lunedì 21 febbraio 2011

passata la festa


nessuno si illuda: la strada da fare è ancora tanta e, soprattutto, la nostra storia recente ci ha portato nella direzione esattamente opposta a quella che ogni uomo di buona volontà auspicava. in termini di usi e costumi, di comportamenti ritenuti socialmente accettabili, ma più in generale di buon senso, siamo passati dall'ipocrita concetto del "si fa ma non si dice" (o, se preferite, di "occhio non vede, cuore non duole") a un altro che recita "io che posso, faccio. tu, no; e nemmeno mi devi rompere i coglioni". questo ha portato l'italia indietro di circa quarant'anni, mentre altri paesi civilizzati progredivano, seppure a rilento, verso forme sempre più allargate di rispetto e di tolleranza.

non sto a citare le classifiche mortificanti che ci vedono soprassati da paesi ripo ruanda per quel che riguarda la corruzione e la libertà di stampa e di pensiero (non ho niente contro il ruanda, ma insomma, abbiamo un pochino di storia in più rispetto ai ruandesi, magari avremmo potuto farne tesoro, invece di cacarci sopra). però, chiunque abbia l'opportunità di farsi un giro (possibilmente togliendosi le fette di salame dagli occhi) in altri paesi dell'europa occidentale potrà rendersi conto della differenza in positivo della qualità della vita.

tutto questo per dire che?

ieri ho incontrato un amico che commentava la manifestazione delle donne del 13 febbraio. i luoghi comuni si sono sprecati, perché vabbè, non tutti hanno la sensibilità di rinunciare a fare una facile battuta, e gliela si perdona anche, finché è innocua. ma quanto è innocua? diverso tempo fa sottolineavo che eravamo arrivati al governo del bar dello sport: il qualunquismo da bar, appunto, che assurge a forza di governo. e va da sé che se lo fa il capo del governo, vuol dire che va bene.

tralasciamo la dietrologia - anche se son convinto che niente accade per caso - e facciamo finta che il tutto non faccia parte di un preciso disegno volto alla ricerca del consenso. in ogni caso, questo atteggiamento di avallo del senso comune a scapito del buon senso, questo doloso sonnecchiamento della ragione, ha creato diversi mostriciattoli, non ultimo quello dello sdoganamento dei pensieri maschili più retrivi, che fino a qualche anno fa uno si vergognava pure un po' di confessare, per non passare da maschilista retrogrado (versione già più politically correct di vile maschio sciovinista).

ecco, oggi fare il maschio sciovinista è tornato ad essere sinonimo di ganzo. complimenti per la trasmissione, è proprio il caso di dirlo.

nessuno si illuda, la strada da fare è ancora tanta. se non altro, perché ci hanno riportato indietro di quaranta caselle.

nella foto, la homepage di repubblica.it di oggi, con il delicato omaggio a tutte le donne del 13 febbraio.

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