l'unica risposta possibile a questa domanda è "bene", nelle sue varie declinazioni: "bene, dai", "bene, grazie", "tutto sommato bene", eccetera. perché se stai una merda, di solito gli altri lo sanno o perlomeno si vede, e domandare è pleonastico, quando non offensivo. allo stesso modo, se la risposta più onesta sarebbe "bene, ma...", in realtà è una risposta che non si dà quasi mai, perché quelli che ci conoscono bene sanno già tutto e per loro basta un breve aggiornamento, e agli altri non val la pena di stare a raccontare miserie e contrarietà, a meno di avere un carattere incline all'autocommiserazione.
ma quando è il tuo amore che ti domanda "come va?" non è una generica richiesta di informazioni superficiali, e allora c'è bisogno di una risposta molto circostanziata e che scenda a scandagliare le profondità dell'animo.
sto bene, sto benone, roba che fa pure rabbia. se stessi male, potrei
consolarmi col fatto che sì, non faccio più un cazzo, ma tanto sto
male, nemmeno ne avrei voglia. e invece sto benone, mi sento un leone. ma in gabbia. di roba interessante, in giro, ce n'è quanta ne vuoi; per me il problema è casomai che non mi posso più permettere un cazzo, ma questo già lo sai ed è inutile tornarci sopra. se no, basta andarsene un pomeriggio al mare, o a esplorare i monti qua intorno; una cavalcata in moto, una visita a un amico, un cinema in compagnia. piccole cose, mica si pretende il weekend a st. tropez; ma ormai son diventate fuori portata anche quelle.
guarda, la realtà di qua è deprimente, questo è un fatto: terni è una delle città più tristi che ho mai visto. ma stigrancazzi, io non sono così e tanto mi basta: sono pronto a cogliere qualsiasi opportunità per ravvivarmi, solo che son costretto a evitare di spendere, e questo è frustrante, ché diventa un circolo vizioso.
mi sento una molla compressa, evito di dar sfogo all'energia repressa in senso negativo perché so che mi farei solo male. ogni tanto viene l'impulso di prendere a sganassoni qualcuno, o anche solo a male parole, ma non avrebbe altro esito, e poi mi spieghi che minchia di sfogo è? me ne trattengo perché porterebbe solo conseguenze negative, e poi è uno sfogo del cazzo: lascia il tempo che trova e non aggiunge niente alla situazione.
come venir fuori da tutto questo, da questa quotidiana guerra di trincea? perché vivere, ormai, per quelli come noi, questo è diventato: una guerra di posizione, dove
per conquistare un metro possono essere necessari anche sacrifici
ingenti. ma
più che ai nostri soldati della prima guerra mondiale, troppo spesso
plagiati dalla propaganda nazionalista e da dosi massicce di grappa,
penso come paragone ai guerriglieri vietcong, ai resistenti
all'invasione yankee, che hanno dimostrato la loro superiorità con la
conoscenza del territorio e con la capacità di sopravvivere anche in
condizioni disumane. ma motivati, cazzo. perché quella era casa loro, e quei figli di puttana se ne dovevano andare.
e la mia motivazione sei tu, la possibilità che intravedo, attraverso le nostre miserie, di avere domani una vita insieme che non sia solo sopravvivenza e guerra di posizione. magari non dopodomani, ché non sono più un ragazzino.
come va? bene, dai.
che meravigliosa dichiarazione d'amore :-)))
RispondiElimina[invidia, tutta invidia la mia]
comunque ieri alla retorica domanda 'come va' tra amici, una mi ha risposto: "normale... ormai dico 'normale', tanto tutti sappiamo com'è la situazione, la viviamo tutti allo stesso modo, e quindi non c'è bisogno di spiegare oltre: fine convenevoli e si passa a parlare d'altro" :-D