venerdì 11 febbraio 2011

illuminazioni

stamattina, consueto giro dei blog altrui, che faccio più che altro per farmi due risate - ormai leggo quasi solo blog satirici/umoristici, quando incappo nel post che più sotto riporto integralmente. è stata un'illuminazione. ogni due, tre righe trovo parole che potrebbero diventare il manifesto di qualcosa, parole che sanno forse di già sentito, già visto, sì, ma in fondo mai realizzato, né si può dire che si tratti di un progetto fallito - in quanto nessuno mai ne ha tentato davvero l'attuazione.

e allora ho deciso che riparto. riparto perché non sono affatto rassegnato all'idea che la bellezza, l'amore, la libertà (che sono tutt'altro che parole vuote di concetti! e cazzo riappropriamoci dei significati delle parole!!) non possano essere elementi fondanti e fondamentali della vita delle persone. riparto da qui, dal poco che ho a disposizione, ma potrebbe non esser poco, se ognuno porta un'idea, un contributo, anche solo un "sì, ci sto" se proprio non trova parole che ritiene adatte. riparto, perché non riesco a credere che abbiano ragione loro. leggete con attenzione, per favore.

Buongiorno a tutti! Minerva Jones è un po’ frastornata da tutta questa baraonda che va avanti da settimane, ma l’occasione le è gradita per spendere anche qui due parole su immaginari, bellezza, sensorialità, e vari altri elementi che possono rendere la nostra esistenza un po’ più felice – pur nella landa desolata della tristezza politica e mediatica con cui ci confrontiamo ogni giorno e nella fatica di vite quotidiane in cui sopravvivere è diventata la scalata di una parete rocciosa a mani nude.
Minerva, in effetti, è disgustata per l’incoerenza tra il dire e il fare, infastidita per l’ignoranza, l’incompetenza e la volgarità assurte a valori positivi e premesse ineluttabili alla carriera politica, e infine indignata per la retribuzione di tutti costoro con i soldi di noi cittadini – ma non su questo vuole invitarvi a pensare.
Lei, soprattutto, non riesce proprio a stare dentro immaginari contaminati da squallore, ignoranza, volgarità – e rimane convinta che la condizione e le relazioni umane potrebbero far provare ben altro, se mutassimo punto di vista e ci predisponessimo a viverlo.

Tristezza e mediocrità davanti ai miei occhi – questo vedo e da questo intendo fuggire!

Minerva continua a pensare, per esempio, che il sesso sia meraviglioso non tanto se è ‘libero’, quanto se è eros (Marcuse docet) – ovvero un insieme di desiderio, passione, complicità, comprensione, comunicazione e condivisione in cui tu, semplice essere umano, per un istante accedi all’assoluto, diventi ‘eterno’, annulli lo spazio e il tempo, e poi porti con te la positività che hai provato in quell’istante nella tua vita quotidiana, investendola di ‘energia vitale’ (un mix strepitoso di endorfine, ossitocina, serotonina e via dicendo). Vogliamo comparare questo con un paio di palpatine a pagamento?
Perché il mio immaginario erotico deve allora essere impoverito al livello del Drive In (carne da macello) – che mi propina una televisione ripetitiva e stanca o una politica che mette mano al portafoglio – se invero per me è moto dell’anima, situazione magica, tensione verso il piacere che pur posso vivere nella mia vita quotidiana ogni volta che un profumo mi porta in un’altra dimensione della memoria, un alimento mi stimola tutti i sensi, una conversazione mi riempie il cuore, la vista del mio innamorato me lo riduce in mille pezzi?

E scostandoci dal discorso erotico, per parlare piuttosto di relazioni sociali, sarò un’idealista ma ritengo che i rapporti tra le persone non dovrebbero più modellarsi su categorie e ruoli che in ultima analisi hanno privato tutti noi della libertà di espressione, vincolandoci a espliciti o impliciti compiti e limiti di azione: finché ci sarà una donna che verrà trattata come una povera scema oggetto di dominio maschile, ci sarà un uomo che verrà dileggiato se vorrà esprimere le proprie fragilità e i propri sentimenti.
Che siamo uomini, donne, ‘corpi universali’ – che m’importa? Io vorrei poter essere persona tra persone, non avere nessun ruolo oppure avere tutti i ruoli possibilmente contemplabili con gli interlocutori con i quali mi accompagno per condividere momenti delle nostre vite – mutualmente complici, amici, alleati, compagni, padri, figli, fratelli, amanti, che negoziano direttamente e liberamente tra loro, di volta in volta, regole e limiti di una relazione che fa stare bene entrambi.

E vorrei infine, a chiusura parziale di una lista dei desideri che sarebbe davvero troppo lunga, cominciare con il riappropriarmi di parole che poteri perversi hanno declinato a finalità in aperta antitesi a ciò che esprimevano in precedenza. La parola ‘libertà’ in bocca a chi pretende di regolamentare questioni così private che investono la medesima gestione personale del nostro corpo io lo trovo un evidente paradosso (nonché un abominio), così come il termine ‘amante’ – potenzialmente ricchissimo di connotazioni di dono d’amore appassionato (e gratuito) – è ora decaduto a designare persone che vivono ruoli sgradevoli in relazioni fasulle.

Revolution starts at home, preferably in the bathroom mirror (“La rivoluzione comincia a casa, preferibilmente davanti allo specchio del bagno”), scrivevano gli Hüsker Dü.

Ciascuno di noi ha un proprio ‘mondo immaginario/immaginato’ – un’inedita e unica intersezione di memoria e desiderio. La storia dell’umanità, nei suoi piccoli e grandi cambiamenti, ci insegna che la trasformazione di una società e di una cultura avviene nel momento in cui alcuni iniziano a percepire i mondi immaginari/immaginati come ‘mondi possibili’ – potenziali collocazioni e proiezioni future di sé (e non sto parlando di politica, di partiti, di rappresentanze: sto parlando proprio delle nostre vite quotidiane e delle nostre relazioni faccia-a-faccia).
Forse già solo questo – affermare la nostra presenza, in questa società in crisi, come presenza consapevole, riflessiva, e segnata dall’intenzione, dal desiderio, dalla tensione verso un certo nostro immaginario – potrebbe essere ‘rivoluzionario’.

E voi? Quali sono gli elementi che vi rendono felici, le componenti del vostro immaginario, a prescindere da quello che invece vi viene proposto come modello mediatico e politico oggi? E se sono già presenti nelle vostre vite quotidiane - questi elementi - potreste spingerli magari ‘oltre’? Perché, in tal caso, non cominciare a farlo ora?

l'originale è qui.

4 commenti:

  1. Amo Anna. Ci si vede vergognosamente troppo poco; due o tre volte l'anno. Lei ha condiviso con me sofferenze enormi, ed enormi conquiste. Due personalità completamente diverse, due percorsi assolutamente non coincidenti, un solo amore per la verità, per la conoscenza di noi stesse, per l'avanzamento e non l'immobilità dell'intelletto. Ogni volta mi sorprende come riesca a trovare gioia nella vita e scoperte di nuove sfaccettature sue e negli altri. E' diventata profondamente religiosa, ma di quella spiritualità che male non farebbe ad avercela. Mi diceva, dopo oltre un'ora di puntualizzazioni politiche e morali (hahaha concetti proprio in antitesi) che siamo speciali, che siamo persone meravigliose.
    Anna poi mi racconta che ha rinunciato ai mezzi di comunicazione come la tv, i giornali, internet; ascolta solo qualche radio locale in cui commentatori, CHE NON ANTEPONGONO LO SCHIERAMENTO POLITICO alle idee, apportano le loro esperienze, domande, considerazioni, con RISPETTO E CURIOSITA'.
    Lei ritiene che ci sia del miracoloso tutto intorno a noi (ogni riferimento è puramente casuale :-D ), nel senso che riesci a trovare ancora chi merita rispetto, chi è PERSONA TRA LE PERSONE.
    Sono felice di aver perso la lezione di yoga, ieri sera, per mangiare la pizza con lei.
    Sto parlando a vanvera? Non credo, ma chi se ne frega :-))

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  2. ecco, rinunciare ai mezzi di comunicazione è quello che non dovremmo fare. chi ha qualcosa da dire, fosse anche soltanto "sono d'accordo", lo deve dire. altrimenti qualcun altro dirà qualcosa di diverso, forse di contrario. e avrà ragione solo perché non avrà nessuno a contraddirlo.

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  3. intendevo i mezzi di comunicazione a senso unico. non c'è tra le mie conoscenze persona che più di lei partecipi a convegni, riunioni, conferenze; e mica per tacére :-))

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  4. Ti ho scoperto in tempo quasi reale... non ci posso credere, al caso! :-)
    Bentornato.

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Commenti chiusi.

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