lunedì 21 novembre 2011

non fatelo mai più

torno a parlare di concita wonder woman de gregorio per averla vista in due trasmissioni tv recenti: nello speciale ballarò di sabato 12, di sfuggita, giusto il tempo di vedere un sorriso a trentasei denti che non le conoscevo. stesso sorriso che le si apre in viso a 20'37" di questa intervista, e presumibilmente identico il motivo per cui sorrideva. schadenfreude? direi di no.

di solito, la de gregorio pubblica tiene un atteggiamento di algida compostezza: è solo grazie a un severo autocontrollo che si riesce a non reagire al diluvio di stronzate che escono dalla bocca della santanché di turno; ma guardando il resto dell'intervista, ci sono momenti in cui concita perde il suo aplomb e si lascia andare ad atteggiamenti più quotidiani e meno professionali. sarà sicuramente per via dell'argomento trattato, sarà per via che parla del suo libro e che necessariamente deve far riferimento a esperienze personali emotivamente coinvolgenti, ma secondo me c'è anche dell'altro: è che c'è un momento per la compostezza e un momento in cui si sente di potersi lasciar andare, e secondo me è sintomatico che questo secondo momento coincida con il termine del governo berlusconi 4.

non starò ad argomentare come e perché questi ultimi tre anni siano stati i peggiori, per gli italiani onesti e per l'italia tutta; dico solo che siamo stati in tanti a tirare un grosso sospiro di sollievo, sabato 12. e non perché siamo cattivi e godiamo delle sconfitte altrui (sconfitta che peraltro è ancora tutta da dimostrare... ma non divaghiamo), ma perché abbiamo avvertito che c'era la possibilità di uscire da un incubo: l'incubo in cui ogni sforzo, ogni singola azione deve necessariamente essere rivolta alla rimozione di un ostacolo che si frappone non già tra sé e la felicità, ma anche tra sé e la normalità, tanto che alla fine non rimangono risorse per perseguirla e praticarla, quella normalità, che è fatta anche di fragilità, di vulnerabilità.

è frustrante sapere di avere sentimenti e aspirazioni fondati sul rispetto e sulla tolleranza ed essere additati come fuori moda, fuori tempo, inadatti ad una presunta modernità che in realtà è solo pornografia e opportunismo; come ha scritto gramellini, b. ha "abbassato l’asticella del buongusto al livello dell’elastico degli slip, desertificato i cervelli di due generazioni" e noi che lo slip ce lo abbassavamo solo di fronte a chi fosse interessato ai nostri argomenti nascosti e che avevamo il cervello affollato (perlopiù da domande) eravamo increduli di fronte allo strapotere dell'ignoranza sbandierata come vanto, della cialtronaggine come prima e unica risorsa umana.

b. se ne va e all'improvviso c'è il silenzio, un silenzio che possiamo di nuovo riempire di grazia e bellezza; soprattutto, possiamo permetterci di abbassare per un attimo la guardia e concederci un momento di umanità. scompigliarci i capelli come concita a 34'18" e rimanere scarmigliati, e accorgerci che siamo tremendamente più belli e attraenti che con la permanente appena fatta, il push up e il tacco 13.

1 commento:

  1. avrei tanto voluto metterglieli a posto io, ma solo per toccarla come una carezza, e dimostrarle il mio affetto

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