mercoledì 21 marzo 2012

la primavera, intanto, è in perfetto orario (attenzione: contenuti espliciti)

dice: è primavera. vediamo chi assisterà per primo alla rifioritura degli ex.

è normale, due volte l'anno come il cambio di stagione nell'armadio: gli ormoni si risvegliano e qualche reminiscenza del passato torna a farsi viva. di solito sono gli irriducibili, oppure solo qualcuno che ha fatto il giro completo della rubrica del telefonino e non ha voglia di infognarsi in una ricerca ex novo.

vabbè, fatto è che nemmeno un paio di giorni dopo mi arriva sms: ho vinto io, d. mi ha chiesto se può venire a prendere il caffè da me. e poi, più per fare ammenda dell'aver vinto che per consolarmi, aggiunge: vedrai che adesso si faranno vive anche con te.

ma anche no, perché sono mesi ormai che faccio una vita ritiratissima, quasi conventuale. mi sono messo da solo in un cantuccio e mi si scorge appena, ma bisogna sapere che sono là. come il colonnello kurtz, chiosa la mia amata e aggiunge un motivo - se ce ne fosse bisogno - a quelli che ho per sapere che l'amo.

scrivo poco, appaio ancora meno, le persone con cui scambio qualche parola sono ormai sempre solo quelle, ma non per questo mi annoio: i pochi amici che posso chiamare davevro tali e che ho a tiro (vale a dire entro un raggio di 80 km), ovviamente i figli, i colleghi che, a onor del vero, non sono certo i peggiori che ho avuto. non faccio altra vita pubblica, in palestra mi infilo gli auricolari e ciao ciao, e comunque di solito indosso una tale faccia da poker che un re arroccato dietro una fila di pedoni è un fortilizio meno inespugnabile. solo la farmacista che mi vede una volta al mese mi dispensa, senza sollecitazioni da parte mia, sorrisi che forse qualcuno potrebbe interpretare come un velato invito alla conversazione, ma stigrancazzi.

e mi domandavo: come mai? son diventato ancora più antisociale? no. son diventato misantropo? no. depresso? no. finché stamattina ho trovato tazio che, mutatis mutandis, mi ha spiegato le mie idee con poche, semplici parole. cito:

Bonjour, è mercoledì [...]
Ricetta economica del giorno:
Per una dieta salutare del paese: prendere i pensionandi, allungargli l’età di pensionamento, farli permanere a dismisura in azienda in modo da evidenziarne l’inefficienza (fisiologica, cazzomerda, per quello andavano in pensione), fornire all’azienda agili strumenti di flessibilità in uscita con cui segare il suddetto pensionando, postillare la non obbligatorietà del reintegro in caso di vertenza, indennizzarlo al pari di un qualsiasi fattore [im]produttivo, spararlo fuori dalla finestra e farlo atterrare sugli ammortizzatori sociali, aumentando vorticosamente (??) il flusso di mobilità in entrata. Yeah.
Servire freddo su un letto di contratti rivisitati esclusivamente pro grandi imprese e penalizzanti le piccole e le micro imprese, che credevano d’avere il problema delle banche, ma si sbagliavano (d’altronde sono piccole e micro per qualcosa no?) perché in realtà c’avevano il problema di regolare il traffico di assunzioni in entrata, c’avevano. Yeah.
Accompagnare la ricetta con un litro di benzina gravata dal 65% di accise, che è la più cara del mondo, ma è ottima. Tant’è che gli investitori stranieri se ne chiavano del prezzo del carburante e del costo del denaro da usura: gli investitori mica non investivano per quello e la burocrazia assurda e la corruzione spaventosa eh.
E no. Non investivano perché avevamo un brutto brutto mercato del lavoro. Yeah.
A volte ci si rende conto di essere degli ignoranti da bestia eh.
Che si fanno domande del tipo: e le misure per la crescita? Rò stann ‘e misur?
Come ho già avuto occasione di scrivere altrove, le misure ci sono già.
Una certa è la misura 37 dei sandali fottimifottimi della Squinzy, che quando le guardo i piedi con quei sandali, mi cresce così rapido che mi esce la cappella dal bordo dei jeans. Yeah.

e pertanto.

3 commenti:

Commenti chiusi.

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.