lunedì 30 novembre 2009

il saggio david

I had told Bowie about the avant-garde thing. When I was recording the Aladdin Sane track for Bowie, it was just two chords, an A and a G chord, and the band was playing very simple English rock and roll. And Bowie said: 'play a solo on this.' I had just met him, so I played a blues solo, but then he said: 'No, that’s not what I want.' And then I played a latin solo. Again, Bowie said: 'No no, that’s not what I want.' He then continued: 'You told me you play that avant-garde music. Play that stuff!' And I said: 'Are you sure? ‘Cause you might not be working anymore!'. So I did the solo that everybody knows today, in one take. And to this day, I still receive emails about it. Every day.

non stento a credere alla parole di mike garson: non soltanto l'assolo, ma tutto il lavoro al pianoforte nel pezzo citato è una perla assoluta, quello che trasforma un bel brano in un capolavoro.

come dice garson stesso, il pezzo è molto semplice: due accordi di semplice rock inglese, che il gruppo suonava in maniera, appunto, semplice. la melodia è meno semplice, ma comunque rimane necessariamente al di dentro del centro tonale - giusto un po' più fuori nel ritornello, ma comunque niente che disturbi un orecchio anche molto poco educato.

garson, altrettanto semplicemente, sta pensando a un'altra cosa: l'armonia e la melodia del pezzo sono soltanto un pretesto, lui sta suonando qualcosa che sta nella sua mente e casualmente si appoggia - a volte - sui due accordi proposti. la stessa cellula melodica della strofa viene reinterpretata, e restituita arricchita e dilatata, e la tastiera del pianoforte viene esplorata in tutta la lunghezza, il che aggiunge profondità e ricchezza al suono della band, per il resto piuttosto piatto. gli spiders from mars erano un ottimo gruppo per suonare cose pesanti come ziggy stardust, suffragette city o la cover di let's spend the night together, ma assolutamente inadatti per musica un po' più delicata. ci pensa garson: stravolge il pezzo, suona tutt'altra cosa e trasforma un diamante grezzo in un brillante dalle cento sfaccettature.

l'assolo dovrebbe togliere definitivamente la parola a tutti coloro che pensano che il jazz atonale sia solo l'invenzione di qualche negro ignorante di musica e incapace di suonare qualcosa di melodicamente coerente. garson spazia per ogni dove nella tastiera: sale, scende, risale e riscende con entrambe le mani e suona note che apparentemente non c'entrano una mazza, per poi rientrare dalla porta di servizio in piena tonalità proprio quando pensavi che fosse definitivamente perso, e si prende anche la soddisfazione di infilarci l'inizio della strofa di tequila (sì, proprio quella).

e chi pensa che bowie fosse solo un facile rocchettaro travestito e un po' cialtrone è già servito con questo. poi verranno low, heroes, lodger e scary monsters. ko.

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