lunedì 11 giugno 2012

sono solo canzonette

Frank Drummer

Da una cella a questo luogo buio-
a venticinque anni la fine!
Non avevo le parole per dire cosa mi si agitasse dentro,
e il villaggio mi prese per idiota.
Eppure l'idea iniziale era chiara,
un disegno grandioso e assillante nell'anima
che mi spinse all'impresa di imparare a memoria
l'Enciclopedia Britannica!


(edgar lee masters, antologia di spoon river)

non al denaro, non all'amore né al cielo è un disco del 1971, ed è uno dei primi lp che ho posseduto. come molti sapranno, è liberamente tratto dall'antologia su citata: de andrè prese nove delle poesie dell'antologia e le rielaborò, adattandole alla sua contemporaneità (l'antologia è del 1915).

a dodici anni, magari non avrò compreso fino in fondo di cosa si parlasse, ma diversi fattori hanno concorso a far sì che il disco mi si imprimesse nella memoria in modo permanente, tant'è che ancora oggi, dopo quarant'anni, ne ricordo ogni virgola, ogni nota e ogni sospiro. e mettiamoci pure che uno dei motivi è "ho dieci dischi in tutto e quindi per forza di cose suono sempre quelli fino alla consunzione", ma se qualcosa non ti piace, prima o poi te la dimentichi.

e capita che, strimpellando, ti torni alla mente e alle mani una successione di accordi che - eh sì era proprio quella lì, e un po' per gioco e un po' per rispetto ti ritrovi a cantare e suonare, cominciando dall'inizio, perché è così che si fa. solo che oggi hai passato la cinquantina e di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, acqua che lascia il segno anche sui piloni di pietra, acqua che tante volte ti ha reso simile ai personaggi di cui canti le storie fin da ragazzino, quando non capivi proprio fino in fondo che cosa stessi cantando.

tu prova ad avere un mondo nel cuore
e non riesci ad esprimerlo con le parole

ma ampliamo la visuale: tu prova ad avere un mondo nel cuore, ad avere anche la parole per esprimerlo e trovare perlopiù chi le tue parole non le ascolta, oppure le prende per lo sfogo infantile di un immaturo.


e la luce del giorno si divide la piazza
tra un villaggio che ride e te, lo scemo che passa

invidia o grassa ignoranza, la differenza è poi così significativa? e poi lo sai come continua il disco, col nano diventato giudice (da noi, al massimo poteva diventare ministro) che prova gusto nel mandare a morte i condannati, perché si sente in credito con la vita (Well, don't you think it was natural / That I made it hard for them?). e non è forse l'altra faccia della stessa medaglia? il matto drummond e il giudice lively, due che soffrono per una loro minorazione, ma mentre uno non ha alternative al soccombere, l'altro può compensare le sue mancanze attraverso lo studio, usando però le sue conquiste non per migliorare sé e gli altri, ma come strumento di rivalsa.

finché esisterà un'arma, ci saranno sempre una persona che la impugna e un'altra che viene tenuta sotto la sua minaccia. e l'arma più potente rimane sempre la conoscenza, né esiste peggior modo di usare la conoscenza che quello di cercare di privarne gli altri, cosa che sta accadendo nel mio paese da circa trent'anni, senza che nessuno ci trovi alcunché di strano. ma sì, è del tutto inutile studiare, una coscienza critica è del tutto superflua, e dopotutto posso sapere tutto quello che devo sapere attraverso la televisione. nel giro di una trentina d'anni, per molte persone la tv è andata a sostituire la lettura di libri e giornali, diventando una sorta di tradizione orale (o, se preferite, di telefono senza fili) e costituendo di fatto una forma oracolare attraverso cui conoscere e interpretare la realtà, condannando quindi tanti a un analfabetismo di ritorno che li ha resi stolidi come un gregge di pecore. perché, se è vero, come ha detto frank zappa, che l'informazione non è conoscenza, la conoscenza non è saggezza, la saggezza non è la verità, figuriamoci a cosa può portare l'assenza di informazione, o un'informazione distorta.

e siccome, come si diceva sopra, sai come continua il disco, sai anche che poi viene la storia del blasfemo, imprigionato con un pretesto, perché non ci sono leggi contro la blasfemia, ma sta' sicuro che da qualche parte si troverà qualche cattolico zelante disposto a farti la carità di farti porgere l'altra guancia a suon di manganellate. perché a volte succede che hai un mondo nel cuore, hai anche le parole per esprimerlo, ma di quello che pensi non hai le prove (come anche pasolini), e la rabbia di tutto questo confluisce solo in un grandioso dioporco, da gridare con quanto fiato hai in gola (La ragione per cui io credo che Dio crocifiggesse Suo Figlio, / per uscire da quel brutto pasticcio, è che ciò è proprio degno di Lui). e qualcuno coglierà certamente la gradita occasione per ricacciarti cristianamente in gola le tue bestemmie, magari insieme ai tuoi incisivi.

e nel giro di un paio di secondi ti fai tutti questi ragionamenti, anche se stai solo a metà della seconda strofa della seconda canzone, e allora ti si strozza il fiato in gola e devi smettere. e concentrare in una lacrima di rabbia tutto questo, insieme al fatto che dopo quarant'anni stiamo ancora a parlare di questo come un problema da risolvere e non come un brutto periodo che ci siamo lasciati alle spalle.


3 commenti:

  1. Un bel ragionare e sentire; mi desta il desiderio di lasciarlo senza alcun altro commento, per pensarci ancora. :)

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  2. E poi se la gente sa,
    e la gente lo sa che sai suonare,
    suonare ti tocca
    per tutta la vita
    e ti piace lasciarti ascoltare.

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    1. anche no. dovrò pure scrivere qualcosa su questa cosa.

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Commenti chiusi.

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