venerdì 29 aprile 2011

abbiatepapa (mi)

ogni volta che esce un film di nanni moretti, mi pare che la piazza si riempia di gente che lo aspetta al varco: gente che fa le bucce ad ogni singola inquadratura, ad ogni singola riga di sceneggiatura per rilevarne la minima imperfezione; gente che critica prima ancora (e a volte anche invece) di aver visto il film, né si vergogna dei suoi pregiudizi; gente che se nel film non c'è alcuna battuta umoristica dice che moretti non fa ridere, e se invece c'è, si domanda che bisogno ci sia dell'ironia; insomma, gente che aspetta il passo falso e se non c'è, se lo inventa.

capisco perfettamente: l'uomo nanni moretti è un soggetto difficile da digerire. non è esattamente un campione di simpatia né di umiltà, ma come egli stesso ha sottolineato ieri sera, non si discosta dalla media della presunzione interna lorda dei suoi colleghi registi italiani. e soprattutto, se anche moretti nella vita fosse un intellettuale altero e spocchioso (e dai, non è così), come può questo essere un argomento su cui fondare una critica ai suoi film? nota: non un argomento valido, ma semplicemente un argomento.

ciò detto, tutti quelli che aspettano al varco nanni moretti per trovare qualche difetto alla sua ultima produzione, allo stesso modo che noi alle medie aspettavamo con speranza meschina che il primo della classe scivolasse su un congiuntivo, cannasse una pronuncia inglese, scambiasse un ablativo per un dativo, perlomeno prendesse il pallone in faccia durante la partita di pallacanestro, stavolta avranno un bel daffare: habemus papam è una delle cose più belle che abbia visto da parecchio tempo a questa parte, e non mi riferisco solo al cinema. è bello esteticamente e formalmente, è bello nelle prove magistrali degli attori, è bello anche negli interrogativi che suscita, che rimangono necessariamente senza risposta, perché, per chi si fosse messo in collegamento solo in questo istante, il ruolo dell'intellettuale è quello di farti la domanda che da solo non ti poni, non quello di dare a un'ovvia domanda una risposta che perlopiù risulti ovvia, tanto per strappare l'applauso.

detto anche ciò, ieri sera, al cinema zenith di perugia, nanni moretti era presente al termine della proiezione del film, per farsi intervistare da un genialoide su cui l'amica che era con me ha giustamente commentato che, pure lei che non è giornalista, al posto suo avrebbe fatto miglior figura ("è stato bravo a scegliere michel piccoli" "un po' anche a dirigerlo, ma non lo dica in giro") e anche per rispondere alle domande del pubblico in sala, qualcuna anche intelligente, tipo: "l'attrice che interpreta l'attrice di teatro assomiglia ad ambra angiolini: è una scelta voluta?".

la domanda - o piuttosto la riflessione - che avrei voluto fargli io (e che non ho fatto per i motivi sopra esposti) era invece che forse proprio le persone che sono maggiormente prese dal dubbio di essere in grado di condurre gli altri, in realtà, sono le più idonee a farlo; ché dei vari duces, conducator e führer sinceramente ne ho fin sopra i capelli. specie di quelli de noantri.

6 commenti:

  1. Non l'ho ancora visto, ma è una delle visioni più attese del mio personale programma "di sala" dei prossimi giorni.

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  2. Non vedo l'ora, l'attore che impersona il papa è uno dei miei preferiti! ;)

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  3. you are dating yourself, petrolio... ;-)

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  4. ma la domanda su ambra l'hanno fatta veramente? *___°

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Commenti chiusi.

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