giovedì 31 marzo 2011

che poi,

io sono anche un mezzo autistico/idiot savant (più idiot che savant, vabbè) a cui la mente fa strani scherzi di vedere connessioni e correlazioni laddove gli ingegni migliori non vedono alcunché, però.

- uno s'è arricchito in maniera smodata e nessuno ha mai capito come;

- quello stesso si butta nell'impresa di costruire da zero la televisione commerciale in un paese dove prima praticamente non c'era;

- sempre quello impronta il carattere di quella televisione sul massimo del disimpegno e della superficialità;

- sempre lui, sempre lui, entra in politica dalla porta principale e riesce ad andare al governo al primo tentativo, sfruttando la potente macchina pubblicitaria della sua impresa televisiva;

- indovinate chi, comincia a far fare leggi e leggine che gli evitino di comparire ai diversi processi che cercano di far luce su come si è arricchito e come poi abbia continuato a mantenere la sua posizione;

- casualmente, nella popolazione si instilla lentamente ma inesorabilmente la convinzione che la cultura sia inutile se non dannosa;

- altrettanto casualmente, i fondi per la cultura, per l'educazione pubblica, per la ricerca scientifica e per l'università si assottigliano via via sempre di più;

- non soltanto, ma una volta che decidono di trovare i soldi per un po' di cultura, li vanno a prendere aumentando le tasse sui carburanti, che le pagano per foza tutti e quindi solo le più odiate;

- ergo, il cittadino qualunque odierà i rappresentanti della cultura, che individuerà come responsabili dell'aumento delle tasse;

- il cittadino pertanto identificherà come i veri parassiti del sistema i rappresentanti della cultura, e non già chi lo manipola;

- il cittadino si allontanerà con ulteriore disgusto dalla cultura e dalla conoscenza, e pertanto diventerà ancora più manipolabile, et voilà quello di cui sopra si trova un bacino di consenso sempre più ampio, avendoci pure guadagnato sopra.

torno a ripetere: lo facciamo fuori? anche no. l'unica vera alternativa è la resistenza. chi sa deve diffondere il sapere, la conoscenza, come quelli che in fahrenheit 451 avevano imparato i libri a memoria per poterli tramandare. è un percorso di sacrificio che non vedrà soddisfazione se non nell'arco di generazioni ma, oh, pure silvio c'ha messo quasi trent'anni, eh? (data di fondazione della fininvest: 1978).

nota per qualcuna che sicuramente non leggerà: e certo che c'è della pedagogia in tutto questo. se no ti pedagogizza silvio, non so se ci conviene.

lezioni di storia

facevo i compiti con i cuccioli. una aveva da imparare una poesia, una bella di cardarelli sulla primavera, semplice, ma piena di frasi e parole evocative; ne è uscita una lezione sulla bellezza, più precisamente sull'estetica dalla parola.

ma di più mi è piaciuto il compito di storia con figlio1, che si scornava contro il sorgere delle corporazioni e dei comuni. l'aria della città rende liberi, diceva un proverbio tedesco dell'epoca, citato nel libro di testo, e lo sapevano bene i borghesi, gli abitanti del burg che assaporavano per la prima volta il gusto dell'associazionismo, del convogliare le energie di tutti verso un obiettivo comune, grazie al fatto di potersi incontrare, parlare, riunire e scambiarsi opinioni e idee, oltre che soldi e merci/servizi.

- cosa che non accadeva dove, giac...?
- ...
- c'erano i borghesi in città e...?
- gli uomini liberi
- maddeché. fuori dalla città che c'è?
- la campagna!
- e in campagna chi ci sta?
- i contadini!
- esatto. e i contadini abitavano in case lontane tra loro, e quindi era difficile comunicare

e poi, ho proseguito, non andavano certo a scuola: erano ignoranti. e un popolo disperso e ignorante è più facile da comandare. lo stesso che sta succedendo qui, oggi, da vent'anni: cercano di farci diventare sempre più ignoranti; la televisione, che è il mezzo di informazione a senso unico più importante, trasmette quasi solo merda da vent'anni, e le poche voci fuori dal coro sono zittite con arroganza e prepotenza.

e chi si riunisce in piazza - che sia reale o virtuale - è stigmatizzato come violento, facinoroso, nella migliore delle ipotesi, un perdigiorno. state piuttosto a casa, ché c'è l'isola, il fratellone, la cagata del momento. e andate a lavorare (ma dove??).

e no. lo diceva già dante nel 1300, figli miei: non cedete mai all'abbrutimento di escludere la bellezza dalle vostre vite, non vi fidate di quello che fanno tutti, abbiate testa per ragionare e mettetela a confronto con quella degli altri. e studiate, imparate, eruditevi, ché la conoscenza è un'arma, e forse la più efficace e pericolosa di tutte.

(e già che ci sei, smettila di ascoltare quella merda di hip hop da classifica. ti ho dato 1.6Gb di musica buona da ascoltare!)

mercoledì 30 marzo 2011

riflessioni estemporanee

perché è una di quelle storie che o ci butti dentro tutto te stesso, oppure lascia perdere.

perché è la lampadina che ti si accende non solo nel cervello, ma in tutte le altre parti del corpo, comprese quelle che t'eri dimenticato di possedere.

perché se la frase "un giorno capirai perché con tutte le altre non ha funzionato" ha un senso, ce l'ha adesso.

perché è una storia che se ne esci, ne esci definitivamente devastato. ma sticazzi.

lunedì 28 marzo 2011

parallele asimmetriche

[...] non avrò volontà al di fuori di te. questo appagamento mi affrancherà dalla schiavitù dell'apparire

e, più sotto:

[...] del resto del mondo, se tu mi ami come mi ami tu, non m'importa. e la mia indifferenza zen me ne renderà padrone.

mentre altrove:

Il desiderio...?
Ne ho perso i connotati ma questo invece di avvilirmi mi fa sentire libera, mi spiace di non poter dare un supporto [...]

nel mio personale (e del tutto ipotetico) percorso verso il nirvana, l'allontanamento dal desiderio delle cose materiali è a buon punto. per quanto riguarda il desiderio erotico, diciamo che non mi sento ancora pronto.

resistere

stavo per scrivere un post con un elenco dettagliato delle cose che non vanno nella mia vita. poi ci ho ripensato, per un paio di motivi: uno, obiettivamente non è una situazione tragica e nemmeno poi così drammatica: nessuno è in pericolo di vita, nessuno sta per essere scaraventato in un abisso di povertà e orrore, insomma, non c'è niente di irrimediabile; due, anche se avrei cercato di essere sobrio, mi scoccia fare la figura di quello che si lamenta. anche e soprattutto per rispetto di chi sta in situazioni peggiori.

però lasciatemi dire che così non va bene, e che per reggere una situazione così ci vuole una pazienza fuori dell'ordinario. anche perché pure le cose di segno positivo che accadono riescono ad essere inquinate da qualche nota stonata (per essere ottimisti) che perlomeno ti vien da chiederti: ma almeno le cose buone, non potrebbero essere buone basta invece che buone, sì, ma? e siccome so bene che non sono da solo, la prima reazione è domandarmi che cosa stiamo aspettando.

la seconda però è che altro non abbiamo che fare resistenza. inutile sperare in soluzioni miracolistiche, tanto varrebbe credere alle dolose farneticazioni di chi prometteva un milione di posti di lavoro. resistere un minuto in più, un giorno in più. cercar di trovare la bellezza anche laddove sembra non essercene; lasciare comunque la porta di casa aperta, anche se là fuori è pieno di ladri; parlare del maiale, anche se così facendo la maggioranza ti prende per matto.

fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza. ricordiamocelo sempre, perché se cediamo all'abbrutimento vuol dire che hanno ragione loro. e invece no.

mercoledì 23 marzo 2011

misfits

io adoro questa serie, per tutta una serie di motivi. intanto, non è americana, e questo da solo basterebbe a farmela amare: infatti i personaggi non sono tutti dei megafighi galattici plastificati botulinati siliconati ma hanno ciascuno i loro bei difetti come tutte le persone normali che incontri tutti i giorni. poi parte da una premessa completamente assurda, ma talmente assurda che qualsiasi sviluppo, anche il più inverosimile, diventa plausibile proprio per il fatto che la premessa è folle.

e vabbè, per chi non l'abbia mai vista, la premessa è che chi è stato colpito dal fulmine durante una strana tempesta, invece di morire folgorato, ha ricevuto in dono dei poteri soprannaturali. ma poteri a volte assurdi, come la capacità di assumere forme diverse, o come quello di una dei cinque protagonisti, che riceve il potere per cui a chiunque la tocchi viene una voglia irrefrenabile di far sesso con lei. i cinque sono insieme perché stanno contemporaneamente scontando una pena per qualche reato minore per cui sono stati affidati a un servizio sociale di riabilitazione. occhei, fine della premessa.

dell'episodio 5 della seconda stagione mi è particolarmente piaciuta la storia di bruno, il ragazzo che si innamora perdutamente di kelly, la tamarra che ha il potere di leggere nel pensiero. sfuttando il suo potere, kelly conosce il sentimento che anima il ragazzo, e seppure lui sia goffo e un po' strano (ma in fondo, tutti i protagonisti sono dei disadattati), lei accetta il suo amore e gli si getta tra le braccia, dando il via a una scena di sesso appassionato e sfrenato tra le più verosimili che si siano viste in tv. il ragazzo però è ricercato dalla polizia, non si sa esattamente per quale motivo: lui dice a kelly di essere stato coinvolto in una rissa, ma fa il misterioso sui motivi della rissa e su altre cose che lo riguardano. il finale si svolge a una festa mascherata: bruno è vestito da gorilla, la polizia fa irruzione alla festa e insegue il ragazzo, che scappa arrampicandosi sul muro di un palazzo portando kelly sulle spalle, come in king kong. alla fine il ragazzo, sempre nel suo costume da gorilla, è talmente infuriato e pericoloso che un agente si vede costretto a sparargli addosso, uccidendolo. kelly si precipita su di lui e gli toglie la maschera, per scoprire che bruno in realtà è proprio un gorilla, che aveva ricevuto dal fulmine il potere di avere sembianze umane. grazie ai suoi poteri telepatici, kelly riesce a leggere la mente di bruno che, morente, le confessa che l'unico desiderio che aveva era quello di essere umano, e quindi che pensava che attraverso la passione per lei questo desiderio si sarebbe realizzato.

ora, intanto trovo estremamente poetico che un gorilla si travesta da gorilla: travestirsi da se stessi è un espediente che molti di noi spesso utilizzano, probabilmente per verificare se davvero saremmo accettati, così come siamo. lo so, ai più non sfuggirà il paradosso della situazione, ma in certe menti contorte (alzo la mano) funziona.

la bestia che cerca il suo riscatto attraverso l'amore per la bella (che in questo caso non è nemmeno bella, ma lui la vede tale) è ormai un classico della letteratura e del cinema, non c'è bisogno che mi dilunghi.

e infine l'apparente delusione della bella in questione, che cerca di dissimulare il dolore della perdita (evidente nel bacio che lei depone sulle labbra di quello che ormai è evidentemente un gorilla che muore) con una battuta: "trovo un tipo che mi piace e vien fuori che è una cazzo di scimmia". sottacendo che era una scimmia innamorata di lei, e al cui amore aveva capitolato, against all odds. perché non importa quanto scimmie siate (o vi sentiate), esiste qualcuno per cui il vostro amore è gratificante.

e sì, mi ha commosso.


lunedì 21 marzo 2011

per chi si fosse collegato solo in questo momento

alle 23.21 di ieri sera c'è stato l'equinozio di primavera.

ora non avete più scuse.

giovedì 17 marzo 2011

diverse percezioni


come le cose cambiano: una volta, se uno sventolava un tricolore, nel 90% dei casi almeno era rasato, portava i doc martens e ti veniva voglia di picchiarlo (prima che lui picchiasse te). oggi che a destra ci stanno dei tipinifini che col tricolore ci si pulirebbero il culo, per affermare che sei diverso da loro, ti vien voglia di comprare un set completo di bandieroni due metri per tre ed esporli a tutte le finestre di casa.

e così, se trent'anni fa quando vedevo il tricolore mi veniva un po' di prurito, oggi quando vedo un tricolore esposto mi viene istintiva simpatia per il tizio che lo espone.

saluti da vattelapesca (mi).

(in ogni caso, viva l'italia unita)

mercoledì 16 marzo 2011

ah, e mi raccomando:

non andate a vedere, e sconsigliate chiunque dall'andare a vedere quella maialata di "amici miei come tutto ebbe inizio". monicelli si è già suicidato, non lo ammazzate un'altra volta.

cosa sì, cosa no. questo, no.


Buon pomeriggio. Io penso che sarebbe meglio dire buona sera. (e che cosa ti impedisce di dirlo, quindi?) Posso capire la tua reazione quando hai visto questa lettera. (pure veggente, sei!) Sono sicuro che hai un sacco di tifosi (ti dirò, sono di più i colerosi, qui a malattie infettive) e di scrivere un sacco di ragazze. (ne scrivo tantissime: sono un bodypainter!) ma tutti Siete pronti per iniziare una famiglia o per migliorare le relazioni. (la seconda che hai detto. e per inciso, avete terminato i punti interrogativi?) Credo di no. quindi voglio provare a darvi tutto cio che non e stato possibile trovare nella ragazza uno del mondo, (ommadonna, la ragazza uno del mondo non l'ho mai conosciuta, mi sa che ormai è un tantinello decrepita) ho voluto dare la mia cura, il tuo calore, la tua anima. (senti, la tua cura dalla a chi vuoi, ma il mio calore e la mia anima per favore li lasci stare) Naturalmente, se non vi dispiacera. (eh bè, un pochino sì, lo ammetto) a me questo anno che segna 27 anni. (segnane uno pure per me) per la mia vita ho visto un sacco di interessante, pauroso, inquietante e divertente. (praticamente hai visto scary movie) ma questa volta con me non e stata che l'uomo unico e solo. e ora penso seriamente. (finora pensavi per scherzo?) Ho sentito dire che gli italiani sono persone molto temperamento e che si puo prendere cura della donna. (se lo dici tu...) cosi mi e stato in grado di trovare il vostro indirizzo sulla datazione www.xxxxxxx.it sito (datazione approssimativa, direi) e ora scrivo a voi. Spero che sarete in grado di rispondere a me e raccontare qualcosa di te. Con i migliori saluti, il tuo amico di Anna (cioè anna non ha trovato cinque minuti per copiare e incollarmi una lettera e ha incaricato il suo segretario di farlo? mi sento un po' offeso).

vabbè, ovviamente è la solita lettera standard tradotta male con gùgol traduttore e con la traduzione si possono fare due risate; ma quando avete finito di ridere, ci pensate un attimo che qualcuno risponde a queste email, e inizia una relazione con queste ragazze e magari va anche a finire che si sposano?

bè, che c'è di strano, dirà qualcuno, non sarebbe la prima volta che due persone si conoscono in maniera inortodossa eppure la loro storia va a buon fine. certo. ma vediamo le premesse del caso. una ragazza (ma direi meglio: un'organizzazione che si occupa della sorte di diverse ragazze, e di sicuro non in maniera disinteressata) scrive a un indirizzo email recuperato in qualche community/sito di incontri, parlando di buone intenzioni, di rapporti matrimoniali, di famiglia. mi domando: chi è che accetta di metter su famiglia con una che non solo è una perfetta sconosciuta, ma ha anche scritto le stesse inconcludenti cose a qualche altro centinaio oltre a te, e poi non ha alcun punto di contatto culturale con te? voglio dire, che cosa ne sa il maschio medio italiano dell'ucraina, o della russia o dell'estonia (a parte ritenerle abitate da gran pezzi di gnocca)? possiamo ragionevolmente supporre che sia lo stesso all'inverso; che avranno mai in comune una russa e un italiano?

non è razzismo né snobismo: molti anni fa avevo conosciuto dei ragazzi spagnoli: dopo dodici anni dalla caduta del franchismo, la spagna stava ancora faticosamente arrancando per recuperare il divario culturale col resto dell'europa occidentale. è normale, quando vivi per molti anni in una condizione di chiusura verso il resto del mondo; dalla caduta del muro di berlino son passati una ventina d'anni: vabbè internet e la globalizzazione, ma.

(noticina per i più maliziosi: lo facciamo un paragoncino con quello che stiamo vivendo in italia da quindici anni e che ci sta allontanando sempre di più dal resto dei paesi civilizzati...?)

allora la domanda è: che tipo d'uomo sposa una russa di queste che scrivono a chiunque? evidentemente, uno che di avere una qualsiasi comunione di intenti che vada al di là del metter su famiglia con una brava donna non gliene può fregar di meno. molti di loro sono alla loro seconda chance: uomini separati, divorziati, che hanno già tanti problemi e sperano di evitare di aggiungersene altri a causa di un rapporto problematico con una donna troppo impegnativa, come magari era la loro ex moglie.

personalmente, credo che nessun errore che si possa compiere, nessuna delusione patita dovrebbe trattenere dal continuare a cercare il genere di rapporto sentimentale che uno ha sempre perseguito; questo di cui si tratta, invece, mi pare decisamente un rapporto basato su una convenienza materiale, piuttosto che su una affinità. e mi pare equivalente ad ammettere non solo una sconfitta, ma una sconfitta dovuta a una strategia errata, e l'abbandono della strategia suddetta, con inversione a 180°.

una riflessione che facevo stamattina riguardava il concetto di bellezza: chi e che cosa definisce la bellezza, chi decide che cosa è bello e che cosa no? come spesso accade, si può definire qualcosa identificando il suo/i suoi contrari. bè, questo non è bello.

lunedì 14 marzo 2011

no. sul serio, non si può

minerva jones lo ha fatto nel suo blog, prendendo spunto a sua volta da un altro blogger; io ci ho pensato un po' su, ma davvero, questo blog è stato già dedicato quasi esclusivamente alla coniugazione tra eventi della mia vita, emozioni e musica: farne un riassunto per sommi, sommissimi capi si può e lo farò, ma un post, no. paradossalmente, fare un riassunto breve della mia vita in musica, lo trovo più fattibile di un riassunto meno breve: se hai l'obbligo della sintesi, metti solo le pietre miliari; ma se hai un po' più di spazio - ma non più di tanto- nasce l'imbarazzo del questo-sì-questo-no e per quel che mi riguarda diventerebbe un gioco al massacro: chi lasci fuori, i talking heads o gli u2? i cure o i killing joke?

ma voi fatelo. raccontatevi in musica, qui o da voi.

e se amate la musica, vi bacio tutti.

venerdì 11 marzo 2011

non siamo soli nell'universo.

(...)
Sta con un cocainomane schizofrenico che la maltratta, di cui non sa niente, a cui non fa domande, di cui subisce ogni abuso e sopruso; un tizio che sparisce per notti e giorni e che gli porta una prostituta a casa ma al quale non dice niente, perché lo ama. Gli presta pure cinque milioni di vecchie pesetas. Per poi iniziare a dubitare che sia un farabutto. Quando scopre che ha un'altra fissa, non si scompone: la contatta, la conosce. Entrambe diventano amiche per la pelle e si coalizzano contro di lui e solo allora lei riconosce che lui non l'ha mai amata. Ah beh, ma brava. Bell'esempio dai al genere femminile. E tutto questo perché dice che lui le dava l'idea di un uomo forte e sicuro di sé, un uomo di potere e che la carica erotica del potere è irrinunciabile.
(...)

alleluia!!!

(viene da qui)

giovedì 10 marzo 2011

troppo educato

"e a te, che cosa ti piace?"
"..."
"?"
"mah... non so"
"hai cinquant'anni, un'idea te la sarai fatta!"

avevo trovato, sul blog di lindalov, una mappa del comportamento sessuale umano, che se ne avete voglia potete farvi la vostra qui, e ho cominciato a darle uno sguardo. la mia non l'ho fatta ancora e non so se la farò. se la faccio comunque non la pubblico, ma magari mi servirà a capire meglio il perché di una simile reticenza di fronte a una domanda diretta e sincera.

la prima sensazione è di smarrimento. chi ha compilato la mappa è stato più che accurato, niente è stato lasciato fuori: c'è anche l'isolotto "Zero-G sex" che come fantasia non è niente male, ma in quanti l'avranno provato davvero? di fronte a una mappa così dettagliata, mi sento come il goloso nella pasticceria: vorrebbe provare tutto e non riesce a decidersi per niente, e magari finisce per prendere un banale bigné alla crema. e forse questa è anche l'interpretazione più corretta della mia mancata risposta: se mi dai possibilità sostanzialmente infinita di scelta, non chiedermi che cosa preferisco: io, animale sessuale pressoché onnivoro, prendo tutto l'assortimento (fatta eccezione per alcuni articoli che so che non gradisco), dammi solo il tempo di consumare.

siamo sui dolci
forse è meglio fermarsi qui

verso il sesso ho sempre avuto l'atteggiamento del bambino secondo freud: il perverso polimorfo che non conosce ancora la morale e perciò ritiene lecita ogni sperimentazione che la sua curiosità suggerisce, affamato com'è di esperienza. che poi io non abbia sempre trovato complici sufficientemente spregiudicate da condividere le mie fantasie e metterle in pratica, è un altro conto; ma se qualcuna mi ha aperto anche solo uno spiraglio, io ho provveduto a spalancare la porta (nessuno faccia similitudini oscene... già fatto? e vabbè).

c'è poi da dire che certe cose son belle/piacevoli da vedere ma non altrettanto da esperire; per esempio, la lingerie: bella da vedere, quando esalta le forme, ma durante il sesso impiccia e basta. o le calze, più o meno autoreggenti: belle, ma sotto le mani voglio solo la pelle! guardare e farsi guardare mentre si fa l'amore? perché no? ma vorrei esser certo che siamo sulla stessa lunghezza d'onda: niente è più ammosciante dello squallore.

ma tornando a bomba, non ho ricevuto alcuna educazione sessuale: a casa mia, di sesso non se ne parlava in alcuna maniera, nemmeno per proibirlo o per stigmatizzarlo come comportamento immorale: non esisteva, punto. mia sorella, che ha otto anni più di me, leggeva duepiù e quello mi ha fornito i fondamenti delle mie conoscenze fisiologiche; da le ore ho dedotto l'applicazione pratica della teoria. a questo riguardo, ho da dire che, probabilmente, essere giunto alla maturità sessuale prima dell'avvento del porno su vhs mi ha salvato dall'essere un maleducato sessuale: l'immagine statica concede molto più spazio alla fantasia di quella in movimento, e in effetti rocco siffredi scopava molto meglio in foto che in video.

insomma, son cresciuto pensando che il sesso fosse una robetta decisamente vasta e che valeva la pena esplorarla in quante più direzioni possibile. e oggi, a trentatré anni dal mio primo rapporto sessuale completo, posso dire di aver provato tutto quello che avevo voglia di provare, anche se alcune cose hanno avuto carattere episodico e di questo un po' mi dispiace; il fatto è che certe sperimentazioni sono arrivato a farle tardi, per l'unico motivo che in gioventù ho preferito stare con donne che amavo, anche se sessualmente poco fantasiose, piuttosto che sperimentare una dissolutezza autoriferita: so per certo che non mi sarei divertito. quel che avrei voluto era sperimentare insieme, condividere la passione e la curiosità per le molte forme del sesso all'interno di un rapporto amoroso anche esclusivo, perché no? dopotutto, l'ho sempre detto: avrei voluto sposare una troia.

mercoledì 9 marzo 2011

e non si fa.


uno parte con l'idea di trasgredire. scende le scale e si dirige nel luogo del peccato, assaporando in anticipo le gioie del proibito. arriva sul posto e non trova quello che cercava. tante lusinghe, magari buone per qualcuno di minori - o semplicemente differenti - esigenze, ma niente che davvero accenda la sua curiosità. si rivolge allora altrove, nella speranza che non vada perduta la sua aspettativa, non vada sprecata l'ansia del momento, ma niente nemmeno là. torna allora nel primo luogo, rassegnato a contentarsi con ciò che ha visto prima, anche se proprio non è quel che si aspettava e che nella sua mente già pregustava.

insomma, non è che uno ce l'abbia per vizio di mangiare schifezze, e non va affatto bene che la macchinetta distributrice abbia finito i kinder cereali e al loro posto ci sia solo una barretta kinder bueno white, che il cioccolato bianco non merita nememno di esser chiamato cioccolato, e le barrette di cioccoriso scotti che il solo pensiero di gerry che me le pubblicizza mi fa veni' il vomito. e che il bar della mensa sia assolutamente sprovvisto di qualsiasi cosa che ricordi anche lontanamente la cioccolata. e così mi rassegno a una tortina fiesta, che perlomeno costa poco, ma proprio non è la stessa cosa. no.

de che?

oggi mi arriva un preventivo di spesa da una ditta di york, uk, indirizzata al polo ditattico di terni. ma li si perdona, perché sono british, e poi non so che cosa (né soprattutto come) abbiamo potuto scrivere noi in inglese per chiedere il preventivo, e quindi.

però, quando ascolto il gr regionale dell'umbria, la condiscendenza svanisce. tralasciamo pure gli accenti pesantemente marcati - tanto siamo in umbria e più o meno ci si capisce nonostante le differenze - anche se è un po' ridicolo sentire che alla maratona di san valentino hanno partecipato ginguegendoginguandotto concorrenti; ma c'è un tale florilegio di pessime dizioni e strafalcioni di vario genere che no, direi anche no. uno, è un servizio pubblico, pagato con i soldi di tutti; due, è l'azienda di stato e magari sarebbe carino che facesse un attimo più di attenzione nel cercare di non maltrattare la lingua patria (e possibilmente anche quelle altrui).

insomma, mi auguro di non sentire più citato un fantomatico presidente napoletano, e nemmeno che qualcuno è stato invitato al'università di oxoford. per favore.

martedì 8 marzo 2011

8 marzo

mi perdonerete se qui non troverete gli auguri a tutte le donne, e nemmeno mazzi di mimose glitterati con scritte lampeggianti. gli è che ho la presunzione di credere di trattare le donne in maniera paritaria per tutto l'anno, e quindi non mi unisco al coro di quelli che approfittano di una giornata speciale (di cui peraltro mi pare che si sia da tempo perso il senso) per far gesti eclatanti, nella speranza che questi distolgano l'attenzione dalle puttanate che fanno durante gli altri 364.

lunedì 7 marzo 2011

non aveva mai visto cougar town

era l'inizio dell'estate, entrambi avevano un'età particolare, lui quaranta, lei trentacinque, in cui possono succedere molte cose nell'animo umano ma è meglio non succedano perché è tardi ed è inutile illudersi di tornare ragazzi.

goffredo parise era un signore d'altri tempi, in tutti i sensi: aveva uno stile antico nello scrivere, la sua prosa sa di buone maniere e di quel rispetto della forma che era un po' anche la sostanza di certa borghesia illuminata; e avendo scritto le righe sopra citate quasi quarant'anni fa, non poteva immaginare che l'età in cui possono succedere molte cose nell'animo umano si è oggi spostata in avanti di dieci anni almeno. anche per questo suona ancora più anacronistico il pensiero che segue: oggi, a cinquant'anni un uomo si sente tutt'altro che rassegnato al pensiero che la sua gioventù sia finita e proprio per questo rifiuta di credere che la vita non gli possa più riservare alcuna chance per il futuro.

non c'è un'età per essere felici, ed è ben misera la vita di colui che si rassegna all'idea che è troppo tardi per esserlo.

ero tismo

in passato ho scritto tanto di sesso ed erotismo, devo dire che non mi riusciva nemmeno malaccio. ho anche pensato di rifarlo, anche sulle pagine di questo blog, perché no? in fondo sto celebrando una sorta di rinascita, e l'erotismo è sicuramente una celebrazione della vita. ma qualcosa mi frena, e non è tanto il fatto che ormai (da tempo) il mio desiderio si accende soltanto ad personam e, di conseguenza, questo potrebbe essere motivo di reticenza (anzi, magari la mia complice sarebbe pure contenta che descrivessi le nostre imprese erotiche come so fare), o perlomeno di riservatezza.

no, è piuttosto che innanzitutto mi pare che non ci sia niente di tecnicamente nuovo da poter dire sulla questione, e praticamente dovunque si può trovare ampia trattazione su ogni singolo argomento - e dire che la materia è decisamente vasta. ma soprattutto è che penso che anche il minimo e più scontato gesto erotico triplichi in valore e in intensità, se viene compiuto tra innamorati. parimenti, nelle stesse circostanze, il gesto più osceno e turpe viene destituito di ogni morbosità, per quanto possa suonare stridente intendere come un gesto amoroso anche impedire a qualcuno di fare qualcosa, o obbligarlo a farne un'altra, o compiere nei suoi confronti gesti che al di fuori del letto sarebbero per lui/lei degradanti, e questa è cosa difficile da trasmettere a parole, se chi legge non esperisce le stesse sensazioni.

insomma, trovo che l'amore abbia un tale potere salvifico che è capace sia di renderti eccitante accarezzare una guancia, sia di farti riempire il cuore di miele anche se vieni sculacciato fino a farti venire le chiappe rosse. ma si badi bene: non c'è alcun'ombra di moralismo in quel che dico: ciascuno è libero di fare le sue proprie sperimentazioni in campo sessuale, a prescindere dal farlo o no con chi si ama. anzi, il mio auspicio è che chiunque sperimenti quanto più gli è dato di poter fare, perché è necessario conoscere i propri gusti e le proprie inclinazioni, finanche i propri limiti, per potersi poi donare reciprocamente all'amato/a senza veli, senza ipocrisie, finalmente liberi.

ma come trasmettere a chi mi legga quel valore aggiunto che io provo senza diventare ridicolo o apparentemente eccessivo, no, ancora non riesco a farlo. però prometto che ci penso. intanto tenetevi a mente una parola: incorrotto.

la forma deponente del verbo ribellarsi

eccerto, la tentazione è forte. quando qualcuno, non contento di camminarti sullo scroto coi tacchi a spillo già da un bel po', si mette a farlo con gli scarponi chiodati, la tentazione di togliertelo di torno con qualsiasi mezzo è forte. da qualche parte ho sentito inneggiare a piazzale loreto. ripeto: comprendo, perché l'impulso viene anche a me.

ma.

deve esistere un ma, altrimenti non ci sarebbe la differenza. deve esistere qualcosa che marchi la differenza tra noi e loro: a me non basta essere genericamente dalla stessa parte della barricata, voglio essere certo che quelli che stanno con me rispettino certe regole, certi principi.

non starò a discutere qua sulla maggiore o minore liceità del ricorso alla violenza. esiste il principio di legittima difesa, certo, ma esso stabilisce anche che la difesa deve essere proporzionata all'offesa: non si ammazzano le zanzare col napalm, e non voglio aggiungere altro. il fatto è che la violenza mi inorridisce da qualsiasi parte provenga, ma lo fa di più se a praticarla è chi sostiene di farlo in nome di un ideale di giustizia. e questo per me è già di per sé un buon motivo per rigettare a priori l'ipotesi di un gesto "rivoluzionario" nel tentativo di rovesciare la tirannide. ma c'è di più ancora.

secondo me, è la pericolosa tendenza di noi italiani a credere nei dei ex machina che va estirpata dalle coscienze: se di fronte alla protervia di una classe dirigente che manifestamente non fa altro che far quadrato attorno al suo capo, il quale altro obiettivo non ha se non quello di evitare la galera, la sedicente opposizione (e non parlo solo di quella in parlamento) non ha di meglio da proporre che invocare il rovesciamento del regime, anche attraverso gesti clamorosi, senza curarsi delle conseguenze e soprattutto senza avere pronto un progetto politico condiviso e che nasca dall'analisi concreta delle necessità dei più, l'opposizione è destinata inevitabilmente a fallire nel suo intento.

bisogna partire da più lontano, non importa se la strada sarà inevitabilmente più lunga, ma c'è la necessità, che trovo ormai indifferibile, di toglierci dalla testa che la strada delle soluzioni miracolistiche sia praticabile e di accettare una volta per sempre la consapevolezza che il cambiamento è possibile, sì, ma solo con l'impegno di tutti, anche soltanto con piccoli gesti di buona volontà, e che la cosa prenderà tempo, perché danni ne sono stati fatti, e parecchi, e per rimettere le cose a posto ce ne vorrà parecchio di più.

e stiamone felici, perché tornare indietro, per noi, è ancora possibile, nonostante sia molto costoso. rigenerare un pezzo di legno dalla sua cenere, no.

mercoledì 2 marzo 2011

risposta e botta


mia mamma era sarta e lavorava in casa. ho ancora nelle orecchie il rumore della macchina per cucire e negli occhi i gesti delle sue mani, rapidi, precisi, sapienti: le forbici che tagliano, gli spilli e gli aghi che si infilano nella stoffa, per le misure e l'approssimazione i primi, per le imbastiture o per le rifiniture a mano i secondi. ho imparato da lei a usare le mani, ancora oggi la mia mente è felice quando può rilassarsi e lasciar fare il lavoro a loro due.

e dire che c'è ancora chi si stupisce del fatto che io abbia l'abitudine di conservare corrispondenza, documenti, ricordi. certo, non lo faccio a livelli maniacali come per esempio faceva mio padre, ma mi piace tenere memoria fisica delle cose, soprattutto di quelle che ho sentito, provato, sperimentato. perché ho visto che è facile, facilissimo dimenticarsi di se stessi, e soprattutto come si è arrivati fin qua (là). e se può esser bello e dolce sentirsi appena nati, non lo è altrettanto sentirsi dispersi e immotivati. quando non sai dove andare, guarda indietro da dove vieni. e là, di solito, c'è la tua essenza, il nucleo caldo sopra cui hai steso strati su strati su strati (d'animo) che alla fine riescono a non far nemmeno più intuire la forma originaria.

le mie mani, quelle che speravo mi avrebbero dato di che vivere, il mio organo sessuale primario.

(vedi anche qui)

martedì 1 marzo 2011

io tarzan, tu jane

ti raccontavo un episodio e tu, come al solito, non ne avevi colto l'essenza. inutile anche cercare di spiegarti, ma comunque mi sei stata preziosa, col tuo punto di vista. in negativo, come spesso accadeva, ma preziosa.

il tuo punto di vista era: le donne sono attratte dai simboli del potere. laddove poi, allargando il concetto al di là della fattispecie, il potere non è necessariamente simboleggiato dall'ostentazione di opulenza, ma anche dalla capacità di prendere decisioni, di gestire le situazioni in autonomia e indipendenza, dal suo carisma e, in ultima analisi, dal mostrare le palle.

ora, sicuramente capisco che in generale abbia molto più fascino un uomo che dimostri di possedere le caratteristiche tipiche del maschio alfa piuttosto che uno sempre indeciso, sempre in bilico e mai padrone delle proprie azioni; ma da qui a sentenziare che le donne, indistintamente, sono attratte dai simboli del potere, credo che ce ne corra.

credo, voglio anzi dire che son certo che molte donne non vedono nella dolcezza, in un carattere se non remissivo, perlomeno non sempre volto verso l'aggressività, un difetto o una qualità da disprezzare. e non starò troppo a sottolineare quanto l'idea di virilità sia legata a contingenze culturali: faccio solo l'esempio di miyamoto musashi, che era esperto di calligrafia e di pittura, e componeva versi, ma ciò non gli impedì di uscire imbattuto da circa trecento duelli alla spada.

tralasciamo pure le implicazioni veterofemministe e radical chic: ma davvero non abbiamo altro metro per misurare le persone che il loro reddito, o la capacità di riuscita sociale, o la loro visibilità in termini di decisionismo, che quasi sempre sfocia nella cieca arroganza? facciamo che basta con questi ruoli precotti?

due o tre volte la settimana

Ciao cari (io e chi? no, lascia, non me lo dire)
Il mio nome è (mxxxxxxxxxa@yahoo.com), (bel nome, cazzarola!) ho visto il tuo profilo oggi a libero.it
divenne (eh ma tanto tempo fa!) intrested (intrested non riesce a tradurlo nemmeno google traduttore. vuoi vedere che sono scritte col t9?) in voi, mi piacerebbe anche sapere di più, (più di zero, non è difficile) La prego di scrivere nel mio indirizzo e-mail personali in modo che posso darvi il mio (cosa?) alcune delle mie foto (aah) per voi di conoscere quale mi sono ok (e quale ti sei ok tesoro?) (mxxxxxxxxxxa@yahoo.com) I crediamo di poter passare (cioè saresti passabile? di solito mi scrivono belle gnocche, le mie azioni devono essere in ribasso)
Da qui sto aspettando. (aspettami ché arrivo) Ricordate la distanza o il colore non importa, ma
l'amore conta tantissimo nella vita, (guarda, ti amo già, aspettavo te. e pure tu sento che)
Grazie.
mirian.