lunedì 4 aprile 2011

perdonate lo sfogo

tra le cose che faccio per vivere, invio ordini di acquisto per beni e servizi di cui l'ente (pubblico) dove lavoro abbisogna; tra questi, ultimamente, ho prenotato una colazione di lavoro, come si vuol chiamare, in occasione di un convegno di studi, presso un ristorante della zona.

la burocrazia, si sa, è noiosa; con l'entrata in vigore di certe leggi che cercano di contrastare il riciclaggio dei soldi della malavita organizzata poi, essre fornitori degli enti pubblici è diventato ancora più noioso: bisogna avere un conto corrente dedicato per ricevere i pagamenti, bisogna riempire moduli, inviare documenti da richiedere ad altri enti... insomma, na gran pippa, diciamo le cose come stanno.

però, non l'ho deciso io. vi pare?

bene. stamattina apro l'email istituzionale e vi trovo questo bel messaggino, in risposta alla mia email dove chiedevo di inviare i documenti di cui sopra:

siamo un piccolo ristorantino di provincia, mica la Nasa (sic!) se anche per ordini di poche centinaia di euro bisogna adempiere a tutta questa burocrazia stiamo freschi
comunque provvederò ad inviarle il tutto per domani
a presto
grazie

prego. però sai com'è, io penso che se qualcuno dice qualcosa a qualcun altro, questo qualcun altro ogni tanto può pure rispondere. e allora:

caro signore,

le scrivo dalla mia casella di posta privata perché sia chiaro che la mia opinione è personale e non coinvolge i miei datori di lavoro.

il fatto è che la burocrazia e i suoi noiosi adempimenti non li ho inventati io: io mi limito ad applicare leggi dello stato e loro regolamenti così come sono scritti, anche quando ciò significa predisporre tutto perché una dozzina di persone che già vivono benone con i soldi pubblici vadano lietamente a consumare un pranzo, pagato sempre con gli stessi soldi pubblici ( = anche miei, in ultima analisi), in un simpatico ristorantino di provincia dove io probabilmente non metterò mai piede - e non certo per mia volontà.

se lei è allergico alla burocrazia, umanamente, la capisco (dopo 25 anni di lavoro tra le scartoffie, ho cominciato a sviluppare una forma di intolleranza al soggetto anche io), ma immagino anche che nessuno la obblighi a fornire servizi agli enti pubblici; infine, da un punto di vista ancora più privato, penso che non sono pagato abbastanza per sopportare anche le lamentele dei fornitori.

la saluto cordialmente.

e perdonate lo sfogo anche voi, appunto. mò si cambia registro.

8 commenti:

  1. quasi l'una, non è arrivata replica. certo che un invitino a pranzo non ci stava male. vabbè.

    RispondiElimina
  2. saranno occupati a preparare le scartoffie per farti arrivare una reprimenda.

    RispondiElimina
  3. sarebbe un discreto contrappasso :-D

    RispondiElimina
  4. (per la cronaca: mi ha scritto chiedendo scusa perché io ho frainteso le sue parole, e offrendomi un caffè. pure il braccino corto).

    RispondiElimina
  5. essendo *tu* in torto, è già tanto che ti abbia concesso un caffè.

    RispondiElimina
  6. il caffè se lo può mettere nello stesso posto dove finiscono i commenti anonimi :-D

    RispondiElimina
  7. quasi quasi ti invidio. scrivere una mail così dev'essere stato come fare tanta pipì dopo averla trattenuta a lungo.

    RispondiElimina
  8. mannò. sto imparando a non trattenermi più.

    RispondiElimina

Commenti chiusi.

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.