venerdì 1 giugno 2012

elogio dell'imperfezione

tempo fa, una mia amica stava sfogliando una rivista e si soffermò sulla foto promozionale di striptease, film che usciva in quei giorni, che ritraeva demi moore fresca di chirurgia estetica (e probabilmente anche di photoshop):

"guarda quanto è bella", mi fa. e io:
"no. non mi piace"
"non ti piace?! impossibile, guardala: è perfetta!"

perfetta. etimologicamente, perfetto significa compiuto, senza difetti. ma se, nel caso di manufatti, l'assenza di difetti è sinonimo di qualità, nel caso di individui... è semplicemente un ossimoro: se tutti fossimo perfetti, saremmo indistinguibili gli uni dagli altri, e quindi non più individui.

ma, evidentemente, c'è chi apprezza la perfezione estetica anche negli esseri umani, che di per sé è un concetto perlomeno fuorviante (se non del tutto errato), visto che nessuno ha mai stabilito dei criteri universalmente accettati per definire che cosa debba essere esteticamente apprezzabile in una persona; poi c'è da dire che quello che viene perfezionato (ammettendo per un momento che esista la perfezione nell'umano) in maniera artificiosa, e il corpo di demi moore ne è(ra) un esempio, altro non è che un altro argomento a favore della mercificazione dei corpi e delle persone nella loro interezza. l'aforisma all'inizio di zyg degli area (1974) diventa universalmente valido se si tolgono le specificazioni: l'estetica è lo spettacolo della merce; ne consegue che se ti rendi attraente - o per meglio dire attrattivo/a - per finalità che non siano direttamente riconducibili alla seduzione, diventi merce tu stesso/a.


più facile decidere che cosa sia indesiderabile, ma anche là i pareri certamente non sono unanimi: quelli che, negli altri, per qualcuno sono difetti, per me potrebbero essere elementi di fascino e seduzione, e viceversa; quanto alla mia apparenza, preferisco senz'altro la personalità alla perfezione: spesso mi capita addirittura di introdurre volontariamente, nel mio abbigliamento, elementi di asimmetria; oppure indosso serenamente capi che mostrano segni anche evidenti di usura, soltanto perché ne sottolineano l'unicità - l'orlo sfrangiato dei miei jeans è così per via del loro uso, non per accondiscendenza verso una moda che rende fintamente unici capi in realtà tutti uguali nella loro imperfezione di fabbrica.


allo stesso modo, una ruga, una piccola cicatrice, un ricciolo ribelle, un lieve accumulo incoercibile di adipe, le piccole imperfezioni che rendono unica una persona le si legano indissolubilmente, andando a far parte delle sue caratteristiche peculiari, quelle che affiorano per prime alla memoria, quando cerchi di figurarti qualcuno che non vedi più da tanto: tu avevi una macchiolina nell'occhio, mentre tu avevi l'illice più lungo dell'alluce; tu avevi un seno più grande dell'altro, e tu avevi una macchia della pelle esattamente dove ce l'ho anche io. e tu, demi? tu eri troppo perfetta, di te non riesco a ricordare niente.


3 commenti:

  1. quindi più difetti aveva più te ne ricordi.
    tipo una centenaria è indimenticabile.

    vabbe' sto esagerando, è che tra poco raggiungo i cinquanta e non me ne capacito. non è assolutamente possibile che sian passati così tanti anni a mia insaputa.

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    1. eh sì stai esagerando: imperfette, ma giovani: la più anziana del lotto all'epoca dei fatti aveva quarant'anni...

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Commenti chiusi.

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