continuando dal post precedente: il riallineamento dei valori umani verso l'altruismo, la collaborazione e l'otium, a mio parere è necessario e indifferibile. il fatto è che pensavo la stessa cosa trentacinque anni fa, ma la direzione che poi l'intero mondo occidentale ha preso è stata diametralmente opposta, a prescindere dallo schieramento politico di appartenenza di ognuno.
correva l'anno 1976, anno in cui usciva il film diretto a più mani (loy, scola, monicelli, comencini e altri) signore e signori buonanotte, satira impietosa di un'italia che, a ben vedere, non è cambiata: corruzione, cialtroneria e legge del più forte. in particolare, ricordo l'intervista di mastroianni (nel film conduttore di un allora fantomatico tg3) a un ministro che era indagato per corruzione. alla domanda se ritenesse opportuno dimettersi dall'incarico a seguito dell'inchiesta della magistratura, il ministro rispose di no, ma non per sgombrare il campo dagli equivoci evitando un'implicita ammissione di colpa, ma proprio per poter seguire la propria vicenda da una posizione di privilegio e poter quindi inquinare le prove ed eventualmente corrompere o intimidare i testimoni. d'altra parte, spiega, il suo elettorato lo ha scelto proprio perché corrotto. se volevano uno onesto, avrebbero scelto qualcun altro:
ma anche gli altri episodi non erano meno veri e amari insieme.
millenovecentosettantasei: la nostra storia contemporana era già lì, e qualcuno ce l'aveva detto.
ora, in quel periodo io avevo sedici anni ed ero troppo giovane per aver vissuto consapevolmente il '68 e la liberazione sessuale, ma sapevo di cosa si parlava. quel film lo vidi al cinema, e ne colsi lo spirito in pieno; e molti altri ne vidi, e spettacoli, e lessi giornali, tutti che stigmatizzavano il malcostume dilagante, l'ipocrisia, la corruzione, il paternalismo democristiano che ci invischiava come melassa. per me fu automatico pensare che l'unica cura possibile sarebbe stata una rifondazione dell'essere umano, un suo ricondizionamento fondato sulla cultura della solidarietà e del bello, prima ancora che una rivoluzione politica, che pure era auspicabile e allora sembrava ancora possibile, ma che secondo me non poteva non essere portatrice di questi valori umanistici: una rivoluzione erotica, nel senso dell'eros come opposto di thanatos, e l'eroe rivoluzionario per me era kalòs k'agathos, non mi sarei aspettato niente di meno.
il fatto è che invece aveva drammaticamente ragione il ministro: [..] l'elettorato vede in me un prevaricatore. se invece voleva scegliere un uomo probo, onesto e perbene, ma che, dava i voti a me? e si badi che questo era valido a destra (anzi, allora era il centro) che a sinistra: ricordo uno stralcio di conversazione col padre di un mio amico, mente illuminata, operaio, comunista della prima ora (ricordo en passant che all'epoca in italia c'era il più forte partito comunista dell'europa occidentale, guidato da enrico berlinguer: non solo comunista non era ancora un insulto, ma un elettore italiano su tre era comunista), che ammise candidamente: [...] perché io voto per te? perché spero che una volta eletto, mi farai un favore.
allora, de che stamo a parla'?
nondimeno, e per fortuna, c'erano in politica personaggi che mantenevano ancora un ben più alto profilo morale, da questo punto di vista. e però nessuno di loro colse l'opportunità di spingere il cambiamento verso l'umanesimo, nemmeno i miei (allora) compagni della sinistra extraparlamentare, che pure mi sembravano quelli più attenti a questo genere di problematiche: una per tutte, il dibattito sulla femministizzazione dell'uomo: l'emancipazione della donna passava necessariamente attraverso una consapevolezza non solo delle capacità umane della donna, ma anche del differente modo di intendere l'eros e la sessualità; dicevano le compagne: siamo noi che li mettiamo al mondo, siamo noi che li dobbiamo educare ad essere più rispettosi, più disposti a mediare le loro attitudini con le nostre. in realtà, non erano pochi i compagni che pensavano che questi fossero discorsi da femmine e che la politica si faceva nelle fabbriche e in piazza (al bisogno esprimendosi a mano armata), o come extrema ratio in parlamento.
il risultato lo abbiamo davanti agli occhi: tre decenni in cui abbiamo avuto: sovranità limitata per via della guerra fredda e dell'infiltrazione dei servizi segreti (locali ed esteri) in ogni campo; parallela gestione clientelare e paternalistica della cosa pubblica; strategia della tensione e terrorismo armato; industrializzazione e istituzionalizzazione del sistema di corruzione con i partiti che fungevano da centri di raccolta; edonismo reaganiano, diffusione dell'illusione del benessere materiale come unico indicatore del benessere tout court; diffusione del liberismo senza regole, con conseguente impoverimento della classe media e progressiva scomparsa della classe operaia nel mondo occidentale; capitalismo finanziario; indebitamento pubblico e privato fuori controllo; precarietà e condizioni di lavoro ottocentesche anche e soprattutto nel terziario avanzato; sovranità limitata a causa del potere delle banche internazionali.
vogliamo smetterla di darci martellate nelle palle da soli?
Analisi impeccabile.
RispondiEliminaAmen, fratello!
RispondiEliminail cosa è successo mi pare descritto perfettamente, in lungo e in largo, ma mi sa che ora devi produrre il terzo e fondamentale post: che si fa per venirne fuori?
RispondiElimina(secondo me siamo come l'immagine di sfondo di questo blog, con una leggera differenza circa liquido dove siamo immersi).
Cristina (Rossatinta)
continua a leggere il blog del grande marziano: le idee sulla decrescita sono già lì, non c'è bisogno che le reinventi io ;-)
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