martedì 28 giugno 2011

reissues (c'è un motivo per tutto)

di là ho ripubblicato un mio vecchio post, un po' perché effettivamente le idee stentano a raggiungere lo strato superiore della corteccia - si vede che devo ancora rimettere in moto il cervello - un po' perché perché perché.

ieri sera stavo strimpellando l'intero ok computer da me da me e, quando sono arrivato a exit music, mi si è incrinata la voce e non ho potuto fare a meno di far scendere un paio di lacrime. che succede?

in molti siamo stati adolescenti depressi; in molti siamo stati adolescenti soli; in molti siamo stati adolescenti talmente soli che il senso di estraneità (i'm a creep, i'm a weirdo) non ci abbandonava nemmeno quando trovavamo un nostro simile, e tutto quello che riuscivamo ad architettare per affermare la nostra diversità era smettere di giocare, a volte in maniera tragica. un sacrificio necessario per indurre a qualche ripensamento, questo si pensava: instillare il dubbio attraverso il senso di colpa, attribuendo forse ottimisticamente agli altri la nostra stessa forma mentale.

io ho sempre preferito vivere, benché tendenzialmente depresso, benché tendenzialmente solo e poco incline alla socievolezza; probabilmente perché dotato di sufficiente autostima da pensare che non sempre la maggioranza ha ragione (quando anche sia provato che io rappresenti la minoranza), probabilmente perché confortato dal fatto che ci sono innumerevoli esempi di persone, anche organizzate in società, che riescono a vivere egregiamente anche in modelli culturali totalmente diversi dal nostro, e quindi il concetto di essere sbagliato, che è la principale fonte di insoddisfazione e causa di depressione, assume connotazioni più relative.

nondimeno, exit music fa piangere, sissignore, perché comunque il senso di appartenenza, di fratellanza, rimane più forte verso quei due poveri sfigati che non, faccio per dire, verso una nicole minetti, o una miss piemontese che oggi casca dal pero e dice che non si aspettava di essere trattata come una prostituta. perché è evidente che un satrapo come berlusconi e tutta la sua corte dei miracoli passano la loro vita privata guardando i film di ejsenstein e leggendo a volce alta passi dalle vite di plutarco. mamifacciailpiacere. chiusa parentesi.

ma anche no, perché da bravo autistico vedo una connessione anche con questo: non è forse evidente? certo, tutto è soggetto a verifica e a indagine, specialmente nel caso si ipotizzino dei reati. ma è verosimile pensare che gente come berlusconi, lele mora ed emilio fede passino il loro tempo libero in attività intellettuali e/o socialmente utili? gente che ha costruito la propria fortuna sullo smutandamento altrui, pensate davvero che si circondi delle smutandate per un godimento di natura estetica e come una sorta di contorno, di abbellimento di una proposta economica? e le smutandate o smutandande, davvero pensano che la faccenda si limiti ad esibire un po' di tette e culo? davvero non pensano che qualcuno di quei vecchietti lubrichi non allungherà le mani, che qualcuno di quei satiri non si intossicherà di viagra pur di inzuppare il biscotto in cotanto caffellatte?

e non è forse evidente che questa è una mortificazione di ogni attività che sia degna di essere chiamata umana? dov'è il rispetto per la persona, dove la tensione verso la creatività, dove l'ingegno, l'arte, il bello? dov'è perlomeno l'utile - non nel senso dell'utile economico?

questo discorso mi sta portando molto in là, sento che la corrente mi trascina al largo; dentro di me le connessioni sono chiare, ma rischio di non essere lucido nell'esposizione. continuerò più avanti.

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