lunedì 22 marzo 2010
cose che.
questa è la mia città. che io lo voglia o no, è il posto dove ho le mie radici, è il posto che riconosco anche quando cambia vestito. un dio capriccioso mi ha fatto nascere là, un posto buio abitato da gente tetra, che di te pensa una cosa ma te ne dice in faccia un'altra, a me che ho sempre avuto voglia e bisogno di sole e di spontaneità.
però.
me ne stavo sulle scale del palazzo dei priori a rimirare la fontana. e cazzo, è proprio bella, bianca e rosa com'è, pure col catino in alto che, dicono, serviva per abbeveratoio per i piccioni, unica carne che i perugini assediati avevano a disposizione. passa una maserati, nera, lucida. mi chiedo: mi piacerebbe averne una? mi rispondo: boh. dopotutto, è una macchina. non sarà mai mia come questa piazza, questa fontana, questi luoghi, anche se bui, anche se tetri, anche se abitati da gente insopportabile.
e mentre penso a queste cose, mi si materializza davanti una giovane donna, visibilmente emozionata, che regge in mano due stampe colorate. mi spiega in fretta e confusamente che preferisce vendere le sue creazioni in strada piuttosto che chiuderle in una galleria, chiede una libera offerta, i soldi le servono per continuare a dipingere. sto per rifiutare cortesemente quando l'occhio mi cade sulla stampa che si vede sopra. la prima cosa che mi viene in mente, e che le dico, è: "perugia non è mai stata così colorata", con un misto di rammarico e di stupore. la seconda sarebbe di chiederle il numero del suo spacciatore, perché evidentemente ha della roba buonissima, ma mi astengo. metto mano al portafogli, ne tiro fuori venti euro.
"come si chiama?"
"stefano"
"le scrivo una dedica, dietro".
la vita è come una tela vuota... vi puoi dipingere quello che vuoi. puoi dipingere gioia o dolore, dipende da te. questa è la tua vera libertà.
"grazie per essere stato così aperto. ecco la sua stampa e l'elastico per tenerla. e adesso, le posso chiedere un abbraccio? perché mi sono emozionata anch'io".
ah, si vedeva così tanto?
a porta sole si può stare in solitudine, affacciati alla terrazza del terrapieno, e si possono anche spargere due lacrime senza dare nell'occhio.
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Bello tanto. Tutto. La stampa, poi, non ne parliamo.
RispondiEliminaScrivi meglio tu.
RispondiEliminaRibadisco.
:-)
F.