lunedì 31 agosto 2009

quanno ce vo', ce vo'

forse i greci (quelli antichi) non avevano tutti i torti col loro concetto di kalòs kai agathòs. o forse avrebbero dovuto appena aggiustare il tiro, rovesciando il concetto, che mò in greco non saprei tradurre, ma in italiano suonerebbe: se sei brutto, sei pure stronzo.

me ne stavo placido al mare coi miei bambini, giocando a quei giochi che ogni genitore di buon senso fa con i propri bambini, tipo seppellirli in una buca in riva al mare e tirar loro secchiate d'acqua, quando arrivano due bambinetti brutti e panzoni (fotocopia dei genitori, peraltro) che vorrebbero partecipare al gioco pure loro. e perché no. solo che invece che tirare un po' d'acqua, uno dei due prende una manciata di sabbia e la tira in faccia alla mia figlioletta che, seppellita fino alle spalle, non può nemmeno alzare una mano in tempo per ripararsi.

niente di che, come si dice: son ragazzi. però son ragazzi maleducati, e io sono un nostalgico della vecchia scuola: colpirne uno per educarne cento.

ora, per apprezzare in pieno il portato del gesto che vado a descrivere, dovete sapere che io sono uno che alza la voce solo se ce lo tirano per le orecchie. ma mi ci devi tirare forte, eh.

bè, ho preso il bambinetto brutto e panzone che aveva fatto piangere la mia cucciola, l'ho sollevato di peso e, sic et simpliciter, l'ho lanciato un metro più in là. e seraficamente ho aggiunto: "va' a giocare da un'altra parte", esortazione che il piccolo ha pensato bene di accogliere.

e che cazzo.


postilla del dopopranzo (strano, uno dovrebbe essere meno lucido), quando mi son ricordato che c'era un seguito: dopo aver convinto il bambino brutto e panzone ad andarsene a giocare altrove, i cuccioli ed io ci siamo presi un bagno. i due pestiferi ne hanno approfittato per appropriarsi della buca appena scavata.
"oh matilde guarda: il bambino panzone s'è messo nella tua buca"
"tanto c'avevo pisciato"

due a zero.

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