti fatti, la maggioranza alla camera non c'è più.

silvio bunga è costretto ad ammettere che non ha più i numeri per governare, va da napo orso capo e dice che prima fa approvare la famosa legge di stabilità (ma che c'è scritto, poi?) e poi - con calma - si dimette; in nessun caso, però, rinuncerà alle elezioni anticipate, perché il governo tecnico non s'ha da fare e men che meno quello delle larghe intese.

siccome con questo tira e molla siamo arrivati a metà novembre e se si va alle elezioni si sfora il 2012 e oltre, alcuni simpatici personaggi tra i sunnominati che tengono per le palle l'economia mondiale decidono di fare qualche simpatica manovrina speculativa, tanto sottile da non preoccupare troppo e da impedire la sospensione del titolo per eccesso di ribasso, ma in un giorno fa perdere il 12% alle azioni mediaset.

il luminoso leader silvio bunga cambia improvvisamente idea, accoglie il consiglio del suo socio in affari ennio doris, che smette per un attimo di fare cerchi per terra e dice che, dopotutto, un governo tecnico non è un'idea così malvagia e sabato sera sale al quirinale per dire che sì va bene, vado via.

sabato sera, una folla di persone si raduna davanti al palazzo del quirinale per chiedere al luminoso leader di restare al grido unanime di "vattene buffone".

l'incarico di formare un governo tecnico che faccia qualcosa - non importa cosa, ma qualcosa - viene dato a mario monti, un personaggio triste che non racconta barzellette e prendeva cinque in ginnastica. tra un po' verrà anche fuori che è un uomo onesto, da certa gente ci si può aspettare di tutto.

i mercati tirano un sospiro di sollievo, e noi con loro.

ma il grande leader silvio bunga non molla, ah no no, e video messaggia che lui è più bello e più superbo che prìa, bravo, grazie, e che lui può staccare la spina al governo monti quando vuole e che cazzo e monti non lo ha eletto nessuno men che meno io e la lega va all'opposizione e a riaprire il parlamento della padania perché ghrl ahrl mmmnngh (oh scusate, io più di questo non ho capito).

i mercati tirano un sonoro peto all'indirizzo dell'italia, e noi là davanti a narici spalancate.

però è colpa di monti. eggià.

secondo voi, quale parte di "ti devi togliere dai coglioni" non avrà capito?

domenica 13 novembre 2011

e a noi chicce guida?

ogni tanto mi tornano in mente le parole di una canzone. è banale, lo so: è una forma di cultura inferiore, popolare, molte le banalità. ma a volte le canzoni riescono a riassumere in poche parole un pensiero complesso.


i am the one 
who guided you this far
all you know and all you feel


nobody must know my name
for nobody would understand
and you kill what you fear
and you fear what you don't understand


i called you for i must leave
you're on your own until the end
there was a choice, but now it's gone
i told you wouldn't understand


take what's yours
and be damned.

(genesis - duke's travel)

venerdì 11 novembre 2011

il terzo e fondamentale post (macché)

leggo questo post di claudio messora, su cui mi trovo sostanzialmente d'accordo: con questa e con le analisi precedenti che ha fatto. quello che però mi ha colpito è una citazione dal rapporto the crisis of democracy che sembra scandalizzare l'autore del post:

Il funzionamento efficace di un sistema democratico necessita di un livello di apatia da parte di individui e gruppi. In passato [prima degli anni ’60; nda] ogni società democratica ha avuto una popolazione di dimensioni variabili che stava ai margini, che non partecipava alla politica. Ciò è intrinsecamente anti-democratico, ma è stato anche uno dei fattori che ha permesso alla democrazia di funzionare bene.

bè, adesso dirò quella che alle orecche dei più suonerà come una bestialità: io non ne sono scandalizzato affatto. il fatto che molta gente non partecipi attivamente alla politica è, appunto, un dato di fatto che, tra l'altro, almeno in passato, veniva letto come sintomo di maturità della democrazia stessa:per esempio, il fatto che negli stati uniti quella che andava a iscriversi nelle liste elettorali (ricordo che per poter votare, negli usa, devi registrarti come elettore, non ti mandano la scheda a casa) era, tutto sommato, una minoranza della popolazione, era da sempre letto come un segnale di fiducia, e non di disaffezione, nei confronti della classe politica.

e parliamoci chiaro: tutti quanti abbiamo esperienza di qualche soviet in miniatura, una minuscola comunità in cui tutti avevano voce in capitolo sul da farsi - fosse anche un gruppo di amici che si riunisce per decidere il menu del cenone di capodanno da cucinare insieme: non è forse sempre venuto fuori un casino ingovernabile di proposte irrealizzabili? e al cenone non si è forse sempre mangiato solo grazie alla buona volontà dei soliti noti? e tutti gli altri che non avevano fatto una sega, non si sono poi forse divisi tra quelli che hanno ringraziato chi ha lavorato e quelli che hanno storto il naso e hanno mugugnato che loro avrebbero fatto meglio? ecco, immaginate adesso che cosa potrebbe essere allargare questa esperienza a milioni di persone e su questioni di soluzione molto più difficile rispetto a un vitel tonné.

idee a spina di pesce, ne hanno più o meno tutti; idee buone, le hanno in pochi, e gli altri si aggregano. qualcuno supporta e in qualche caso collabora fattivamente, altri seguono e basta, e non colpevolizzerei i secondi per questo. che le persone tendano istintivamente a fare branco è un altro dato di fatto: possiamo lavorarci su perché questo accada sempre di meno, ma nel frattempo dobbiamo fare i conti con quella che è una realtà di fatto. anche l'idea che il web sia uno strumento di diffusione che abbia creato una coscienza condivisa, secondo me è una pia illusione: siamo probabilmente su quella strada, ma rendiamoci conto che, allo stato attuale, gli utilizzatori etici del web sono ancora un'élite; la grande maggioranza, oltre a non aver accesso alla banda larga, cosa che già di per sé limita l'utilizzo di internet, utilizza il web per scopi molto meno nobili: fare acquisti a prezzi scontati, rimorchiare figa, guardare pornografia, parlare del proprio ombelico. anche qui, non colpevolizzo nessuno, ma questo c'è.

mi ripeto: la creazione di una coscienza collettiva basata sui valori della bellezza e della cultura è indifferibile; ma perché questa diventi condivisa dalla maggioranza, ci vorrà tempo. molto tempo, non illudiamoci del contrario: siamo immersi da più di trent'anni nell'edonismo reaganiano come modello culturale dominante, non ci se ne libera dall'oggi al domani. ma dobbiamo mettere in moto i meccanismi perché questo possa accadere. c'è quindi bisogno di idee - e soprattutto di intenti - molto chiare e precise che si possano tradurre in un programma politico di cui un soggetto partitico già esistente si faccia portatore (la vedo dura), ovvero si crei una forza trasversale, alternativa alle ideologie, che possa presentarsi alle elezioni alla fine del mandato di mario monti (perché, qualcuno pensa che accadrà qualcosa di diverso?). e non crediate che sia fantascienza: la lega nord, un po' di anni fa, era solo un'idea cogliona nella testa di quattro coglioni. poi hanno cominciato a crederci sul serio e, benché sia una realtà che esista in sostanza solo al di sopra del po e a livello nazionale conti solo per l'11% dei voti, è riuscita a tenere in scacco il restante 89% finché le sue richieste non sono state esaudite.

meditiamo?

giovedì 10 novembre 2011

da quella scende giù tutto il resto

[...] in fondo tutte le cose, anche le peggiori, una volta fatte poi si trovano una logica, una giustificazione per il solo fatto di esistere: fanno 'ste case schifose con le finestre in alluminio, i muri di mattoni vivi... i balconcini... la gente ci va a abitare, ci mette le tendine, i gerani, la televisione... dopo un po' tutto fa parte del paesaggio. c'è. esiste. nessuno si ricorda più di com'era prima. non ci vuole niente a distruggere la bellezza. e allora, invece della lotta politica, la coscienza di classe, tutte le manifestazioni, 'ste fissarie, bisognerebbe ricordare alla gente che cos'è la bellezza, aiutarla a riconoscerla, a difenderla. è importante, la bellezza: da quella scende giù tutto il resto.

(luigi lo cascio come peppino impastato ne i cento passi, di marco tullio giordana)

mercoledì 9 novembre 2011

la butto là così (ma il discorso è lungo)

continuando dal post precedente: il riallineamento dei valori umani verso l'altruismo, la collaborazione e l'otium, a mio parere è necessario e indifferibile. il fatto è che pensavo la stessa cosa trentacinque anni fa, ma la direzione che poi l'intero mondo occidentale ha preso è stata diametralmente opposta, a prescindere dallo schieramento politico di appartenenza di ognuno.

correva l'anno 1976, anno in cui usciva il film diretto a più mani (loy, scola, monicelli, comencini e altri) signore e signori buonanotte, satira impietosa di un'italia che, a ben vedere, non è cambiata: corruzione, cialtroneria e legge del più forte. in particolare, ricordo l'intervista di mastroianni (nel film conduttore di un allora fantomatico tg3) a un ministro che era indagato per corruzione. alla domanda se ritenesse opportuno dimettersi dall'incarico a seguito dell'inchiesta della magistratura, il ministro rispose di no, ma non per sgombrare il campo dagli equivoci evitando un'implicita ammissione di colpa, ma proprio per poter seguire la propria vicenda da una posizione di privilegio e poter quindi inquinare le prove ed eventualmente corrompere o intimidare i testimoni. d'altra parte, spiega, il suo elettorato lo ha scelto proprio perché corrotto. se volevano uno onesto, avrebbero scelto qualcun altro:



ma anche gli altri episodi non erano meno veri e amari insieme.

millenovecentosettantasei: la nostra storia contemporana era già lì, e qualcuno ce l'aveva detto.

ora, in quel periodo io avevo sedici anni ed ero troppo giovane per aver vissuto consapevolmente il '68 e la liberazione sessuale, ma sapevo di cosa si parlava. quel film lo vidi al cinema, e ne colsi lo spirito in pieno; e molti altri ne vidi, e spettacoli, e lessi giornali, tutti che stigmatizzavano il malcostume dilagante, l'ipocrisia, la corruzione, il paternalismo democristiano che ci invischiava come melassa. per me fu automatico pensare che l'unica cura possibile sarebbe stata una rifondazione dell'essere umano, un suo ricondizionamento fondato sulla cultura della solidarietà e del bello, prima ancora che una rivoluzione politica, che pure era auspicabile e allora sembrava ancora possibile, ma che secondo me non poteva non essere portatrice di questi valori umanistici: una rivoluzione erotica, nel senso dell'eros come opposto di thanatos, e l'eroe rivoluzionario per me era kalòs k'agathos, non mi sarei aspettato niente di meno.

il fatto è che invece aveva drammaticamente ragione il ministro: [..] l'elettorato vede in me un prevaricatore. se invece voleva scegliere un uomo probo, onesto e perbene, ma che, dava i voti a me? e si badi che questo era valido a destra (anzi, allora era il centro) che a sinistra: ricordo uno stralcio di conversazione col padre di un mio amico, mente illuminata, operaio, comunista della prima ora (ricordo en passant che all'epoca in italia c'era il più forte partito comunista dell'europa occidentale, guidato da enrico berlinguer: non solo comunista non era ancora un insulto, ma un elettore italiano su tre era comunista), che ammise candidamente: [...] perché io voto per te? perché spero che una volta eletto, mi farai un favore.

allora, de che stamo a parla'?

nondimeno, e per fortuna, c'erano in politica personaggi che mantenevano ancora un ben più alto profilo morale, da questo punto di vista. e però nessuno di loro colse l'opportunità di spingere il cambiamento verso l'umanesimo, nemmeno i miei (allora) compagni della sinistra extraparlamentare, che pure mi sembravano quelli più attenti a questo genere di problematiche: una per tutte, il dibattito sulla femministizzazione dell'uomo: l'emancipazione della donna passava necessariamente attraverso una consapevolezza non solo delle capacità umane della donna, ma anche del differente modo di intendere l'eros e la sessualità; dicevano le compagne: siamo noi che li mettiamo al mondo, siamo noi che li dobbiamo educare ad essere più rispettosi, più disposti a mediare le loro attitudini con le nostre. in realtà, non erano pochi i compagni che pensavano che questi fossero discorsi da femmine e che la politica si faceva nelle fabbriche e in piazza (al bisogno esprimendosi a mano armata), o come extrema ratio in parlamento.

il risultato lo abbiamo davanti agli occhi: tre decenni in cui abbiamo avuto: sovranità limitata per via della guerra fredda e dell'infiltrazione dei servizi segreti (locali ed esteri) in ogni campo; parallela gestione clientelare e paternalistica della cosa pubblica; strategia della tensione e terrorismo armato; industrializzazione e istituzionalizzazione del sistema di corruzione con i partiti che fungevano da centri di raccolta; edonismo reaganiano, diffusione dell'illusione del benessere materiale come unico indicatore del benessere tout court; diffusione del liberismo senza regole, con conseguente impoverimento della classe media e progressiva scomparsa della classe operaia nel mondo occidentale; capitalismo finanziario; indebitamento pubblico e privato fuori controllo; precarietà e condizioni di lavoro ottocentesche anche e soprattutto nel terziario avanzato; sovranità limitata a causa del potere delle banche internazionali.

vogliamo smetterla di darci martellate nelle palle da soli?

la penso così anch'io

(...) la decrescita richiede impegno, sia nell'individualità che nella collettività nel perseguimento degli obiettivi che si propone di raggiungere...

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martedì 8 novembre 2011

e sempre per la serie: ve l'avevamo detto

Da Cannes arriva la notizia bomba di un'importante novità: FMI e la Commissione europea ha inviato gli ispettori prima della fine del mese in Italia al fine di monitorare il lavoro del governo Berlusconi...

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promemoria (per la serie: occhio)

Per lungo tempo, ci sono stati quelli che hanno avvertito che in questa nazione ci sarebbero stati disordini per motivi finanziari. La rabbia e la frustrazione contro l'economia e il nostro sistema finanziario sono cresciute a livelli senza precedenti, e questo ha alimentato la crescita dei vari movimenti di protesta che abbiamo visto negli ultimi due anni...

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sabato 5 novembre 2011

you wank

avevo caricato su youtube una scena bellissima da zabriskie point, di antonioni: la celebre scena d'amore nel deserto, con la chitarra di jerry garcia che sottolineava gli intensi momenti d'amore delle giovani coppie che si rotolavano felici nella polvere. una scena che, anche decontestualizzata com'era, potrei definire in qualsiasi maniera fuorché pornografica. lasciamo stare la poesia, ché ciascuno può vedercela o non vedercela, ma di sicuro non mi pareva nulla che potesse suscitare la prurigine di chicchessia.

bè, oggi trovo in mail il seguente messaggio:


The YouTube Community has flagged one or more of your videos as inappropriate. Once a video is flagged, it is reviewed by the YouTube Team against our Community Guidelines. Upon review, we have determined that the following video(s) contain content in violation of these guidelines, and have been disabled:
  • Love scene - (xxxasatherapy)
che, tradotto, suona:

La community di YouTube ha segnalato uno o più dei tuoi video come non appropriati. Quando un video viene segnalato, viene esaminato dal team di YouTube in base alle nostre Norme della community. Dall'esame è emerso che i seguenti video presentano contenuti che violano le presenti norme, pertanto sono stati disattivati:
  • Love scene - (xxxasatherapy)
ho risposto:

dear sirs,

about the flagging of one of my videos as inappropriate, i have to say that that scene is a part of one of the cinema's masterpieces of all times that is, for those who don't know, zabriskie point by master michelangelo antonioni, and whoever has flagged that as inappropriate is, to be kind, a wanker.

sincerely,
stefano

traduco?

venerdì 4 novembre 2011

il senso del silenzio

non è infrequente che io me ne rimanga in silenzio. preferisco il silenzio a una frase improvvida, che non rifletta pienamente e compiutamente il mio pensiero. faccio così nella vita di tutti i giorni e anche quando sento di dover partorire pensieri più complessi...

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ballo da solo, e me ne vanto



il momento migliore per me è da 1'10" in poi, quando obama parla con la merkel e quel pagliaccio cerca di farsi notare e fa finta di essere parte della conversazione - che verosimilmente si svolge in inglese e quindi nemmeno capisce - con il suo sorriso stereotipato. scommetto che aspettava una pausa per raccontare una barzelletta che ha per protagonisti un negro e una crucca che finivano perculati da un italiano.

fa mille mossettine (come le sartine dalle vetrine) e non se lo incula nessuno. dannata festa delle medie...