un bel concerto, quello di ieri sera a terni. roberto gatto & friends (e che friends!) che rendevano omaggio al prog rock degli anni '70. su tutti mi ha stupito il cantante, john de leo, dotato di una tecnica prodigiosa e di quel pizzico di follia che in un cantante non guasta mai. ha interpretato favolosamente sea song, e non è affatto facile cimentarsi con robert wyatt e metterci la propria personale impronta. de leo ha un'estensione straordinaria e un controllo non comune, fantasia e coraggio. proprio bravo.
gatto ormai è un maestro, versatile e personale, sa essere presente quando è necessario, ma anche tirarsi indietro nei momenti rarefatti. per i suoi pezzi di bravura ha scelto due brani dal tempo dispari: money in 7/4 e la parte centrale di trilogy in 5/8, penso che i batteristi in sala abbiano sbavato :-) infine mi son molto piaciuti gli arrangiamenti dei brani, fatti con il rispetto che è annunciato nel titolo del progetto, interpretati cioè in chiave jazz, ma senza renderli irriconoscibili (signora marcotulli, le fischiano un po' le orecchie?). un assaggino:
Che sballo!!!
RispondiEliminaGrazie per il commento, CIAO!!! :-D
John De Leo lo seguo dai tempi dei "Quintorigo". Sempre stato un grande...
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