venerdì 20 maggio 2011

jurassic malick

a quanto pare, ieri siamo andati tutti a vedere the tree of life, e ciascuno ne ha riportato un'impressione diversa (dantès, mr. james ford, per dirne due). si vede che l'autore ha colto nel segno.

intanto, devo segnalare la recensione redazionale de il giornale che da sola sarebbe bastata per convincermi ad andare a vedere il film, nonostante lo sconsigliassero, anzi proprio per quello. leggetevela, tanto per capire come non si fa una recensione, e cioè partendo da pregiudizi personali e ideologici (fuffa d'autore, come ogni altra forma di disprezzo della cultura, per me fa sempre rima con il culturame di scelbiana memoria). ma la perla autentica è due interminabili e incomprensibili parentesi filosofeggianti sulla nascita del mondo e sul senso della vita, come se questo non fosse la chiave di lettura di tutto il film. vadano a vedere vacanze in sudafrica in loop per i prossimi cinquant'anni e non rompano mai più i coglioni.

per questo mi permetto di non entrare nel merito dei contenuti del film: perché ciascuno può vederci quel che vuole. malick non racconta: suggerisce. chi vuole, può lanciarsi nella ricostruzione dei fatti accaduti e poco narrati e, con santa pazienza, interpolando i pochi dati forniti, ci può riuscire; ma è importante? il succo vero della questione è la crescita di un uomo che - guardacaso è la premessa del film! - si trova costantemente in bilico tra quelle che vengono definite la grazia e la natura, le due condizioni dell'animo umano che portano invariabilmente alla felicità o all'infelicità e il suo sgomento nel capire che le due opposte forze sono intimamente connesse e che se esiste una felicità questa risiede nel trovare l'equilibrio tra di loro.

e questo, ciascuno lo sperimenta per sé, se vuole, se ci riesce, se avverte la necessità di indagare dentro se stesso, se non si accontenta della vita così come gliela raccontano e preferisce scriversela da sé. malick racconta - anzi, suggerisce, in un film fatto di suggestioni più ancora che di immagini - il percorso di crescita, durato a occhio e croce una cinquantina d'anni - di un uomo. ci dice che alla fine ha trovato la sua pace, ma non ci racconta come - e io che ingenuamente mi aspettavo che alla fine lo facesse: per 138 minuti ci son cascato anch'io.

p.s.: nondimeno, la scena dei dinosauri nun se po' guarda'. però malick mi ha fatto venir voglia di riascoltare la moldava e oggi in macchina me la sparo a palla.

3 commenti:

  1. questo, invece, è l'esempio di come si deve scrivere una recensione. grazie, mio caro :-D

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  2. sui dinosauri non sono d'accordo, sul giornale (chi l'ha scritta quella cosa, cabona?) assolutamente sì ;)

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  3. La sequenza dei dinosauri è terribile, davvero.
    Peccato per il film, perchè ho davvero amato molto tutta la parte dedicata alla famiglia e alla crescita dei figli, mentre per il resto il buon Terrence si è perso via, secondo me.
    Di certo è un film che spacca il pubblico, come fu Hereafter.

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Commenti chiusi.

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