giovedì 11 marzo 2010

quando si dice, in toto

ne vogliamo parlare, dei toto?

il nome fu scelto per una concomitanza di eventi: era il nome del cane di dorothy del mago di oz, visto da poco da jeff porcaro, che quindi lo scelse come contrassegno per i nastri delle registrazioni delle prove. poi hungate aggiunse che la parola aveva un bel significato in latino, e lo scelsero come nome del gruppo. peraltro azzeccatissimo, visto che si tratta di un gruppo di musicisti tutti capaci di misurarsi con qualsiasi stile e, all'occorrenza, anche di mischiarli tra di loro con risultati egregi.

ciascuno dotato di tecnica invidiabile, ciascuno versatile e dotato di quello spirito che fa passare in secondo piano il desiderio di protagonismo in favore del progetto collettivo. un po' il modello di musicista che ho sempre avuto io come riferimento - e guarda, c'ero andato vicino. non è un caso se i toto godono di maggior considerazione tra gli addetti ai lavori piuttosto che tra il pubblico, diciamo, comune. non che non abbiano avuto successo: chi non si ricorda rosanna o africa? e scommetto che ne conoscete altre, ma non sapete che sono loro. il fatto è che i toto non avevano uno stile preciso di musica contemporanea, ma li padroneggiavano un po' tutti e li mettevano qua e là con gusto e maestria. per dire, non sono mai stati raffinati come gli steely dan, ma le colorazioni jazzistiche si avvertono distintamente; non sono mai stati potenti come i metallica, ma la chitarra di steve lukather ha un suono grosso come una montagna (e a proposito di raffinatezza, la chitarra che si fece fare su misura da - mi pare - valley arts non aveva nemmeno il controllo del tono. fosse stato per lui, non avrebbe voluto nemmeno il volume, ma serve per azzittirla quando non serve); bobby kimball non sarà stato un istrione come freddie mercury, ma aveva un'estensione della madonna e poteva cantare qualsiasi cosa. insomma, nessuno è stato un caposcuola nella sua specialità, ma aveva comunque stoffa sufficiente per qualsiasi evenienza.

e quel che ne vien fuori è musica a tutto tondo, una festa per le orecchie organizzata da gente che vive di musica e per la musica e che si diverte come un maiale a suonare, e soprattutto a suonare insieme, roba che per viverla, credetemi, spesso sareste disposti anche a far cambio con dell'ottimo sesso.

se foste musicisti, dico :-)

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