giovedì 5 maggio 2011

no, non è la bbc: questa è la rai, la rai tibbù

pare dice si mormora che su feisbuc giri una lista di cento libri "da leggere" stilata secondo la bbc (vabbè, la paternità è perlomeno incerta). la prima domanda che mi sorge spontanea è: da leggere per cosa? quando uno li ha letti tutti e cento cosa diventa? governatore con tre stelle del club di topolino? e se mi fermo a novantanove? sfogliando la lista, c'è letteratura per bambini (winnie the pooh) come pure mattonate da cui non ti risollevi. si dovrà intendere quindi la lista come un percorso formativo di ampio respiro, qualcosa che ti segue dalla culla alla tomba.

la seconda cosa che mi viene in mente è: non siamo ipocriti. nell'elenco ci sono inseriti la bibbia, la divina commedia, l'odissea e i promessi sposi: alzi la mano chi li ha letti per intero e non si è fermato alle nozioni imparate a scuola. tanto per dire, per onestà io non li ho inclusi nella mia personale lista, anche se li conosco superficialmente, come pure non ho incluso libri di cui conosco storia, trama e implicazioni, ma che non ho letto davvero.

la terza cosa è: va bene che la lista viene dal regno unito, tant'è che oltre la metà dei libri citati sono stati scritti in lingua inglese, e tutto sommato non ce la siamo cavata male: il 17% degli autori sono italiani e non c'è compreso bruno vespa; ma qual è il criterio per cui il 4% della mia formazione letteraria dovrebbe essere costituito da charles dickens, e invece mi lasci fuori un johnatan coe, un john fante, un nick hornby, un chuck palahniuk? non parliamo degli autori italiani, il libro più recente che vi viene citato è il nome della rosa (peraltro, umberto eco è l'unico ancora vivo degli italiani citati). e a francesi e tedeschi non va meglio, anzi: otto francesi e quattro tedeschi (più kafka e hesse che scrivevano in tedesco), tutti morti. nondimeno, ci sono libri recenti come il cacciatore di aquiloni: allora perché mi lasci fuori l'eleganza del riccio, o mi salti a piè pari amélie nothomb e ignori l'esistenza di niccolò ammaniti - per non dire di pier paolo pasolini, se vogliamo rimanere tra le salme?

vabbè, tutto questo per dire che di quella lista io mi son fermato a diciotto, con alcune lacune colpevoli che mi son sempre ripromesso di colmare; ma ho anche letto tanti altri libri che per me sono (stati) altrettanto importanti per la mia formazione, non solo letteraria, e che non compaiono nella lista. insomma, non la prendiamo troppo sul serio, e non ci venga in mente di stilare ciascuno la nostra, anche se siamo vittime di hornby.

4 commenti:

  1. fante è nella mia libreria più volte (lo adovo:), così come saramago (lo venevo, non dirmi che non c'è saramago nei 100) oltre a tanti altri...ma ora devono dirmi gli inglesi cosa devo leggere??? e poi da quando mi sono dovuto sorbire il culo di pippa ripreso in tutte le salse a tutte le ore io non mi fido più, degli inglesi. ecco.

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  2. Fortunatamente ognuno ha la sua lista... io, senza Amélie Nothomb, sarei perduto...

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  3. queste liste sono poco credibili, non sembrano nemmeno frutto di gradimento reale del pubblico lettore, io non le prenderei sul serio anche perchè mancano dei veri capolavori che non sono inseriti perchè non fanno presa.

    p.s.
    non è rai tibbù, ma rai tabù.

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  4. gli inglesi hanno questa strana maledizione, che inventano le cose e poi qualcun altro le fa meglio di loro. è successo così per il calcio, il rugby, il tennis e l'hockey su prato. mantengono il primato solo con il rock - che peraltro non hanno inventato loro, ma grazie ai beatles lo hanno conosciuto in tutto il mondo. me lo dovrò guardare, 'sto celebrato culo di pippa middleton. ho l'impressione di essermi perso qualcosa.

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Commenti chiusi.

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