martedì 24 agosto 2010

some provocatory observations


io: "ho bisogno della chiave del magazzino di sotto, quello vicino ai locali della mensa".
collega della portineria: "ehm... non so quale sia, aspetta che chiedo dov'è".
(...)
responsabile: "che chiave cerchi?".
io: "quella del magazzino dove stanno le sedie e altre cose da buttare... quello accanto ai locali della mensa".
responsabile: "vicino alla mensa? guarda che ti confondi".
io: "boh, mi pareva che fosse vicino alla mensa. comunque è quello dove stanno ammucchiate le sedie, eccetera, quello dove sono stato prima di andare in ferie".
responsabile: "boh, guarda se la chiave è tra queste", e mi porge il mazzo.

in foto, la chiave che mi serviva. se non si leggesse, c'è scritto: "magazzino esterno vicino mensa".

le considerazioni sono queste: la vulgata comune dice che gli statali non fanno altro che rubare lo stipendio. ciò non è del tutto falso, e quel che sostengo io da molto è anzi che l'impiego pubblico è una trovata escogitata dallo stato per togliere dalla strada persone che potenzialmente sarebbero pericolose per la società, dando loro l'illusione di un lavoro utile, retribuito con poco più che un sussidio per la disoccupazione.

ed è bene che sia così, perché non appena provi a far qualcosa, ti incazzi (non vi sto a dire di che lavoro si tratta, ma siamo al delirio, lo posso dire con serenità). e se ti incazzi magari finisce che torni ad essere socialmente pericoloso, e l'intento del pubblico impiego va disatteso.

capito, ministro?

3 commenti:

  1. però, gli statali, che belle mani

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  2. l'illusione di un lavoro utile non è sempre garantita. per tutto il resto sottoscrivo :-)

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Commenti chiusi.

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