giovedì 21 marzo 2013

il finale non era aperto, il dibattito sì

innanzitutto, vi invito a cominciare la giornata come l'ho cominciata io. chissà che non vi metta del giusto umore:




ieri sera l'amore mio ed io ci siamo visti the wrestler in tv: il suo finale ci ha trovato di opinione discorde sulla sua interpretazione.

riassumo brevissimamente il film per chi non lo conoscesse, tagliando tutto con l'accetta male affilata: randy "the ram" robinson è una vecchia gloria del wrestling anni '80 ma ancora in attività, nonostante la devastazione che egli abbia operato e continui ad operare sul suo corpo, esteriormente ed interiormente, il tutto per compiacere il suo pubblico. vent'anni dopo il suo momento di massima gloria, è uno sbandato sempre sull'orlo della bancarotta, abbandonato da moglie e figlia, che tira a campare grazie a incontri di infima categoria. ha un'amicizia sui generis, ma sincera, con cassidy, una lap dancer de una certa, sbandata quanto lui, con figlio a carico e senza compagni in vista, sul viale del tramonto professionale anche lei.

dopo l'ennesimo incontro, particolarmente cruento, randy ha un infarto e i medici gli proibiscono di continuare a combattere. anche se si rende conto di essere obsoleto e inadatto a ciò, prova ad adattarsi ad una vita "normale" facendo a tempo pieno il lavoro di commesso in un supermercato, fino ad allora part time, cercando di alzare il livello del rapporto con cassidy per portarlo verso il sentimento, accogliendo il suggerimento di quest'ultima di cercare di ricomporre il rapporto con la figlia. le cose sembrano funzionare, ma il lavoro al super è insostenibilmente avvilente, le lusinghe di una notte di coca e sesso gli fanno dimenticare l'appuntamento ottenuto a fatica con la figlia, che perciò lo manda definitivamente a fanculo, e cassidy, non fidandosi del tutto di lui, gli oppone un rifiuto netto e offensivo quando lui le propone di proseguire la relazione.

vistosi definitivamente fuori posto per il mondo dei normali, accetta di combattere l'incontro revival con lo storico avversario di vent'anni prima, ben sapendo che rischia di rimanerci secco. nemmeno il deus ex machina dell'apparizione di cassidy, che ha di nuovo cambiato idea, lo distoglie dal suo proposito suicida: durante l'incontro è colto da ripetute fitte al petto e il film termina con il volo di randy dalle corde, il ram jam, la sua mossa finale e vincente: un volo oltre l'inquadratura e oltre la vita.

considerazione a margine: ma quanto coraggio ci vuole per interpretare un personaggio che per certi versi ti somiglia tanto e verso cui la storia raccontata ha uno sguardo così impietoso? hats off to mr. rourke.

bene: fin qua, il film. caso volle che, proprio all'ultima scena, la mia simo si fosse distratta e quindi, tornando a bomba, domandasse: "che è successo?" "eh, probabilmente ha avuto un altro infarto e mò crepa". "ma va' in figa to mare!"

spiegazione del condensato (l'improperio non lo traduco): la sua interpretazione è che randy non ha potuto resistere ai suoi impulsi testosteronici e, pur di non affrontare svantaggi e delusioni di una vita normale, ha preferito combattere a rischio di morirne. io mi sono opposto alla sua interpretazione sostenendo che la sua era una scelta obbligata, visto che per il mondo dei normali egli era del tutto fuori posto, fuori luogo e fuori tempo.

la scena chiave su cui maggiormente si è sviluppata la nostra diatriba è stata quella in cui randy va ad incontrare cassidy al locale di lap dance e la lusinga con promesse di una relazione stabile basata sul sentimento, ma lei, considerando quel poco credibile campione di affidabilità, lo allontana con sdegno, dicendogli che è solo un cliente come tutti gli altri e lei non esce con i clienti. ne sortisce una scenata in cui lui tira fuori una banconota e le chiede con arroganza e malagrazia di ballare per lui e compiacerlo, come si fa appunto con i clienti, finché viene allontanato dai buttafuori:

la versione di simo: lei ha una vita già abbastanza complicata e non ha bisogno di complicarsela ulteriormente, affidandosi a chi si è sempre dimostrato inaffidabile, come compagno e come genitore. sarebbe tentata dal desiderio di alleviare la propria solitudine insieme a lui che, in fin dei conti, apprezza, ma la paura di un ulteriore fallimento prevale sull'istinto di lasciarsi andare, e la sua risposta sgarbata è un atto di difesa irrazionale, ma giustificabile, e dopotutto, alla fine, cerca di salvarlo presentandosi prima dell'inizio del combattimento fatale, ma è lui che è testardo e preferisce il suo pubblico plaudente all'ipotesi di una vita troppo normale (simo mi corigerà, si sbalio).

la versione di ste: lui ce la sta mettendo tutta, anche se è evidente la sua inadeguatezza nei confronti di una esistenza che non sia quella del lottatore di wrestling. quando sai fare una cosa sola e ti viene impedito di farla, la frustrazione è massima e vivi costantemente al limite di sopportazione: ogni ostacolo che si frappone tra te e quello che per te è un'aspirazione al ribasso, a cui ti assoggetti obtorto collo anche se comunque fai del tuo meglio, è solo carburante per la frustrazione. c'era stato un incontro in campo aperto tra randy e cassidy, come due amici che si frequentano e forse si piacciono, e lei alla fine accetta le avances di lui, anche con visibile emozione, pur se stemperata da comprensibile (per noi che ne stiamo fuori) ritrosia a fidarsi di lui. lui, invece, non la comprende e pensa che sia solo un'altra tessera di un puzzle che compone l'immagine di un mondo che lo rifiuta: l'unico submondo che lo apprezza e lo rispetta è quello del wrestling, dove è ancora acclamato e applaudito dal pubblico e trattato con deferenza dai più giovani.

è abbastanza evidente che le scene del tentativo di randy di instaurare una relazione con cassidy forniscono anche la chiave di lettura del film. e siccome aronofsky è maschio e randy/rourke è maschio, la chiave di lettura è un punto di vista maschile. e siccome questo blog è mio e (guardo nelle mutande) son maschio anche io, mi prendo il vantaggio di esplicitare il punto di vista e quindi la chiave di lettura come la intendo io, cercando di far pendere il piatto della bilancia del dibattito dalla mia parte.

uomini e done, è evidente, ragionano in maniera differente: i pensieri di un uomo seguono percorsi molto più rettilinei rispetto a quelli di una donna, pertanto, a una domanda diretta, egli si aspetta una risposta altrettanto diretta e, possibilmente, sincera. randy non può comprendere che la reazione negativa di cassidy alle sue serie e sincere proposte è dettata solo dalla paura, semplicemente perché non possiede una struttura mentale capace di concepire un percorso mentale secondo cui "avrei voglia di fidarmi di te nonostante tutto, ma una parte di me ha paura di te e di un ennesimo e più clamoroso fallimento, quindi nego finanche l'evidenza dicendoti che tra noi non c'è niente di speciale". ecco: questa cosa di negare l'evidenza è una cosa che ai maschi - a meno che siano politici - fa andare il sangue agli occhi. è semplicemente inconcepibile che una persona neghi un'evidenza palese, e contro ciò siamo del tutto disarmati, l'unica possibile strategia è quella di abbandonare il gioco. per questo stesso motivo, randy non arriva a comprendere la dicotomia a cui sottosta cassidy/pam: per necessità, pam sveste i panni di madre e si traveste da cassidy la lap dancer, ma non è cassidy; robin ramzinski diventa randy robinson e per lui non c'è differenza tra il suo personaggio e la sua identità. anche quando cerca di integrarsi in un gioco sociale diverso, non è tanto la frustrazione di avere a che fare con clienti petulanti e irrispettosi che lo manda fuori di testa, quanto il fatto che un cliente lo riconosca e confonda il randy wrestler con il randy commesso (che non a caso sul cartellino ha il suo nome anagrafico): "tu sei randy the ram!" "no.", e la sua risposta è sincera: lui non è più randy the ram, è randy il commesso. e quando gli parte l'embolo, torna ad essere il wrestler. per questo motivo, egli non può comprendere l'accusa (peraltro ingiustificata, se non dalla paura di cui sopra) che pam/cassidy gli fa di considerarla "una spogliarellista" mentre lei è "una mamma": egli ha per pam lo stesso rispetto e gli stessi modi che ha per cassidy semplicemente perché non vede la scissione, e se né pam né cassidy capiscono questo e perdipiù insistono a pretendere che la malizia sia nell'occhio di chi le guarda, anziché nel proprio, per randy, pam/cassidy entra a buon diritto nel novero dei "cattivi" che lo rimbalzano, ben lungi dal rappresentare un motivo per condurre un'esistenza diversa da quella del lottatore. scelta obbligata, quindi, quella di essere wrestler in aeterno e di immortalare la sua scelta nell'unico modo possibile, cioè uscendo di scena con lo stesso passo con cui sulla scena si è imposto.

tutto quanto sopra - compresa la blandizie della colonna sonora - per dire che invito tutti i quattro fedeli lettori del mio blog a partecipare al dibattito e dire la loro in merito, dimenticandosi che siamo in italia e, più che esprimere opinioni, siamo abituati a fare il tifo. contro.

martedì 19 marzo 2013

come se fosse antani

ascoltare bene e leggere in contemporanea lo sbobinamento. guardare il video è optional, tanto sta solo picchiettando a caso sul tablet.

avete votato un troll leggendario.

link

lunedì 18 marzo 2013

testuale

"La scelta tra Schifani e Grasso era una scelta impossibile. Si trattava di decidere tra la peste bubbonica e un forte raffreddore."

la fonte è questa e immagino che non verrà smentita, visto che viene dal blog del guru in person (salvo cancellazioni dell'ultimo minuto).

ora.

immaginate che vi vengano proposti, in alternativa, la peste oppure un raffreddore, benché forte. avreste qualche dubbio?

rispondete sinceramente.

per beppe grillo, è uguale. stesso cazzo.

adesso cominciate a capire per chi avete votato, genyi?

giovedì 14 marzo 2013

siberiano, ma educato

come si capirà dal titolo del post, son reduce dalla visione di educazione siberiana, di salvatores. il film mi è piaciuto, al di là della verosimiglianza della storia: voglio dire, non ho idea se nicolai lilin abbia davvero un passato come quello descritto, e soprattutto se la comunità siberiana deportata nell'oggi moldavia segua/seguisse davvero il rigido codice morale descritto, ovvero siano solo delinquenti comuni e tutto sia ampiamente romanzato, e mi interessa anche poco.

la morale che però se ne ricava è che al fondo delle cose, quel che regna per chi vuole perseguire fino in fondo la propria dirittura morale, qualche che sia, c'è sempre la solitudine: sia che tu ti ponga come outsider e decidi di violare le regole del branco, sia che tu decida di seguirlo, il branco, e di prenderti la responsabilità di farne rispettare le leggi non scritte.

e pensavo a me, al mio inevitabile destino di outsider rispetto alla società convenzionale. e pensavo che non so nemmeno sparare.

se no, almeno oggi potrei vendermi come sicario.


mercoledì 13 marzo 2013

va' truann' mò chi è stat

mi tocca etichettare qualche centinaio di libri ricevuti come donazione dalla banca d'italia e successivamente inventariati da noi. è roba del 2010 ma nessuno l'aveva mai fatto, e quindi mò tocca a me. pazienza: tanto la giornata in qualche modo bisogna svoltarla. mi armo quindi di svariate etichette adesive, pennarello indelebile, elenco dei libri, matita, gomma, cuffie e vado nel seminterrato, dove sono archiviati i libri suddetti.

considerazione 1: meno male che non mi ero tolto il giaccone.

considerazione 2: meno male che in tasca ho il berretto di lana.

considerazione 3: ci ho visto lungo a portare le cuffie - almeno ascolto un po' di musica.

considerazione 4: a differenza mia, i gatti non hanno bisogno delle chiavi per entrare qui dentro. la puzza di piscio aleggia in sottofondo. che meraviglia.

sticazzi: ripeto, in qualche modo la giornata va svoltata, e pertanto. mi rendo subito conto che la cosa non sarà breve: i libri sono archiviati in nessun ordine, mentre il mio elenco - evidentemente compilato da chiunque fuorché un bibliotecario - me li dà quasi sempre in ordine alfabetico per autore. quasi sempre perché a volte c'è l'autore; altre volte c'è il nome del primo autore; altre volte, in caso di più autori, viene riportato AA.VV.; altre volte ancora, al posto dell'autore viene indicato l'editore. insomma, mi tocca una bella ginnastica logico-mentale, per poter arrivare a un risultato.

però a volte capitano cose al di là della mia comprensione e credo anche al di là della comprensione umana in generale. si veda l'esempio sotto riportato:


come si vede, non c'è autore. trattandosi di atti di un convegno, ho cercato tra gli AA.VV., ma niente, il titolo non c'era. lo cerco sotto la voce "convegno". non c'è. sotto "2° convegno". non c'è. sotto "atti del convegno". non c'è. alla fine, dopo aver girato e rigirato il volume per cercare l'ispirazione, vengo colto da improvvisa illuminazione: fosse inventariato sotto il nome del primo degli autori? apro il volume:



ottimo. scorro l'elenco alla lettera B e chi ti trovo?


et voilà, badioli è diventato badidi. qualcuno prima o poi dovrà dirglielo (non io, sorry).

ma il mio preferito (per ora) rimane questo:


indovinate sotto quale nome era elencato...?

non ci arrivate?

ronchi.

perché ovviamente tarantola è il nome di battesimo.

ma santa banana...




(secondo me, continua)