domenica 23 maggio 2010

un minuto e mezzo di

facendo lo slalom tra una mesopotamica puttanata e l'altra, oggi me ne sono andato al mare. c'era il sole, c'era il mare (ovviamente), c'era la musica, un buon libro, la strada.

tornando, prima ho permesso a m2o di sostituirsi alla musica e quindi ai pensieri; poi, ho messo su foxtrot; buona la prima, watcher of the skies si ascolta sempre, poi si va al bersaglio grosso e si salta tutto il resto per arrivare a supper's ready. anzi no, prima horizons si ascolta. tum de dum dum dum de dum...

uhm.

rimettiamola da capo.

visione.

horizons è una donna. una donna un po' prigioniera delle proprie maniere e anche vagamente ingessata, che ti fornisce giusto qualche indizio, che solo chi è più attento può cogliere, sulle proprie fragilità. e improvvisamente, quando forse pensa di non esser vista, si libera delle sue corazze per lasciarsi andare a una danza leggiadra, che dice di lei più di quanto non dica con le parole, con i gesti quotidiani, perfino con i gesti intimi dell'amore, di cui è tutt'altro che avara, ma.

ma.

si torna al tema principale, sugli armonici, note obbligate, inquadrate, irregimentate.

giuro, volevo ascoltare supper's ready. e com'è allora che ho rimesso quattro volte horizons? e perché il mio occhio è umido?

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