giovedì 17 febbraio 2011

compleanni



"siamo giovani, siamo progettati per essere dei cazzoni!"

mando un sms di auguri a un amico lontano che compiva 51 anni esattamente sette settimane prima di me. domando ovviamente anche come sta; risponde: "bene, ma mi sento vecchio". replico che la vecchiezza è una sensazione che non mi posso permettere.

e non è tanto per il fatto che i suoi figli hanno ormai più di vent'anni mentre i miei vent'anni li fanno sommando le loro età, e nemmeno perché dal punto di vista lavorativo non sono "arrivato" da nessuna parte. e nemmeno perché ho l'impressione che non sono ancora diventato grande, figuriamoci se posso concepire di diventare vecchio.

no, la sensazione è diversa: io non mi sento di avere il diritto di invecchiare, perché guardo le generazioni più recenti e non mi sembrano giovani. un vecchio detto recita che chi non è comunista a vent'anni è senza cuore (e chi lo è ancora a quaranta è senza cervello, vabbè): in sostanza, significa che l'adolescenza è il periodo passionale della vita, quello in cui tutto ti sembra possibile, anche la realizzazione delle utopie più ardite. a vent'anni, paradossalmente, sei disposto a scommettere anche contro la morte, perché hai talmente fiducia nel futuro da crederti immortale; e per quanto pessimista tu possa essere, sei convinto che ci sarà un domani e che ti apparterrà.

io, questo, nei ventenni di oggi non lo vedo, ovvero lo vedo in misura sempre minore, via via che le generazioni si susseguono: e credo che la colpa sia da ricercare nello stile di vita massimamente propagandato oggi, che esalta l'individualismo ma mortifica l'individuo; che esalta l'edonismo contro l'estetica; che ti porta a credere che il divertimento sia appannaggio dei ricchi e dei superficiali.

per questo non posso sentirmi vecchio, né anziano, né maturo, né niente che possieda la connotazione della stasi o peggio della rinuncia: noi che sappiamo come vivere con poco, che conosciamo il valore delle relazioni umane ben prima di scoprirne il prezzo, che per divertirci non abbiamo bisogno di coca, alcool o musica a 110 db, dovremmo far capire tutto questo a chi sta incappando nel grossolano errore di credere che la vita vera sia quella della tv, dove anche se sei un deficiente integrale puoi guadagnare migliaia di euro, basta che partecipi a un programma per guardoni compulsivi o ti svesti per le telecamere.

e soprattutto, dovremmo dire chiaro e forte che il valore di una persona non si misura in euro.

2 commenti:

  1. Evviva... mi mancavano le tue celbrazioni dei compleanni :-D

    Grazie per il commento, CIAO!!

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  2. Grazie di cuore anche per il commento di oggi :-D

    CIAO!!!

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Commenti chiusi.

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