stamattina leggevo il mio adorato gramellini sul web e una frase in particolare mi ha fatto riflettere su una cosa. la frase è questa: Ciascuno di noi ha il suo Griffith che lo ha fatto penare sul ring della vita. (...) Finché un giorno scopriamo che il rivale è la parte di un tutto che senza di lui ci impedirebbe di essere noi, come il buio non esisterebbe senza la luce.
il concetto non è nuovo, e ha pure illustri trattazioni in letteratura e cinematografia, ma pensavo: e quando nemici non ne hai, ovvero ne hai, ma sono occulti? quando il solo nemico che hai è te stesso, le tue resistenze interiori, i comportamenti che hai tanto bene assimilato da non accorgerti più che altro non sono che la proiezione delle aspettative che altri hanno (avuto) su di te?
ci vuole un grande sforzo di volontà per combattere contro se stessi, contro l'indolenza condita di alibi, contro l'assuefazione a una medietà/mediocrità che non avvantaggia nessuno, a parte quelli che hanno messo il cervello all'ammasso e aspettano anche il tuo, e coloro che favoriscono e prosperano su tali ammassamenti.
favoreggiatori di ammassi cerebrali. su rieducational channel.
L'articolo mi è piaciuto molto e molto il capoverso finale. Ciascuno di noi ha il suo Griffith che lo ha fatto penare sul ring della vita obbligandolo a tirare fuori risorse insospettabili. E il Griffith magari non è detto che abbia due gambe e due braccia, può essere anche un fatto, un episodio, cose che possiamo ricordarci oppure no... Finché un giorno scopriamo che il rivale è la parte di un tutto che siamo noi stessi; finché un giorno scopriamo che il rivale è il riflesso della nostra parte buia o quella che ci sembra tale... La proiezione su uno sfondo bianco, come al cinema. Su cui però vale sempre la pena riflettere.
RispondiEliminaBellissimo!!! Grazie per averlo segnalato.
RispondiEliminaGrazie di cuore anche per il bel commento, CIAO!!! :-D
Ah-ah-ah... anche a me, delle volte, viene la Gioconda con i baffi :-D
RispondiEliminaGrazie mille per il commento, CIAO!!!