venerdì 20 aprile 2012

choose wisely

ora, ci sono un paio di cose che continuano a ronzarmi nella mente anche se dovrei averle superate. e da un punto di vista - diciamo - psicoanalitico, le ho superate: il dolore che mi provocavano l'ho affrontato e sconfitto, ma, una volta di più, sapere che l'ho in culo non aiuta, se la consapevolezza non serve a rimuovere gli ostacoli. che invece se ne stanno lì belli indisturbati.

conversazione immaginaria:
"mi hai nel culo"
"lo so. ma non è colpa mia"
"lo so. ma mi hai nel culo lo stesso"
"e non te ne vai?"
"no."

è che il passato non si può cambiare (you don't say!?), in compenso il passato a volte (spesso) cambia te.

correva l'anno 2005 quando comunicai all'allora vivente genitore la mia decisione di emigrare in francia. come ogni democristiano di razza, spostò da subito il punto della questione dall'ambito squisitamente materiale della faccenda (che era l'unico che contasse e che mi aveva spinto a prendere tale decisione) a quello filosofico-morale, cioè là dove lui si sentiva inattaccabile, sentendosi una specie di abramo lincoln de noantri, un'autorità morale ineccepibile nei pensieri, nelle parole, nelle opere e nelle omissioni. il fatto è che mi sentivo e mi sento ineccepibile pure io, e infatti ho avuto gioco facile nel tenere il punto contro le sue argomentazioni, perché - eccheccazzo - se restiamo nel campo delle opinioni, le mie valgono quanto le tue. il bel finale della conversazione (durante la quale, come è ovvio immaginare, scagliò contro di me qualsiasi anatema) fu che, vistosi sconfitto sul piano teorico, ribaltò di nuovo i termini della questione riportandola sul piano pratico e finalmente sentenziò: "tu sei sempre stato troppo innamorato della filosofia". la mia replica fu: "dammi un'alternativa praticabile". il suo silenzio fu il colpo di gong che segnalò la fine dell'ultimo round.

ma vaffanculo, caro papà: te lo dico di tutto cuore e senza astio, e non soltanto perché poi io ho fatto quel che volevo fare e pure a cuor leggero, né mi sono mai sentito in colpa per averlo fatto, ma perché la storia poi ha anche dato ragione a me, nel senso che emigrare in un paese civile, in quel momento storico, era la scelta vincente, e rimanervi sarebbe stato ancor più saggio, ma son dovuto tornare mio malgrado. inoltre, al mio ritorno, ho anche trovato quel che ho trovato: nel senso che, alla morte di abe lincoln, s'è scoperchiato il vaso di pandora delle cazzate che aveva combinato, che comportavano un'eredità fatta di un appartamento del quale si era guardato bene di fare donazione ai figli anche se sapeva di avere un cancro (e per inciso anche quasi ottant'anni, ma si sa, abe lincoln è immortale per definizione), ma anche e soprattutto di cinquantamila euro (dicansi cinquantamila. euro.) di debiti contratti per l'acquisto a rate di libri similpregiati, inutili e incommerciabili. per dare un'idea meno approssimativa della questione, lui, parastatale pensionato con una rendita di 1300 euri al mese, pagava alle varie finanziarie un totale mensile di 700 euro. in compenso, aveva prestato alla sua amante (definizione di amante per me che non son moralista: lui era vedovo, ma lei no), nel corso degli anni, un totale di 110 milioni di lire. un po' alla volta, lei aveva cominciato a restituirli, finché alla morte di abramo era rimasto un credito di 32.000 euro. la signora, al funerale, mi si avvicinò e disse che dovevamo parlare, bontà sua, e si impegnò a continuare a rimborsare, sempre un po' alla volta. dei trentadue ne ho rivisti quattordici, ma da un paio d'anni la tipa si è dileguata, e siccome il prestito era stato fatto sulla fiducia e sull'onore (rido), non ho alcuna pezza d'appoggio su cui poter far conto, quindi immagino che posso dire addio ai miei (nostri: miei e di mia sorella) diciottomila euri. per non parlare dei trentamila che abramo aveva investito in bond argentini. ah ne ho parlato? bè, ne son tornati a casa solo novemila.

insomma, il campione della moralità aveva fatto un casino puttano, mentre questo improvvido egoista irresponsabile che scrive, se morisse oggi, se non altro non lascerebbe debiti ai suoi eredi. per dire, nel conto corrente del campione di rettitudine non c'erano nemmeno i soldi per pagare il funerale. il fatto è che io sarò anche troppo innamorato della filosofia (frase che poi ho risentito in bocca alla mia ex moglie... e anche là avrei da togliermi un sassolino dalla scarpa... ma questa è un'altra storia. no, è la stessa con altri protagonisti, vabbè), ma poi nella pratica non solo so cavarmela meglio di tanti praticoni ghepensimì, ma ho anche la vista più lunga di tanti altri che passano per previdenti solo perché hanno paura di qualsiasi cosa sia a loro ignota e a te che osi danno del pazzo incosciente.

responsabile, etimologicamente, significa "capace di dare una risposta", il che presuppone che qualcuno abbia fatto una domanda. ora, se la risposta che vi dò io non vi piace, siete padroni di non seguirne il consiglio, ma poi non rompete il cazzo quando, per seguire quello della risposta che vi piaceva di più, vi ritrovate con le pezze al culo. e sai che c'è? che sapere che avevo ragione io ma ritrovarmi con le pezze al culo lo stesso, non mi consola per un cazzo. proprio per un cazzo.

4 commenti:

  1. dai, dove si fa la comune? Io voto per la provenza o la camargue!

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  2. Beh, se uno va in Francia mica può sapere i casini che combina il babbo.
    Certo che hai ragione, e da vendere.
    Lasciare eredi senza debiti è la prima e necessaria condizione per essere quantomeno ricordato con affetto.
    Sul resto, ciascuno ha le sue magagne e chi più chi meno deludiamo sempre i figli, di base.
    Spero di non lasciarli troppo incazzati con me.

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    1. se ho imparato qualcosa, è che condizione necessaria, anche se a volte non sufficiente, per essere ricordati con affetto è che ciò che di te lasci non vada a smentire ciò che pretendevi di essere da vivo, non importa quanto testadicazzo tu sia stato. per questo ho fatto una promessa, a me stesso per primo, di non raccontare mai cazzate ai miei figli. deludere i figli, mi auguro di no, ma certamente prima o poi eserciteranno un diritto di critica che probabilmente sfocerà nell'iconoclastia. per quello, sto facendo il training autogeno da quando la mia ex moglie era incinta.

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    2. Questa cosa qua scolpiamola nella pietra e se possibile ripassiamola duemicinquecento volte al giorno: "ciò che di te lasci non vada a smentire ciò che pretendevi di essere da vivo". Se avanzano due lire, si affitta anche uno di quegli aerei da spiaggia con lo striscione e si fa passare in lungo e largo a orari regolari. Che tanto male non fa.

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Commenti chiusi.

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