giovedì 26 aprile 2012

vantaggi del tempo che passa

la festa della liberazione, l'ho passata tutta insieme ai figli. prima di pranzo c'è stato un simpatico siparietto in cui figlia2 ed io abbiamo improvvisato una coreografia su musica di fatboy slim, mentre il pranzo è stato allietato dalla visione di total wipeout con commento musicale casuale che proveniva dall'altra stanza ma che si è rivelato azzeccatissimo in più momenti.

dopo pranzo, è stata accolta con estremo favore la mia proposta di andare a fare i compiti all'aria aperta, approfittando del lento ritorno del sole. e i compiti li abbiamo anche fatti, tra una gara e l'altra di equilibrismo a cronometro su tondino di ferro (prossima specialità olimpica), finché a un certo punto, visto che figlia2 continuava a perdere tempo piuttosto che liberarsi rapidamente delle incombenze e invece figlio1 aveva finito, lui ed io siamo andati a far due passi.

e là mi sono accorto che giacomo è diventato una delle poche persone con cui parlo, laddove intendo il verbo nel suo significato più stretto, visto che passo per una persona estremamente silenziosa. e in realtà è così: ho imparato a risparmiare il fiato per riservarlo a chi è disposto ad ascoltarmi. è presunzione, la mia? può darsi. il fatto è che presuntuosamente penso che anche quando parlo di cose comuni, le condisco comunque con il mio sentire, e il mio sentire non è mai banale, né posso certo pretendere che tutti lo condividano. ecco, allora mi arrogo il diritto di scegliere il mio pubblico, diciamo.

a giacomo parlo senza inibizioni, soprattutto senza quella che per me è la più grande, cioè quella che mi impedisce di parlare, coi più, di cose quotidiane o comunque di rilevanza relativa, perché detesto le ovvietà e non mi va di ribadire che non ci sono più le mezze stagioni solo per compiacere l'horror vacui del mio interlocutore. lui è curioso di tutto e quindi tutto diventa un argomento di conversazione - dieci minuti spesi solo commentando un tizio in parapendio - e non fa mai domande non pertinenti. sappiamo entrambi che il suo e il mio sono mondi lontani, ma tutti e due ascoltiamo le storie dell'altro senza pensare "che stronzata".

l'altra è forse più piena di sé, meno propensa a mettersi in discussione, anche quando è evidente che, nella vita, lei è solo una praticante mentre altri hanno già decenni di esperienza. però in una cosa è maestra assoluta: nel fare domande che necessitano di una risposta complessa dal sedile posteriore dell'auto. ha cominciato ad anni cinque con "ma perché tu e la mamma vi siete separati?" e prosegue la tradizione ieri con "ma perché tu non credi in dio?".

insomma, se dovesse venir fuori una compagine di partigiani che decidesse di andare sui monti, ho paura che dovrei declinare l'eventuale invito causa limiti di età. facevamo che la mia resistenza la faccio cercando di far restare i miei figli svegli, critici e consapevoli? e magari trovando il tempo per due stronzate divertenti.


venerdì 20 aprile 2012

choose wisely

ora, ci sono un paio di cose che continuano a ronzarmi nella mente anche se dovrei averle superate. e da un punto di vista - diciamo - psicoanalitico, le ho superate: il dolore che mi provocavano l'ho affrontato e sconfitto, ma, una volta di più, sapere che l'ho in culo non aiuta, se la consapevolezza non serve a rimuovere gli ostacoli. che invece se ne stanno lì belli indisturbati.

conversazione immaginaria:
"mi hai nel culo"
"lo so. ma non è colpa mia"
"lo so. ma mi hai nel culo lo stesso"
"e non te ne vai?"
"no."

è che il passato non si può cambiare (you don't say!?), in compenso il passato a volte (spesso) cambia te.

correva l'anno 2005 quando comunicai all'allora vivente genitore la mia decisione di emigrare in francia. come ogni democristiano di razza, spostò da subito il punto della questione dall'ambito squisitamente materiale della faccenda (che era l'unico che contasse e che mi aveva spinto a prendere tale decisione) a quello filosofico-morale, cioè là dove lui si sentiva inattaccabile, sentendosi una specie di abramo lincoln de noantri, un'autorità morale ineccepibile nei pensieri, nelle parole, nelle opere e nelle omissioni. il fatto è che mi sentivo e mi sento ineccepibile pure io, e infatti ho avuto gioco facile nel tenere il punto contro le sue argomentazioni, perché - eccheccazzo - se restiamo nel campo delle opinioni, le mie valgono quanto le tue. il bel finale della conversazione (durante la quale, come è ovvio immaginare, scagliò contro di me qualsiasi anatema) fu che, vistosi sconfitto sul piano teorico, ribaltò di nuovo i termini della questione riportandola sul piano pratico e finalmente sentenziò: "tu sei sempre stato troppo innamorato della filosofia". la mia replica fu: "dammi un'alternativa praticabile". il suo silenzio fu il colpo di gong che segnalò la fine dell'ultimo round.

ma vaffanculo, caro papà: te lo dico di tutto cuore e senza astio, e non soltanto perché poi io ho fatto quel che volevo fare e pure a cuor leggero, né mi sono mai sentito in colpa per averlo fatto, ma perché la storia poi ha anche dato ragione a me, nel senso che emigrare in un paese civile, in quel momento storico, era la scelta vincente, e rimanervi sarebbe stato ancor più saggio, ma son dovuto tornare mio malgrado. inoltre, al mio ritorno, ho anche trovato quel che ho trovato: nel senso che, alla morte di abe lincoln, s'è scoperchiato il vaso di pandora delle cazzate che aveva combinato, che comportavano un'eredità fatta di un appartamento del quale si era guardato bene di fare donazione ai figli anche se sapeva di avere un cancro (e per inciso anche quasi ottant'anni, ma si sa, abe lincoln è immortale per definizione), ma anche e soprattutto di cinquantamila euro (dicansi cinquantamila. euro.) di debiti contratti per l'acquisto a rate di libri similpregiati, inutili e incommerciabili. per dare un'idea meno approssimativa della questione, lui, parastatale pensionato con una rendita di 1300 euri al mese, pagava alle varie finanziarie un totale mensile di 700 euro. in compenso, aveva prestato alla sua amante (definizione di amante per me che non son moralista: lui era vedovo, ma lei no), nel corso degli anni, un totale di 110 milioni di lire. un po' alla volta, lei aveva cominciato a restituirli, finché alla morte di abramo era rimasto un credito di 32.000 euro. la signora, al funerale, mi si avvicinò e disse che dovevamo parlare, bontà sua, e si impegnò a continuare a rimborsare, sempre un po' alla volta. dei trentadue ne ho rivisti quattordici, ma da un paio d'anni la tipa si è dileguata, e siccome il prestito era stato fatto sulla fiducia e sull'onore (rido), non ho alcuna pezza d'appoggio su cui poter far conto, quindi immagino che posso dire addio ai miei (nostri: miei e di mia sorella) diciottomila euri. per non parlare dei trentamila che abramo aveva investito in bond argentini. ah ne ho parlato? bè, ne son tornati a casa solo novemila.

insomma, il campione della moralità aveva fatto un casino puttano, mentre questo improvvido egoista irresponsabile che scrive, se morisse oggi, se non altro non lascerebbe debiti ai suoi eredi. per dire, nel conto corrente del campione di rettitudine non c'erano nemmeno i soldi per pagare il funerale. il fatto è che io sarò anche troppo innamorato della filosofia (frase che poi ho risentito in bocca alla mia ex moglie... e anche là avrei da togliermi un sassolino dalla scarpa... ma questa è un'altra storia. no, è la stessa con altri protagonisti, vabbè), ma poi nella pratica non solo so cavarmela meglio di tanti praticoni ghepensimì, ma ho anche la vista più lunga di tanti altri che passano per previdenti solo perché hanno paura di qualsiasi cosa sia a loro ignota e a te che osi danno del pazzo incosciente.

responsabile, etimologicamente, significa "capace di dare una risposta", il che presuppone che qualcuno abbia fatto una domanda. ora, se la risposta che vi dò io non vi piace, siete padroni di non seguirne il consiglio, ma poi non rompete il cazzo quando, per seguire quello della risposta che vi piaceva di più, vi ritrovate con le pezze al culo. e sai che c'è? che sapere che avevo ragione io ma ritrovarmi con le pezze al culo lo stesso, non mi consola per un cazzo. proprio per un cazzo.

giovedì 19 aprile 2012

puff

è vero, sospiro tanto. mò che il mio amore me lo ha fatto notare, ci faccio caso e sì, ogni tanto (ma direi ogni poco) tiro un sospirone. roba che l'amore mio, sempre timorosa di non essere sufficientemente, aveva paura che io mi stessi annoiando e manifestassi così la mia insofferenza ma no, no. sospiro e puffo anche da solo, anche mentre non faccio niente, anche mentre non penso a niente.

o magari penso a qualcosa e non lo so.

sarà che c'è un'aria, un’aria, ma un’aria che manca l’aria o che ne so io. il fatto è che sicuramente c'è poco da stare allegri, anche e soprattutto perché son tutti capaci a lamentarsi, perché di lamentele ognuno c'ha la sua da fare, ma poi tutto finisce là.

stamattina mi sono sciroppato un'ora di cammino, dall'officina dove ho lasciato l'auto all'ufficio. sette chilometri e rotti, poi, quando ormai ero in dirittura d'arrivo, arriva alle mie spalle una collega e mi dà l'ultimo strappo. questo ovviamente mi costerà la squalifica come a dorando pietri, ma mi ha fatto anche riflettere sul fatto che non mi era venuto in mente di domandare alla collega medesima se avesse potuto darmi un passaggio, visto che solitamente arriva in ufficio all'ora che sono arrivato stamattina (tardissimo, per i miei standard). orgoglio? ce-la-posso-fare-da-solo? no, è che sono abituato a pensare che esista un servizio pubblico e che magari abbia anche un certo livello di efficienza.

sbagliato, per fare sette e rotti chilometri avrei dovuto prendere due autobus e comunque nessuno di loro mi ha sorpassato mentre scarpinavo del più e del meno. ergo, ho risparmiato tempo. e da poco ho verificato che uno dei due autobus che dovrò prendere al ritorno c'è solo all'una o alle sei di pomeriggio, e in mezzo niente. se scaglio un vaffanculo, esagero?

finiamola qua, se no comincio col mio elenco di lamentele, che somigliano più o meno a quelle di chiunque sia costretto a lavorare per campare e divento soltanto noioso. come ha detto qualcun altro in maniera sicuramente più elegante, non mi serve a una sega sapere che ce l'ho nel culo, se questa consapevolezza non mi aiuta a togliermelo di là.

uno allora si rifugia nelle cose più intime e personali che sicuramente gli hanno dato sempre soddisfazioni e certezze. tipo, il sesso. fatto sta però che son tre o quattro giorni che manco mi tira il cazzo. e allora sai com'è, mi girano un po' le palle.

sarà che c'è un'aria, un’aria, ma un’aria che manca l’aria...


mercoledì 18 aprile 2012

umberto (quello bravo)

Per millenni la maggioranza degli uomini ha creduto che il sole girasse intorno alla terra [...] Le maggioranze si sono sbagliate a ritenere Beethoven inascoltabile o Picasso inguardabile, la maggioranza a Gerusalemme si è sbagliata a preferire Barabba a Gesù, la maggioranza degli americani sbaglia a credere che due uova con pancetta tutte le mattine e una bella bistecca a pasto siano garanzie di buona salute, la maggioranza si sbagliava a preferire gli orsi a Terenzio e (forse) si sbaglia ancora a preferire "La pupa e il secchione" a Sofocle. Per secoli la maggioranza della gente ha ritenuto che esistessero le streghe e che fosse giusto bruciarle, nel Seicento la maggioranza dei milanesi credeva che la peste fosse provocata dagli untori, l'enorme maggioranza degli occidentali, compreso Voltaire, riteneva legittima e naturale la schiavitù, la maggioranza degli europei credeva che fosse nobile e sacrosanto colonizzare l'Africa.


In politica Hitler non è andato al potere per un colpo di Stato ma è stato eletto dalla maggioranza, Mussolini ha instaurato la dittatura dopo l'assassinio di Matteotti ma prima godeva di una maggioranza parlamentare, anche se disprezzava quell'aula "sorda e grigia". Sarebbe ingiusto giocare di paradossi e dire dunque che la maggioranza è quella che sbaglia sempre, ma è certo che non sempre ha ragione.

lunedì 16 aprile 2012

e, per inciso

va' che bella questa. e in teoria non è nemmeno hardcore. in teoria.


postception: il post nel post

volevo scrivere qualcosa a riguardo della pornografia, esattamente volevo smentire il fatto che la pornografia (almeno quella mainstream) rappresenti comportamenti sessuali verosimili o/e praticati nella quotidianità, anche da persone sessualmente smaliziate. poi, per dare forza alle mie argomentazioni, sono andato alla ricerca del significato letterale della parola pornografia, e vi ho trovato spunto per un'altra riflessione.

vediamo il wikizionario: oscenità di scritti, disegni, immagini, ecc., in cui avviene una rappresentazione esplicita di soggetti erotici e sessuali.

oscenità? mah. vado a vedere il dizionario hoepli online (purtroppo il de mauro non è più disponibile da anni... una prece) e trovo la seguente definizione: rappresentazione di soggetti osceni per mezzo di discorsi, scritti, disegni, fotografie e spettacoli.

ancora quella parola. non contento, consulto la treccani online. dice: trattazione o rappresentazione (attraverso scritti, disegni, fotografie, film, spettacoli, video ecc.) di soggetti o immagini ritenuti osceni, fatta con lo scopo di stimolare eroticamente il lettore o lo spettatore.

cedo. vado a controllare il significato di osceno.

hoepli: che offende il pudore con parole, azioni o immagini riferite alla sfera sessuale.

treccani: che offende gravemente il senso del pudore, soprattutto per quanto si riferisce all’ambito della sessualità [...] per estensione, turpe, laido, immondo, ripugnante.

il pudore? il senso del pudore? ragazzi, ma queste sono opinioni: ciascuno ha il senso del pudore che si ritrova, e quindi quel che è osceno per te può non esserlo per me, e viceversa. un vocabolario, qualsiasi strumento di consultazione, dovrebbe invece, a mio modestissimo parere, contenere dati oggettivi e non confutabili, come lo sono invece le opinioni. quindi, sempre secondo il mio modesto parere, definire pornografia come una rappresentazione di oscenità significa non definirla affatto. più corretta, anche se ha dovuto pagare il tributo del rispetto a chi-ne-sa-di-più, la definizione di wikizionario, che perlomeno a quella dell'oscenità aggiunge la definizione di rappresentazione esplicita di soggetti erotici e sessuali. che è quel che cercavo, vivaddio, e tutto sommato anche tutto quel che andava detto: un'informazione semplice e diretta. ma ne siamo più capaci?

comunque, torniamo all'intento originario: la pornografia, per definizione (rido un po', ma senza farmene accorgere), è la rappresentazione della sessualità umana, e il suo nocciolo duro (in inglese, hardcore) è la rappresentazione di atti sessuali reali, cioè non simulati. lasciamo per un attimo da parte il fatto che la definizione di atto sessuale è anch'essa piuttosto vaga e arbitraria e prendiamo per buona la definizione che hardcore sia qualcosa in cui si vede almeno un organo sessuale nell'esercizio delle sue funzioni. il fatto è che, a dispetto della definizione non plus ultra, raramente io trovo realistiche le funzioni rappresentate.

intanto, i protagonisti stessi sono poco credibili: le donne son quasi tutte artificiali e le poche che non lo sono, comunque, appartengono a un tipo di avvenenza stereotipata: giovani, toniche, levigate; gli uomini, idem: giovani, fisicati e con una mazza tanta - ma quello trova giustificazione nel fatto che, se fosse più corta, i corpi dovrebbero stare troppo vicini durante l'accoppiamento e non si vedrebbe più niente. ma poi, vogliamo parlare della gestualità? zum zum zum, zan zan zan, è sempre la solita frenetica tiritera. una cosa così io non mi eccito nemmeno a farla, figuriamoci a guardarla.

poche le eccezioni per quel che riguarda l'aspetto degli attori, moltissime invece le finzioni per quel che riguarda tutto il resto e vorrei dire a quei signori che no, non è così che si scopa: al massimo così ci si masturba col corpo altrui, in ogni caso non state fornendo un buon esempio, considerando che molto spesso la pornografia è l'unica fonte di informazione sul sesso che c'è a disposizione.

giovedì 12 aprile 2012

irriducibili

voglio dire: quanto vi ci vuole per decidere che una persona è definitivamente bollita, e che le sue idee non hanno la possibilità di essere concretamente attuate?

son vent'anni che bossi ce la mena con la padaaaaniaaa e roma ladrona e la secessione del noooord e l'orgoglio padaaaaano e il dio po (io ne ho in mente altri, ma se vi pare...). vent'anni, quindici dei quali la lega è stata al governo. cazzo ha ottenuto? il trota consigliere regionale. wow.

no, dico, il trota. dodicimila al mese: io ci metto dieci mesi a tirarli su (e nel frattempo ne ho spesi quindicimila, ma questa è un'altra storia), non so voi orgogliosi leghisti barbari sognanti.

(ecco, sì, sognate, sognate. ma soprattutto continuate a dormire sereni)

che poi, bossi, lo vogliamo ricordare? era sempre quello che la mattina usciva di casa con la 24 ore e diceva alla moglie che andava ad esercitare la professione medica senza essersi mai laureato. la moglie l'ha mollato perché a 34 anni, benché padre di famiglia, non aveva ancora un lavoro. ed era il 1982, non c'era la crisi occupazionale che c'è oggi. insomma, un altro miracolato della politica: con questo dna, vi stupite del trota?

e con queste brillanti premesse, mi spiegate l'ulteriore furbata di lasciare a capo di un partito uno che è stato colto da ictus e pensare che tutto sia uguale a prima? sì, in effetti bossi non è diverso da prima: cazzate diceva prima, cazzate dice adesso, solo che si capiscono ancora meno bene. ma chiunque conosca qualcuno colpito da ictus sa che, per quanto bene se ne esca, una persona non sarà mai più la stessa di prima. per dire, mia sorella l'ha avuto, sta benino, ma non è più in grado di lavorare - e faceva l'impiegata, eh. bossi continua a fare il segretario di un partito che conta il 10% a livello nazionale e ha tenuto per le palle un governo coi suoi ricatti. non vi viene il sospetto, o barbari sognanti orgoglioni padani, che qualcuno - come minimo - lo adopera come una marionetta e ne muove i fili?

nel frattempo che voi vi facevate le seghe con l'acqua del dio po (ma diocàn...) il federalismo fiscale e le corna da vichingo, qualcuno, grazie al vostro appoggio in parlamento, evitava la galera un giorno sì e l'altro pure, qualcun altro tirava su per il naso roba comprata anche con i soldi delle tasse pagate da me, mentre altri chiudevano fabbriche e negozi, altri delocalizzavano in culo agli operai e altri ancora si ammazzavano non avendo alternative praticabili.

e adesso è tutto un complotto, ovvero qualcuno si è approfittato della buona fede di bossi. oh, almeno adesso decidetevi: è un complotto, cioè è tutta una montatura e niente è vero, oppure qualcuno ha allungato le mani alle spalle del capo? no, perché le due cose insieme non è possibile, ve lo voglio dire.

ma già, voi siete barbari sognanti. non siete afflitti dalle contingenze del verosimile.

ma ve ne andate affanculo?