il nuovo film di verdone, diciamolo, non è un granché. spunti per diventare qualcosa ne ha, ma non riesce a sviluppare, a spiegare le ali e diventarlo: la crisi del sacerdote forniva lo spunto per una riflessione sulle crisi di identità e di funzione, ma non se ne parla; il ritorno nell'alveo familiare poteva far partire una discussione sul ruolo della famiglia nel xxi secolo, ma non si va al di là del macchiettismo; la lunga costruzione, durata tutto il primo tempo del film, della situazione potenzialmente dirompente dal punto di vista comico (il pranzo con la psicologa) si sgonfia come un soufflé mal venuto.
vanno salvate la prova di marco giallini, che adoro a prescindere ("e smettila co 'sto naso!" "eh, te paresse facile..."), e laura chiatti, finché se ne sta zitta. e anche ferma.
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