ho incontrato ganfione (quello vero). la buona notizia è che è sopravvissuto egregiamente al letargo; quella cattiva è che non sarà più dei nostri.
ha detto che il letargo gli è servito: il non dover preoccuparsi di procacciarsi il cibo e di evitare i predatori gli ha liberato un paio di neuroni che di solito erano impegnati per default, e quindi ha avuto modo di riflettere su un paio di cose. dice anche che la prima cosa che riguarda gli umani e che ha visto appena uscito dal letargo è stata vicky cristina barcelona di woody allen, e questo gli ha confermato quel che aveva intuito. sintetizzo qui per voi il suo pensiero.
in nuce, dice che gli esseri umani sono noiosi nella loro inutile complicatezza, e come esempio paradigmatico ha scelto quello delle nostre meccaniche relazionali uomo-donna: visto che la riproduzione non è per noi l'ultimo fine di questo tipo di relazione, non capisce per quale motivo ci ostiniamo a discriminare i partner in base agli stessi criteri volti all'eugenetica. riferendosi a vicky cristina barcelona, ha detto che gli si è quasi fuso il cervello nel vedere tutti i protagonisti perseguire la loro infelicità con uno zelo degno di miglior causa: la bionda che a momenti si fa perforare l'ulcera pur di convincersi di aver voglia di scopare con l'artista perché deve dimostrare a se stessa che è libera e indipendente, la mora che continua a volersi sposare con quel comò decerebrato anche se è l'ultima cosa al mondo che vorrebbe fare, penelope cruz che ha sbroccato perché è l'unica che nel mucchio ha talento ma per affermarlo deve vivere all'ombra di un uomo e bardem che per portarsi a letto un paio di turiste mentalmente disturbate e perdipiù americane deve fingersi artista. braccia rubate all'agricoltura.
e non sto a riferirvi che cosa ha detto riguardo al fatto che la maggior parte di noi lavora per costruire cose che non può permettersi di comprare, e per permettere a pochi di far vivere molti in uno stato di semischiavitù. dice che, a microcosmos, chi perde muore o diventa schiavo, non ci sono vie di mezzo, tutto il resto è perdita di tempo e di risorse.
per cui, signore e signori, ganfione ha deciso che resterà a microcosmos a godersi la sua breve e significativa vita, e pertanto da queste parti non leggeremo più il suo stupore e la sua meraviglia nel commentare le azioni umane.
sembrava un po' marco messeri in la messa è finita, quando chiude la porta in faccia a moretti dicendogli: "la vita è volgare".
...nell'infinitamente piccolo che sia infinitamente piccola anche l'amarezza.
RispondiEliminamah, non ho letto amarezza nelle sue parole. piuttosto, una quieta rassegnazione nel constatare l'impossibilità di comprendere un mondo per lui così distante: soprattutto, col distacco che gli viene dall'essere scevro da qualsivoglia passione, non riesce a com-patirci quando siamo dominati contemporaneamente dalle passioni e dalla cupio dissolvi di negar loro una possibilità di realizzazione.
RispondiElimina...guarda...cercavo un link per acquistare il biglietto di Bothanica, l'ultimo spettacolo dei Momix. ho trovato questa citazione, che mi ha ricondotto in microcosmos:
RispondiElimina"the plant strains its whole being in one single plan: to escape above ground from the fatality below; to elude and transgress the dark and weighty law, to free itself, to break the narrow sphere, to invent or invoke wings, to escape as far as possible, to conquer the space wherein fate encloses it, to approach another kingdom, to enter a moving, animated world."
(maurice maeterlink, the intelligence of flowers)
pensare a ganfione senza amarezza è più piacevole.
...mannaggia...mi sono sfuggite due maiuscole.
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