lunedì 3 maggio 2010

ci sono un paio di cose da dire

a quanto pare, nel weekend dantès ed io abbiamo visto lo stesso film, e ne abbiamo ricavato impressioni abbastanza simili. dopo il film, ho chiesto alla mia amica di andare a berci qualcosa, perché non volevo lasciare inespresse le mie sensazioni.

ed è pur vero che, come dice dantès, la pigrizia e le convenzioni uccidono le passioni, ma secondo me c'è anche di più e di più sottile, e credo di ravvisare in questo la maestria vera di soldini nell'aver realizzato un film che descrive solo in apparenza una banale storia di tradimenti e di desideri insoddisfatti.

c'è innanzitutto lo squilibrio: lo squilibrio che deriva dalla diversità di quanto si sia disposti ad investire in una relazione personale: anna non si riempie mai la bocca di parole vuote, non dice mai "ti amo", non fa promesse che sa di non poter mantenere. ma è presente, e legittimamente pretende che dall'altra parte ci sia altrettanta presenza, altrettante passione e incoscienza nel desiderare di mantenere viva la relazione, per quanto campata in aria e immotivata appaia. domenico, al contrario, a parole si dichiara, ma nei fatti sta altrove, sempre, e forse non sa nemmeno confessare a se stesso che quella è una relazione per cui il proprio matrimonio non è sacrificabile, ma viene smentito dalla concretezza dei suoi comportamenti, dalla distanza che sempre pone tra sé e anna, nella mancanza di complicità con lei non appena escono dalla stanza del motel.

anna è molto più coinvolta di quanto ammetta col suo amante, anche se resta da scoprire quanto davvero il suo coinvolgimento sia da ascrivere al tentativo di riappropriarsi del suo lato passionale piuttosto che a un interesse reale verso il personaggio di domenico che, diciamolo, fin dall'inizio non dimostra così grande spessore: egli è una persona normale, che riesce a diventare eccezionale in qualche momento, grazie al traino potente della passionalità riscoperta di anna, che durante il film subisce una vera e propria metamorfosi, da brutto anatroccolo a cigno splendente. anche al culmine del suo ottovolante emozionale, quando davanti alla collega e amica scoppia in lacrime, tutt'al più ammette a se stessa "mi sa che mi sono innamorata" e in questo mantiene un ultimo baluardo di lucidità, nella consapevolezza che l'unica forza che davvero tiene in piedi quella relazione è quella del suo sentimento - dall'altra parte c'è curiosità, interesse superficiale, tutt'al più l'apprezzamento per qualcuna che s'è presa la briga (e la responsabilità) di invitarti lei per prima e ti fornisce il modo di avere le tue scariche di adrenalina, ma niente di più, nonostante le parole.

e d'altra parte, anna a quelle parole si appiglia per poter continuare a credere di non essere la sola a volere che quella relazione possa diventare qualcosa di più che non un passatempo, e quasi si convince di poterci credere quando lui dimostra di tenere a lei così tanto da inventarsi tempo e denaro per la vacanza in tunisia. ma è un'azione solo di facciata, perché mentre anna dice di aver parlato col suo compagno, - e d'altronde la crisi tra di loro è diventata evidente dopo il coming out di fronte ai parenti - domenico tutt'al più ha lasciato un biglietto, rimandando vigliaccamente al momento del rientro le eventuali spiegazioni e l'assunzione delle proprie responsabilità, e comunque dimostra di nuovo di avere la testa altrove, nello scegliere un souvenir per la figlioletta per il quale rinuncia anche a contrattare col ragazzino tunisino, contrariamente a quanto ha fatto nel negozio per gli orecchini di anna.

cento e cento dettagli significanti, ciascuno a modo suo...

anna ha bisogno di sentirsi viva, persona, soggetto passionale e sessuato, mentre domenico ha la sua vita, il suo lavoro, la sua famiglia: rappresenteranno forse un orizzonte limitato, ma è ciò che ha scelto perché sapeva che probabilmente non avrebbe potuto aspirare a più di così (e peraltro sua moglie a me pareva più bella della rohrwacher, per dirne una), e sarebbe stato più onesto per lui se fin dall'inizio avesse tenuto fede all'impulso che gli suggeriva di tenere lontano da sé anna e ciò che gli rappresentava, opponendole un "ho una moglie e due figli". la pigrizia e le convinzioni, sì, ma anche vivere di riflesso le passioni altrui illudendosi che siano anche le proprie.

5 commenti:

  1. sottoscrivo per intero. d'altra parte, quando parlo di pigrizia e convenzioni, mi riferisco anche all'atteggiamento di domenico. ma che bello uscire dal cinema con la voglia di parlare di ciò che si è visto, possibilmente con la persona giusta!

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  2. bella questa disamina. e bruttarello il culo di alessadro gassman, c'avevi ragione :-)

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  3. Mi hai strappato un sorriso... Com'era la colonna sonora?

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  4. oddio, chiedo scusa, non era intenzionale. mi offro di ricucirtelo :-)

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  5. p.s.: la colonna sonora, molto discreta; tanto che non ci ho fatto caso.

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Commenti chiusi.

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