il natale si riconosce perché tornano gli spot dei profumi: a centinara, a mijara, come se uno non aspettasse altro che il prezioso suggerimento della pubblicità per un'idea regalo. sono anni che va avanti così, immagino che qualcuna, fidanzata con uno poco fantasioso, avrà un'intera collezione di boccette di profumo.
una in particolare mi fa ridere, per un motivo semplice:
Charlize Theron sfila nel suo inconfondibile vestito dorato, che rievoca i colori che contraddistinguono il profumo J’Adore di Dior. Come sottofondo si avverte la musica di Heavy Cross, di The Gossip.
avete presente, no? charlize theron. per chi invece no, eccola:
e ce li avete presente i gossip, no? che si avvertono in sottofondo (?). in particolar modo beth ditto (forza della natura!):
mi sfugge il senso dell'umorismo dei pubblicitari. ascoltiamo la musica, va'.
il giochino lo hanno fatto tutti, e allora lo faccio anch'io. così avete da leggere durante il weekend: le chiavi di ricerca più fantasiose con cui sono arrivati al mio blog, servizio offerto da google analytics.
in tre hanno cercato cose da ingegneri. non so se ritenermi offeso (specie se dovessi scoprire che le hanno trovate).
uno è arrivato al mio blog con la stringa cerco carrello da buttare. certo che google segue strade misteriose, altro che il signore.
come si chiama quella pubblicità dove la ragazza si atteggia? e che ne so io? spero per te che tu l'abbia trovata.
come si chiama disegnava nelle metro. l'indizio è debole, sii più specifico.
demone troione. antico, suppongo.
due belle coscie. ritenta.
due belle gambe. ecco, bravo, semplifica.
edy angelillo tette. le avrà, suppongo.
edy angelillo tits. bicòs ui ar internescional.
ellen barkin seno. allora ditelo, che è una mania...
eva al volante 10 10 2010 foto frascati. mai stato, sorry.
festival della fica. io ti auguro di aver trovato quel che cercavi.
fidanzate troie, fidanzate-troie, fidanzate+troie, fidanzatetroie, fitanzate troie, foto di fidanzate porche, foto di fidanzate troie. oh, ma single non t'andrebbero bene?
gnocca interna lorda. certo che ne avete, di fantasia.
il ballo del maccarone. mò lo cerco pure io. son curioso.
il partito del chi cazzo se ne frega streaming. dovrebbe essere un film? mi sa che non mi va di vederlo.
mariolina cannuli rifatta. pure lei?
pablo vattelapesca. questo aggiunge significati all'aggettivo vago.
peli. sic et simpliciter. ma peli come, scusa?
rita faltoyano è ingrassata. questa è davvero una brutta notizia.
rossy de palma tette. e basta!
santanchè bocca. posso aggiungere anche chiudetegliela?
si dice in toto? sì.
significato gesti con le mani. alcuni sono inequivocabili. non sarò più specifico.
troie che lo prendono anche nel naso. ma sono fidanzate o single?
troie+troie. è un remake di scemo e più scemo?
vi auguro anche bocelli. però spiega se è un augurio o una maledizione.
video erotico gratis di donna che si attegia. e fa pubblicità.
voglio una donna bella per e-mail amico nave a 2011 e-mail. eh?
la mia amica minerva scrive un post dove fa considerazioni e domande che mi stimolano a dare risposte: perlomeno, le mie risposte. ed ecco qua:
1) viva i trombamici - o comunque li vogliamo chiamare. aggiungere la carnalità a un rapporto amicale non può che aggiungergli valore. sempre che la cosa sia fatta con il giusto spirito, che secondo me è quello di prolungare l'affetto al di là della barriera - socialmente imposta - dell'attrazione fisica, anche se svincolata dai più nobili sentimenti.
l'atteggiamento di condanna dei rapporti sessuali vissuti al di fuori dei rapporti amorosi è diffuso anche in ambienti (almeno a parole) progressisti e, si suppone, libertari; non serve dire (anzi, sì ;-) ) quanto ciò sia
ipocrita, visto che quello sessuale è comunque un bisogno e la sua negazione porta a frustrazione o, nella peggiore delle ipotesi, alla diffusione dei rapporti mercenari. a quanto pare, è socialmente più accettabile che un pappone
si arricchisca (o arrivare all'isteria da astinenza) piuttosto che far sesso con chi non ti ama.
2) domanda 1: quanto è naturale la ricerca di partner eterosessuali? non posso parlare per gli altri, per me posso dire che si tratta di una libera e motivata scelta. motivata, perché né la visione né il contatto con un corpo maschile mi provocano eccitazione. e lo dico ora con serenità, ma in passato ho rimpianto di non avere impulsi gay o bisessuali, visto che ero dotato di una forte carica ormonale e in passato avrei fatto sesso molto più spesso e
con molte più partner di quanto ho fatto in realtà: essere stato gay mi avrebbe facilitato in questo senso - notoriamente i gay discriminano molto meno sui partner.
3) domanda 2: quanto è 'naturale' il desiderio di essere una coppia piuttosto che quello di vivere relazioni aperte? questa domanda me la son fatta anche io, in passato, probabilmente sulla scorta della considerazione di cui ai punti 1) e 2): forse anche a causa del fatto di essere nato e cresciuto in una città di provincia, dalle mie parti la liberazione sessuale non s'è poi vista granché; e un'altra cosa che mi avrebbe facilitato nell'avere più partner e più rapporti sarebbe stato accontentarmi più facilmente, ma per disgrazia o per fortuna sono sempre stato piuttosto esigente e, tranne pochi momenti di bassa autostima, delle sveltine una-botta-e-via con chi manifestamente non prometteva niente che valesse la pena, ho fatto volentieri a meno. inevitabile quindi scartare a priori le (poche) ragazze facili e superficiali, ma anche, a volte, cadere nel tranello di scambiare per amore quello che era tutt'al più affetto e quindi cadere automaticamente nell'esclusività. i pochi tentativi fatti nel senso contrario sono tristemente naufragati nel mare dell’ipocrisia o dell'autolesionismo. alla fine della fiera: non ho una risposta
valida, dovremmo forse, a monte, interrogarci sul significato di naturale.
4) domanda 3: perché all'amore associamo così tanto il desiderio di possesso ed esclusiva? mah? perché non siamo mai sufficientemente maturi da accettare il fatto che l’altro sia un individuo finito e autonomo rispetto a noi e proiettiamo su di lui/lei la nostra ansia e il nostro desiderio di dipendenza? una volta che stai con qualcuno per scelta e non per ripiego o altre motivazioni più o meno meschine, anche la gelosia morbosa legata al senso di possesso scompare.
5) domanda 4: perché ci ostiniamo affinché relazioni che ci fanno stare bene durino per sempre? forse perché ci fanno star bene, appunto, ed è una condizione che di solito tendiamo a perpetuare. e anche perché qualcuno c'è
riuscito.
su tutto il resto non posso che concordare: le relazioni, più son mature, più sono impostate sulla consapevolezza di entrambi dei limiti della relazione stessa, più sono soddisfacenti. è sostanzialmente una questione di oggettività di giudizio: ci sono relazioni che nascono con un potenziale crisma di infinitezza, altre che nascono, per così dire, condannate in partenza; nondimeno, questo non significa che non valga la pena viverle: costituiscono comunque un arricchimento, a meno che non ci si racconti balle in merito, e allora alla fine ne resta solo frustrazione. che esistano diverse gradazioni di amore è una cosa a cui credo fermamente, né penso con ciò che una sia meno nobile dell'altra; ma ci sono persone che vorremmo accanto sempre, altre solo per certi momenti. il fatto che alcuni di questi momenti siano da identificare con i rapporti sessuali non dovrebbe essere di per sé una nota squalificante per quella relazion, anche quando ne costituisse l'unico punto di contatto tra i due. ma da questa mia personale consapevolezza alla sua diffusione su più vasta scala, credo che ce ne correrà. e parecchio.
un'amica pochi giorni fa ha postato su feisbucc questa cosa, che mi ha fatto sorridere, sì, ma un po' anche incazzare. perché è per via della persistenza di queste superstizioni, solo in apparenza innocue, che noi italiani siamo ancora legati al palo dell'inciviltà.
io esagero, io esagero sempre, lo so. ma per me l'assurda proibizione di fare il bagno prima di tre ore dall'ultimo pasto (fosse anche un gelato da 50 grammi) va a braccetto con la paura atavica di punizioni più o meno divine che ci inculcano fin da piccoli e con le quali cercano di fare di noi degli esseri insicuri e spaventati, malfidenti nelle proprie capacità.
un esempio ce l'ho sotto gli occhi: una giovane madre, che in altre circostanze aveva goduto della mia incondizionata stima, è una di quelle che proibisce ai figli il bagno prima delle tre ore canoniche. interrogata sulle nefaste conseguenze di un'eventuale trasgressione alla regola, rispose che il rischio è quello della congestione. tralasciamo il fatto che casomai si dovrebbe parlare di blocco digestivo, ma a memoria mia non ricordo di aver conosciuto nessuno che ne sia rimasto vittima. chiesi se ne conoscesse lei, e mi rispose che se non proprio suo cuggino, quanto meno un cognato di suo cuggino sicuramente era morto (!) per via di una congestione dovuta a immersione durante la digestione. forse andava al mare a dicembre nei pressi del circolo polare artico, ma in quel caso credo che la morte sarebbe sopravvenuta per altre cause.
una cazzata? questa stessa persona mi raccontò la triste storia - vissuta molto da vicino - della donna che abbandonò il fidanzato a pochi mesi dalle ormai scontate nozze per sposarsi in fretta e in furia con un altro, quello che poi fu l'uomo della sua vita. il fidanzato mollato la prese così tanto male che si presentò a casa della fedifraga lanciandole un'orribile maledizione. tant'è che la disgraziata poi morì.
di cancro, venticinque anni dopo.
l'ho messo a capo e in un paragrafo separato per non sciupare l'effetto comico. che cazzo di maledizione è una che funziona dopo venticinque anni? magari nel frattempo son morto io, e non vedrei realizzata la mia vendetta. ma lei ci crede sul serio: la meschina morì a causa del malocchio gettato, non v'è dubbio.
(facciamo un po' di conti: 1994... c'è da aspettare fino al 2019, se qualcuno non si era già portato avanti prima del '94).
io esagero, io esagero sempre e vedo connessioni tra le cose anche laddove chiunque sia dotato di maggior buon senso (e ci vuole poco) non ne vede. ma resto convinto che simili atteggiamenti producano danni in tutto il tessuto sociale: innanzitutto, ci convincono che noi non siamo padroni del nostro destino: inutile affannarsi e soprattutto cercare di essere attori della nostra vita, tanto prima o poi arriva la magia nera e sei fottuto. peraltro, questo offre anche una comoda scappatoia nel caso in cui uno avesse avuto l'ardimento di compiere atti di arbitrio che si siano risolti in un'evidente cazzata: non è stata colpa mia, c'è stata una tremenda inondazione, le cavallette, qualsiasi evento soprannaturale (dio in primis), ma comunque è sempre colpa di qualcun altro: lo stress, il lavoro, i poteri forti, gli ebrei, i teròni, i comunisti, la magistratura politicizzata, you name it, tutta roba che ci impedisce di fare anche quel che è necessario fare in maniera più che evidente.
(avete fatto caso che son sempre i poveracci che si sentono in colpa, mentre chi ruba in grande stile o/e si arricchisce sfruttando il prossimo trova sempre il modo di assolversi?)
ma rimanendo alla prima conseguenza del credere che chi tiene le redini dei nostri destini sia qualcun altro che non siamo noi, la mancanza di fiducia nei nostri mezzi che ci viene instillata fin da piccoli porta invariabilmente a plasmare individui poco individui e molto massa, molto manipolabili in quanto dotati di scarsa volontà e di ancora minore raziocinio; i pochi che riescono a mettere insieme un po' di idee organizzate hanno due alternative: farsi santamente i cazzi propri e diventare degli individualisti - a volte anche di successo - col rischio dell'inaridimento, oppure cercare di far comprendere a tutti gli altri che il cambiamento è possibile, basta volerlo e soprattutto organizzarsi, essere squadra e non massa, schiera quanto più possibile compatta e non gregge pronto a disperdersi in caso di minaccia e quindi inabile a difendersi. ma perlopiù il risultato è lo scoramento più totale: pare infatti che per molti risulti più utile starsene a piangere da soli davanti alla tv (o, per i più tecnologizzati, al pc).
il cerchio si chiude perché la stessa amica su citata, un paio di giorni dopo, postava sulla manovra finanziaria in atto e lamentava che, se fosse più equa, probabilmente non sarebbe passata in parlamento, dacché il parlamento è comunque stabilmente occupato dagli stessi manigoldi trasversali che mangiano e bevono alla faccia nostra e ben abbarbicati ai privilegi loro e dei loro protetti, e chiosava: "Per la giustizia sociale occorre prima cambiare il paese. Dall'interno. Ne abbiamo di pagnotte da mangiare, ancora".
e, che lo crediate o no, finché non ci liberiamo dalla superstizione delle tre ore prima di fare il bagno, il paese non cambierà. provare a convincere un adulto ad abbandonare le sue superstizioni è dura, molto. convincerlo che già da solo è capace e potente, e che in gruppo capacità e potenza si possono moltiplicare, è un'impresa titanica, soprattutto perché ha alle spalle un ventennio di ulteriori menzogne mediatiche spalmate su un substrato preesistente di sfiducia e colpevolizzazione, ma ci si può provare. io intanto, ai miei figli, il bagno al mare o in piscina glielo faccio fare anche subito dopo pranzo.
ho un paio di considerazioni da dividere con voi, miei piccoli lettori.
considerazione uno: impiego (volentieri!) tempo ed energie a scrivere post ponderosi su questioni politiche e sociali e se tutto va bene ne scaturiscono due commenti (uno mio). scrivo una porcata su una questione tutto sommato frivola e vi scatenate. bah.
considerazione due: "spaventosamente VERO", "quanta verità dio mio". scusate se mi permetto, ma non dovreste esagerare coi funghetti. e certo che è vero: che, vi ho mai raccontato cazzate? ma mi sfugge il motivo del tono solenne dei commenti. se lo sapevo, scendevo giù dal monte con due pezzi di pietra e ci scrivevo quattro cazzate un po' più didascaliche e ne pretendevo l'osservanza. poi non vi lamentate se qualcuno lo fa sul serio.
mi sa che torno a scrivere di cazzo culo fica tette. non mi veniva nemmeno male.
1) ritrovamento di capelli che per colore e lunghezza manifestamente non ti appartengono;
2) le posate nello scolaposate hanno una distribuzione differente;
3) il piano cottura è pulito;
4) c'è un astuccino rosso contenente materiale compromettente che è stato dimenticato là apposta;
5) la metà del letto che di solito rimane intonsa è sconcecata quanto la tua;
6) il rotolo di carta igienica che di solito ti dura tre mesi e che avevi cambiato da poco è dimezzato.
minerva mi invita a giocare e sarebbe scortese non raccogliere l'invito. però non sarà cosa facile, per una serie di motivi: prima di tutto, il mio blog è qualcosa di disomogeneo e discontinuo: nato quasi tre anni fa con l'intento di raccontare le contraddizioni del mondo usando la metafora di un esserino ignaro (una sorta di candide de noantri), è proseguito con la celebrazione di compleanni di personaggi famosi per approdare alla forma attuale da poco meno di un anno, dopo una lunga pausa in cui non ho scritto affatto. poi c'è da considerare il narcisismo del blogger: il post che non ha ricevuto l'attenzione che meritava? tutti, indistintamente! utile, popolare e controverso sono poi più categorie dello spirito che condizioni dell'essere, visto che mi leggono in dodici; per lo stesso motivo, il post il cui successo mi ha stupito... direi che mi stupirei se un post avesse successo. infine, io scrivo e poi dimentico. mi è capitato di scrivere due volte la stessa cosa, pensate come sto. oppure ogni tanto sfoglio il blog, alla ricerca di qualcosa che mi ricordo di aver scritto e mi imbatto in cose che non ricordavo di aver scritto. e magari mi scappa pure di pensare: "toh, a volte sai sembrare intelligente!" (più spesso mi dico: "ma guarda quant'eri imbecille" e un attimo dopo: "ma guarda che ci sei pure rimasto").
vabbè, proviamo:
1. Il post il cui successo mi ha stupito
uuuh no, davvero, non mi viene in mente. non mi pare di ricordare che ci sia mai stato niente di così rimarchevole nel numero o nel tenore dei commenti che mi abbia stupito.
2. Il mio post più popolare
boh? dovrei andare a spulciare tra le statistiche per vedere quale ha avuto più visualizzazioni, visto che il numero dei commenti non è un indicatore affidabile per stabilire la popolarità di un post. e comunque, come sopra.
3. Il mio post più controverso
dai, non scherziamo.
4. Il mio post più utile
ne pubblicherò uno con la ricetta dei miei hamburger, con buona pace dei vegetariani. forse lo diventerà quello.
5. Il post che non ha avuto l'attenzione che meritava
tutti, come detto sopra. ma se devo sceglierne uno, quello sulla canzone dei radiohead.
6. Il mio post più bello
quando riesco a scriverlo, avverto. giuro.
7. Il post di cui vado più fiero
probabilmente questo.
dovrei continuare la catena? mmm. preferisco di no, sorry. ma se volete, fate pure, consideratevi invitati ;-)
torno a parlare di concita wonder womande gregorio per averla vista in due trasmissioni tv recenti: nello speciale ballarò di sabato 12, di sfuggita, giusto il tempo di vedere un sorriso a trentasei denti che non le conoscevo. stesso sorriso che le si apre in viso a 20'37" di questa intervista, e presumibilmente identico il motivo per cui sorrideva. schadenfreude? direi di no.
di solito, la de gregorio pubblica tiene un atteggiamento di algida compostezza: è solo grazie a un severo autocontrollo che si riesce a non reagire al diluvio di stronzate che escono dalla bocca della santanché di turno; ma guardando il resto dell'intervista, ci sono momenti in cui concita perde il suo aplomb e si lascia andare ad atteggiamenti più quotidiani e meno professionali. sarà sicuramente per via dell'argomento trattato, sarà per via che parla del suo libro e che necessariamente deve far riferimento a esperienze personali emotivamente coinvolgenti, ma secondo me c'è anche dell'altro: è che c'è un momento per la compostezza e un momento in cui si sente di potersi lasciar andare, e secondo me è sintomatico che questo secondo momento coincida con il termine del governo berlusconi 4.
non starò ad argomentare come e perché questi ultimi tre anni siano stati i peggiori, per gli italiani onesti e per l'italia tutta; dico solo che siamo stati in tanti a tirare un grosso sospiro di sollievo, sabato 12. e non perché siamo cattivi e godiamo delle sconfitte altrui (sconfitta che peraltro è ancora tutta da dimostrare... ma non divaghiamo), ma perché abbiamo avvertito che c'era la possibilità di uscire da un incubo: l'incubo in cui ogni sforzo, ogni singola azione deve necessariamente essere rivolta alla rimozione di un ostacolo che si frappone non già tra sé e la felicità, ma anche tra sé e la normalità, tanto che alla fine non rimangono risorse per perseguirla e praticarla, quella normalità, che è fatta anche di fragilità, di vulnerabilità.
è frustrante sapere di avere sentimenti e aspirazioni fondati sul rispetto e sulla tolleranza ed essere additati come fuori moda, fuori tempo, inadatti ad una presunta modernità che in realtà è solo pornografia e opportunismo; come ha scritto gramellini, b. ha "abbassato l’asticella del buongusto al livello dell’elastico degli slip, desertificato i cervelli di due generazioni" e noi che lo slip ce lo abbassavamo solo di fronte a chi fosse interessato ai nostri argomenti nascosti e che avevamo il cervello affollato (perlopiù da domande) eravamo increduli di fronte allo strapotere dell'ignoranza sbandierata come vanto, della cialtronaggine come prima e unica risorsa umana.
b. se ne va e all'improvviso c'è il silenzio, un silenzio che possiamo di nuovo riempire di grazia e bellezza; soprattutto, possiamo permetterci di abbassare per un attimo la guardia e concederci un momento di umanità. scompigliarci i capelli come concita a 34'18" e rimanere scarmigliati, e accorgerci che siamo tremendamente più belli e attraenti che con la permanente appena fatta, il push up e il tacco 13.
fatemelo dire per benino, ché magari qualcuno pensa male (perché parla male, e dunque vive male, c'ho sempre moretti appollaiato sulla spalla, io).
quello che avevamo prima di questo
non era
un governo di destra, era soltanto un'ammucchiata di fascisti, incapaci, razzisti xenofobi e trucidi di altra varia natura (non mi fate tirar fuori gli insulti sessisti ché se no non ne veniamo più fuori), capitanata da un vecchio puttaniere colluso con la criminalità organizzata e che aveva l'unico intento di salvare il culo dalla galera. grazie a loro ogni nefandezza è diventata emendabile, quando non legge dello stato. e tutto questo col liberismo, con l'impresa e il capitale
non ha un cazzo a che fare.
questo di adesso, invece,
è
un governo di destra, composto da persone che sono capaci e competenti sì, ma solo per quel che attiene lo sviluppo dell'impresa, la libera iniziativa e il capitale. costoro quindi
non sono
rappresentanti di un gomblotto demoplutogiudaicomassonico ordito dalle banche straniere, ma sicuramente fanno parte di un grande disegno internazionale che non è né segreto né oscuro, e si chiama capitalismo. esiste da, tipo... sempre?
il fatto che quelli prima di loro fossero molto, ma molto, molto, molto peggio di loro non me li fa apparire come i salvatori di alcunché che non sia il culo dei grandi capitalisti. diciamo che, tutt'al più, con questi potrà essere sufficiente ragionare a parole, in quanto dotati di raziocinio e buon senso, piuttosto che usando modi e concetti di basso livello. come diceva la mia povera nonna: come si suona, si balla. ma io non mi sento di far parte né di quelli di prima né di quelli di adesso.
c'è ancora molto da lavorare, se vogliamo costruire qualcosa di nuovo e più bello: poche balle, s'è fatta una certa.
(e altre interessanti prime pagine le potete guardare qui - ma vi avverto, è roba per stomaci forti).
riassunto delle puntate precedenti: le grandi banche e i mercati internazionali tengono per le palle l'economia mondiale e qualsiasi società quotata in borsa. in italia va peggio che altrove perché di fatto nessuno governa, peggio di noi fa solo la grecia.
a metà settembre, siccome il prestigioso governo composto da autorevoli figure e guidato dal luminoso leader silvio bunga non riusciva a mettersi d'accordo su chi doveva cacciar fuori i soldi per la manovra finanziaria, alla fine se lo fa dire dalla bce.
siccome però, quando corri giù per il precipizio, per fermarti non è sufficiente tirare il freno a mano, confindustria, sindacati e l'unione europea tutta hanno chiesto al suddetto prestigioso governo di promettere che entro breve avrebbe preso provvedimenti concreti e strutturali.
dopo una serie di riunioni estenuanti alle quali non ha partecipato nemmeno una troia (pensate quale sacrificio!), il prestigioso governo partorisce una letterina-di-intenti-robba-forte, una cosa che mia figlia di 10 anni mi fa promesse più impegnative.
a questo punto, qualcuno comincia a spazientirsi e a premere perché il prestigioso governo di silvio bunga si tolga di mezzo ché qui c'è da lavorare, e qualche zocc... panteg... vabbè qualche prestigioso parlamentare scappa dalla nave prima che affondi, tanto che, a conti fatti, la maggioranza alla camera non c'è più.
silvio bunga è costretto ad ammettere che non ha più i numeri per governare, va da napo orso capo e dice che prima fa approvare la famosa legge di stabilità (ma che c'è scritto, poi?) e poi - con calma - si dimette; in nessun caso, però, rinuncerà alle elezioni anticipate, perché il governo tecnico non s'ha da fare e men che meno quello delle larghe intese.
siccome con questo tira e molla siamo arrivati a metà novembre e se si va alle elezioni si sfora il 2012 e oltre, alcuni simpatici personaggi tra i sunnominati che tengono per le palle l'economia mondiale decidono di fare qualche simpatica manovrina speculativa, tanto sottile da non preoccupare troppo e da impedire la sospensione del titolo per eccesso di ribasso, ma in un giorno fa perdere il 12% alle azioni mediaset.
il luminoso leader silvio bunga cambia improvvisamente idea, accoglie il consiglio del suo socio in affari ennio doris, che smette per un attimo di fare cerchi per terra e dice che, dopotutto, un governo tecnico non è un'idea così malvagia e sabato sera sale al quirinale per dire che sì va bene, vado via.
sabato sera, una folla di persone si raduna davanti al palazzo del quirinale per chiedere al luminoso leader di restare al grido unanime di "vattene buffone".
l'incarico di formare un governo tecnico che faccia qualcosa - non importa cosa, ma qualcosa - viene dato a mario monti, un personaggio triste che non racconta barzellette e prendeva cinque in ginnastica. tra un po' verrà anche fuori che è un uomo onesto, da certa gente ci si può aspettare di tutto.
i mercati tirano un sospiro di sollievo, e noi con loro.
ma il grande leader silvio bunga non molla, ah no no, e video messaggia che lui è più bello e più superbo che prìa, bravo, grazie, e che lui può staccare la spina al governo monti quando vuole e che cazzo e monti non lo ha eletto nessuno men che meno io e la lega va all'opposizione e a riaprire il parlamento della padania perché ghrl ahrl mmmnngh (oh scusate, io più di questo non ho capito).
i mercati tirano un sonoro peto all'indirizzo dell'italia, e noi là davanti a narici spalancate.
però è colpa di monti. eggià.
secondo voi, quale parte di "ti devi togliere dai coglioni" non avrà capito?
ogni tanto mi tornano in mente le parole di una canzone. è banale, lo so: è una forma di cultura inferiore, popolare, molte le banalità. ma a volte le canzoni riescono a riassumere in poche parole un pensiero complesso.
i am the one who guided you this far all you know and all you feel
nobody must know my name for nobody would understand and you kill what you fear and you fear what you don't understand
i called you for i must leave you're on your own until the end there was a choice, but now it's gone i told you wouldn't understand
leggo questo post di claudio messora, su cui mi trovo sostanzialmente d'accordo: con questa e con le analisi precedenti che ha fatto. quello che però mi ha colpito è una citazione dal rapporto the crisis of democracy che sembra scandalizzare l'autore del post:
Il funzionamento efficace di un sistema democratico necessita di un livello di apatia da parte di individui e gruppi. In passato [prima degli anni ’60; nda]
ogni società democratica ha avuto una popolazione di dimensioni
variabili che stava ai margini, che non partecipava alla politica. Ciò è
intrinsecamente anti-democratico, ma è stato anche uno dei fattori che ha permesso alla democrazia di funzionare bene.
bè, adesso dirò quella che alle orecche dei più suonerà come una bestialità: io non ne sono scandalizzato affatto. il fatto che molta gente non partecipi attivamente alla politica è, appunto, un dato di fatto che, tra l'altro, almeno in passato, veniva letto come sintomo di maturità della democrazia stessa:per esempio, il fatto che negli stati uniti quella che andava a iscriversi nelle liste elettorali (ricordo che per poter votare, negli usa, devi registrarti come elettore, non ti mandano la scheda a casa) era, tutto sommato, una minoranza della popolazione, era da sempre letto come un segnale di fiducia, e non di disaffezione, nei confronti della classe politica.
e parliamoci chiaro: tutti quanti abbiamo esperienza di qualche soviet in miniatura, una minuscola comunità in cui tutti avevano voce in capitolo sul da farsi - fosse anche un gruppo di amici che si riunisce per decidere il menu del cenone di capodanno da cucinare insieme: non è forse sempre venuto fuori un casino ingovernabile di proposte irrealizzabili? e al cenone non si è forse sempre mangiato solo grazie alla buona volontà dei soliti noti? e tutti gli altri che non avevano fatto una sega, non si sono poi forse divisi tra quelli che hanno ringraziato chi ha lavorato e quelli che hanno storto il naso e hanno mugugnato che loro avrebbero fatto meglio? ecco, immaginate adesso che cosa potrebbe essere allargare questa esperienza a milioni di persone e su questioni di soluzione molto più difficile rispetto a un vitel tonné.
idee a spina di pesce, ne hanno più o meno tutti; idee buone, le hanno in pochi, e gli altri si aggregano. qualcuno supporta e in qualche caso collabora fattivamente, altri seguono e basta, e non colpevolizzerei i secondi per questo. che le persone tendano istintivamente a fare branco è un altro dato di fatto: possiamo lavorarci su perché questo accada sempre di meno, ma nel frattempo dobbiamo fare i conti con quella che è una realtà di fatto. anche l'idea che il web sia uno strumento di diffusione che abbia creato una coscienza condivisa, secondo me è una pia illusione: siamo probabilmente su quella strada, ma rendiamoci conto che, allo stato attuale, gli utilizzatori etici del web sono ancora un'élite; la grande maggioranza, oltre a non aver accesso alla banda larga, cosa che già di per sé limita l'utilizzo di internet, utilizza il web per scopi molto meno nobili: fare acquisti a prezzi scontati, rimorchiare figa, guardare pornografia, parlare del proprio ombelico. anche qui, non colpevolizzo nessuno, ma questo c'è.
mi ripeto: la creazione di una coscienza collettiva basata sui valori della bellezza e della cultura è indifferibile; ma perché questa diventi condivisa dalla maggioranza, ci vorrà tempo. molto tempo, non illudiamoci del contrario: siamo immersi da più di trent'anni nell'edonismo reaganiano come modello culturale dominante, non ci se ne libera dall'oggi al domani. ma dobbiamo mettere in moto i meccanismi perché questo possa accadere. c'è quindi bisogno di idee - e soprattutto di intenti - molto chiare e precise che si possano tradurre in un programma politico di cui un soggetto partitico già esistente si faccia portatore (la vedo dura), ovvero si crei una forza trasversale, alternativa alle ideologie, che possa presentarsi alle elezioni alla fine del mandato di mario monti (perché, qualcuno pensa che accadrà qualcosa di diverso?). e non crediate che sia fantascienza: la lega nord, un po' di anni fa, era solo un'idea cogliona nella testa di quattro coglioni. poi hanno cominciato a crederci sul serio e, benché sia una realtà che esista in sostanza solo al di sopra del po e a livello nazionale conti solo per l'11% dei voti, è riuscita a tenere in scacco il restante 89% finché le sue richieste non sono state esaudite.
[...] in fondo tutte le cose, anche le peggiori, una volta fatte poi si trovano una logica, una giustificazione per il solo fatto di esistere: fanno 'ste case schifose con le finestre in alluminio, i muri di mattoni vivi... i balconcini... la gente ci va a abitare, ci mette le tendine, i gerani, la televisione... dopo un po' tutto fa parte del paesaggio. c'è. esiste. nessuno si ricorda più di com'era prima. non ci vuole niente a distruggere la bellezza. e allora, invece della lotta politica, la coscienza di classe, tutte le manifestazioni, 'ste fissarie, bisognerebbe ricordare alla gente che cos'è la bellezza, aiutarla a riconoscerla, a difenderla. è importante, la bellezza: da quella scende giù tutto il resto.
(luigi lo cascio come peppino impastato ne i cento passi, di marco tullio giordana)
continuando dal post precedente: il riallineamento dei valori umani verso l'altruismo, la collaborazione e l'otium, a mio parere è necessario e indifferibile. il fatto è che pensavo la stessa cosa trentacinque anni fa, ma la direzione che poi l'intero mondo occidentale ha preso è stata diametralmente opposta, a prescindere dallo schieramento politico di appartenenza di ognuno.
correva l'anno 1976, anno in cui usciva il film diretto a più mani (loy, scola, monicelli, comencini e altri) signore e signori buonanotte, satira impietosa di un'italia che, a ben vedere, non è cambiata: corruzione, cialtroneria e legge del più forte. in particolare, ricordo l'intervista di mastroianni (nel film conduttore di un allora fantomatico tg3) a un ministro che era indagato per corruzione. alla domanda se ritenesse opportuno dimettersi dall'incarico a seguito dell'inchiesta della magistratura, il ministro rispose di no, ma non per sgombrare il campo dagli equivoci evitando un'implicita ammissione di colpa, ma proprio per poter seguire la propria vicenda da una posizione di privilegio e poter quindi inquinare le prove ed eventualmente corrompere o intimidare i testimoni. d'altra parte, spiega, il suo elettorato lo ha scelto proprio perché corrotto. se volevano uno onesto, avrebbero scelto qualcun altro:
ma anche gli altri episodi non erano meno veri e amari insieme.
millenovecentosettantasei: la nostra storia contemporana era già lì, e qualcuno ce l'aveva detto.
ora, in quel periodo io avevo sedici anni ed ero troppo giovane per aver vissuto consapevolmente il '68 e la liberazione sessuale, ma sapevo di cosa si parlava. quel film lo vidi al cinema, e ne colsi lo spirito in pieno; e molti altri ne vidi, e spettacoli, e lessi giornali, tutti che stigmatizzavano il malcostume dilagante, l'ipocrisia, la corruzione, il paternalismo democristiano che ci invischiava come melassa. per me fu automatico pensare che l'unica cura possibile sarebbe stata una rifondazione dell'essere umano, un suo ricondizionamento fondato sulla cultura della solidarietà e del bello, prima ancora che una rivoluzione politica, che pure era auspicabile e allora sembrava ancora possibile, ma che secondo me non poteva non essere portatrice di questi valori umanistici: una rivoluzione erotica, nel senso dell'eros come opposto di thanatos, e l'eroe rivoluzionario per me era kalòs k'agathos, non mi sarei aspettato niente di meno.
il fatto è che invece aveva drammaticamente ragione il ministro: [..] l'elettorato vede in me un prevaricatore. se invece voleva scegliere un uomo probo, onesto e perbene, ma che, dava i voti a me? e si badi che questo era valido a destra (anzi, allora era il centro) che a sinistra: ricordo uno stralcio di conversazione col padre di un mio amico, mente illuminata, operaio, comunista della prima ora (ricordo en passant che all'epoca in italia c'era il più forte partito comunista dell'europa occidentale, guidato da enrico berlinguer: non solo comunista non era ancora un insulto, ma un elettore italiano su tre era comunista), che ammise candidamente: [...] perché io voto per te? perché spero che una volta eletto, mi farai un favore.
allora, de che stamo a parla'?
nondimeno, e per fortuna, c'erano in politica personaggi che mantenevano ancora un ben più alto profilo morale, da questo punto di vista. e però nessuno di loro colse l'opportunità di spingere il cambiamento verso l'umanesimo, nemmeno i miei (allora) compagni della sinistra extraparlamentare, che pure mi sembravano quelli più attenti a questo genere di problematiche: una per tutte, il dibattito sulla femministizzazione dell'uomo: l'emancipazione della donna passava necessariamente attraverso una consapevolezza non solo delle capacità umane della donna, ma anche del differente modo di intendere l'eros e la sessualità; dicevano le compagne: siamo noi che li mettiamo al mondo, siamo noi che li dobbiamo educare ad essere più rispettosi, più disposti a mediare le loro attitudini con le nostre. in realtà, non erano pochi i compagni che pensavano che questi fossero discorsi da femmine e che la politica si faceva nelle fabbriche e in piazza (al bisogno esprimendosi a mano armata), o come extrema ratio in parlamento.
il risultato lo abbiamo davanti agli occhi: tre decenni in cui abbiamo avuto: sovranità limitata per via della guerra fredda e dell'infiltrazione dei servizi segreti (locali ed esteri) in ogni campo; parallela gestione clientelare e paternalistica della cosa pubblica; strategia della tensione e terrorismo armato; industrializzazione e istituzionalizzazione del sistema di corruzione con i partiti che fungevano da centri di raccolta; edonismo reaganiano, diffusione dell'illusione del benessere materiale come unico indicatore del benessere tout court; diffusione del liberismo senza regole, con conseguente impoverimento della classe media e progressiva scomparsa della classe operaia nel mondo occidentale; capitalismo finanziario; indebitamento pubblico e privato fuori controllo; precarietà e condizioni di lavoro ottocentesche anche e soprattutto nel terziario avanzato; sovranità limitata a causa del potere delle banche internazionali.
vogliamo smetterla di darci martellate nelle palle da soli?
Da Cannes arriva la notizia bomba di un'importante novità: FMI e la Commissione europea ha inviato gli ispettori prima della fine del mese in Italia al fine di monitorare il lavoro del governo Berlusconi...
Per lungo tempo, ci sono stati quelli che hanno avvertito che in questa nazione ci sarebbero stati disordini per motivi finanziari. La rabbia e la frustrazione contro l'economia e il nostro sistema finanziario sono cresciute a livelli senza precedenti, e questo ha alimentato la crescita dei vari movimenti di protesta che abbiamo
visto negli ultimi due anni...
avevo caricato su youtube una scena bellissima da zabriskie point, di antonioni: la celebre scena d'amore nel deserto, con la chitarra di jerry garcia che sottolineava gli intensi momenti d'amore delle giovani coppie che si rotolavano felici nella polvere. una scena che, anche decontestualizzata com'era, potrei definire in qualsiasi maniera fuorché pornografica. lasciamo stare la poesia, ché ciascuno può vedercela o non vedercela, ma di sicuro non mi pareva nulla che potesse suscitare la prurigine di chicchessia.
bè, oggi trovo in mail il seguente messaggio:
The YouTube Community has flagged one or more of your videos as
inappropriate. Once a video is flagged, it is reviewed by the YouTube
Team against our Community Guidelines.
Upon review, we have determined that the following video(s) contain
content in violation of these guidelines, and have been disabled:
Love scene - (xxxasatherapy)
che, tradotto, suona:
La community di YouTube ha segnalato uno o più dei tuoi video come non
appropriati. Quando un video viene segnalato, viene esaminato dal team
di YouTube in base alle nostre Norme della community.
Dall'esame è emerso che i seguenti video presentano contenuti che
violano le presenti norme, pertanto sono stati disattivati:
Love scene - (xxxasatherapy)
ho risposto:
dear sirs,
about the flagging of one of my videos as inappropriate, i have to say that that scene is a part of one of the cinema's masterpieces of all times that is, for those who don't know, zabriskie point by master michelangelo antonioni, and whoever has flagged that as inappropriate is, to be kind, a wanker.
non è infrequente che io me ne rimanga in silenzio. preferisco il
silenzio a una frase improvvida, che non rifletta pienamente e
compiutamente il mio pensiero. faccio così nella vita di tutti i giorni e
anche quando sento di dover partorire pensieri più complessi...
il momento migliore per me è da 1'10" in poi, quando obama parla con la merkel e quel pagliaccio cerca di farsi notare e fa finta di essere parte della conversazione - che verosimilmente si svolge in inglese e quindi nemmeno capisce - con il suo sorriso stereotipato. scommetto che aspettava una pausa per raccontare una barzelletta che ha per protagonisti un negro e una crucca che finivano perculati da un italiano.
fa mille mossettine (come le sartine dalle vetrine) e non se lo incula nessuno. dannata festa delle medie...
eppure, non è che non avrei voglia di dir qualcosa, eh. anzi, in privata sede, con amici conoscenti e fidanzata, dico, dico, pure parecchio. ma finché stiamo allo scambio di vedute (sempre quelle) sulla situazione generale e particolare, tutto bene; quando si tratta di passare alla prassi, uhm. poche idee, ma confuse.
estrapoliamo pure la fidanzata, che è l'unica con cui si fan discorsi ben concreti sul futuro. parlo con gli altri e cerco di insinuare, come un serpente che ti striscia sotto la porta della camera da letto, un discorso sul progressivo abbandono del sistema bancario, di un ritorno a stili di vita più sobri e meno dipendenti dal circolo vizioso del debito intergalattico, ma gira che ti rigira e gira ancora un altro po', tutto quanto alla fine si riconduce alla stessa cosa: la gente vuole la roba, non ci si schioda da lì. e se non ci si schioda da lì, finisce solo che si implode.
lo dirò, lo sto dicendo, l'ho detto: this must be the place mi ha deluso. sono andato a vederlo fidandomi del nome del regista (avevo visto il divo), di sean penn e del trailer che avevo visto al cinema, ma evidentemente le mie aspettative erano sproporzionate rispetto a quel che poi è stato in realtà il film, vale a dire la classica americanata: si parte bene con la descrizione di personaggi cazzuti, si prosegue male col solito film on the road alla riscoperta di sé tramite il recupero delle proprie radici e si finisce in maniera pessima col lieto fine con tutti che sorridono pacificati pure al cospetto delle proprie sfighe.
io non so se è l'aria di hollywood che fa male ai registi italiani che vanno a fare film in america, o se è il delirio di onnipotenza che ti prende quando hai da spendere soldi veri per fare il tuo film, ma a questo punto vien da domandarsi se la grandezza di tanti registi altro non sia se non la frustrazione di non poter fare ogni volta un bel polpettone hollywoodiano con tanto di happy ending.
una cosa del tipo: prendete un poeta depresso e ribelle, che ha composto poesie incazzosamente sublimi sulla sua condizione di eterno incazzato, e dategli un mucchio di soldi e divertimento a portata di mano: diventerà una pippa mortale. io la chiamo sindrome da paradiso. dai, diciamocelo: della divina commedia, l'unica parte che veramente è gustoso leggere è l'inferno. tutti quei dannati, le penitenze eterne fantasiosissime, l'incazzatura di dante contro i corrotti del suo tempo... via via che si sale e si va verso la gloria di dio, ti scende il latte alle ginocchia, è la solita lagna di angeli e cherubini che suonano l'arpa. e che due palle! pare che l'unica condizione creativa sia l'insoddisfazione.
da salvare solo sean penn - ma tanto riesce a essere nella parte pure se non dice quasi nulla, vedi the tree of life, e al film ascrivo anche il merito di avermi inchiodato stabilmente in testa il motivetto della deliziosa canzone da cui il film prende il titolo e che viene riproposta qua e là in una dozzina circa di versioni differenti. c'è anche questa, con david byrne nella parte di se stesso e tutti i musicisti vestiti di bianco:
apri la porta di casa, chiudi la porta di casa, apri la porta del garage, apri la portiera, chiudi la portiera, metti in moto, esci dal garage, apri la portiera, chiudi la porta del garage, chiudi la portiera, accendi la radio. notiziario regionale. fine. ore 7,30, si cambia stazione, gr2.
indagini perquisizioni e arresti
una legge reale bis
servono nuove leggi
maroni è d'accordo
non ho imbarazzo a stare dalla stessa parte
non abbiamo mai sospeso le libertà individuali
sarebbe l'errore peggiore
nessuno pensi di poter vivere al di fuori della legalità (giusto, cazzo! ah non parlava di berlusconi? mh)
insomma, ognuno dice a gran voce la sua cazzata; strada facendo si son fatte le 7.39.
proseguono intanto nel mondo le proteste degli indignati. davanti a wall street [... ]
alle 7.39. davanti a wall street. in italia, all'improvviso siamo diventati tutti contenti e soddisfatti, immagino.
oggi era il giorno delle ragazze appariscenti. la prima, in palestra: vent'anni o giù di lì, molto ben fatta, truccata anche per affrontare le fatiche del tapis roulant, toppino viola con pancino scoperto e leggings blu cuciti addosso che mettevano in risalto un paio di natiche di tutto rispetto. alla coop, una ragazza con qualche anno di più ma molto, molto carina; anche lei parecchio truccata, snella, bel viso; camicetta bianca e un gilet di quelli la cui scollatura gira sotto il seno, jeans pure quelli cuciti addosso e scarpe con tacco vertiginoso, saranno stati 15 cm, plateau compreso. infine, una che ho notato nello specchietto, nell'auto che mi seguiva e poi ho ritrovato in un altro centro commerciale: sulla trentina (o di più molto ben portati), la più truccata di tutte, con capelli tirati indietro e larghi cerchi sottili d'argento alle orecchie, jeans e gilet grigio scuri, camicetta nera, sneakers nere lucide; pure lei molto bella, ma un'aria incazzata che veniva voglia di dirle: e fattela, una risata ogni tanto!
io me le son guardate tutte e tre, con calma quasi ostentata, e come da copione loro hanno evitato il mio sguardo: forse per tirarsela, forse perché immerse nei privati cazzi loro, non saprei (ma più probabile la prima). ma a tutte e tre avrei voluto dire: rilassati, ti guardo solo perché sei un bell'esemplare, dietro al mio sguardo non si cela concupiscenza né altro desiderio, non hai necessità di seguire il copione di quella-che-si-fa-desiderare-perché-devi-sapere-che-io-valgo-e-non-mi-svendo-al-primo-che-dice-di-volermi. ci vuole ormai ben altro che un bel faccino perché si accenda la scintilla del mio desiderio, e so anche che nemmeno quello, poi, è di per sé sinonimo di buon sesso. anzi, vorrei poterlo portare scritto addosso, così forse vedrei anche qualche sorriso, che abbellisce soltanto. ma non si può, e comunque non sarei credibile.
però è una gran bella sensazione, sapere di star guardando una bella ragazza solo perché è bella, senza dover per forza immaginare che cosa potrei dire o fare per avvicinarla, farla interessare a me e tutti e due mettere in scena l'intero copione della conquista amorosa: i tira e molla, i dammelo nummelo, i non-la-dò-al-primo-appuntamento, il dover far finta di credere che lei non sappia che tutto quel che mi interessa di lei è quel corpo che ostenta (e sa di ostentare).
vorrei poter portare un cartello: L'OPZIONE SERVO DELLA GLEBA MI E' SCADUTA. TRANQUILLA: NON TE LA CHIEDO. SORRIDI.
ho due colleghi. cioè, a dire il vero in stanza ne ho quattro, ma adesso mi interessano questi due, perché sono omogenei da una parte e disomogenei dall'altra. omogenei per età e formazione, infatti sono tutti e due sulla trentina e sono informatici, ma non potrebbero essere più diversi per stile di vita: uno è fidanzato, le foto che ho intravisto delle sue vacanze parlano di mare e allegria; lo sento spesso parlare al telefono con la fidanzata o con gli amici di cene, weekend fuori città, partite di calcetto da organizzare. mangia sempre come se fosse l'ultimo pasto del condannato e non ingrassa (invidia!), non manca un rinfresco o un'occasione per stare insieme.
l'altro è un uomo di famiglia: sposato, ha una bambina che videochiama via skype. oltre alle chiacchiere infantili con la bambina, non sono molte le informazioni su di lui che trapelano dai pochi colloqui che ha al telefono, perlopiù con la moglie e gli altri familiari. non ricordo di averlo mai visto a un rinfresco offerto dai colleghi, non ha nemmeno mai mangiato alla mensa aziendale né preso un caffè al bar.
che ne so, magari quando esce da qui si strappa di dosso il costume da clark kent e va a salvare il mondo in calzamaglia. oppure esce di notte inguainato in pelle borchiata e latex e frequenta i privé sadomaso della zona (?). però ne dubito fortemente.
la mia domanda è: cosa racconta di sé alla figlia? chi è papà, cosa fa? i bambini sono curiosi, fanno domande. tante. già mi sento in imbarazzo io quando mi domandano cosa faccio io al lavoro (non è che mi ammazzi, oggettivamente, ed è un lavoro da fantozzi, diciamocelo), però mi rifaccio con i racconti di quel che mi è successo fuori dall'ufficio negli ultimi 51 anni, e comunque qualcosa di divertente da raccontare succede anche qui, se ne vai un po' in cerca.
penso anche che all'altro, se continua a provare gusto nel fare la vita che fa, non verrà granché voglia di far sfornare marmocchi alla fidanzata per rinchiudersi tra quattro mura maleodoranti di pannolino usato: sono due che lavorano per vivere, non ci sarebbero risorse sufficienti per condividere con i
figli le esperienze migliori. in tempi di crisi è così: ti vien posta
l'alternativa tra vivere una vita ricca di esperienze o crescere i figli. e così, lui che invece di episodi da raccontare ne avrebbe, non avrà a chi raccontarli.
quindi, chi sceglie di vivere una vita intensa e ha quindi maggior modo di abbellire e arricchire la propria esistenza, perlopiù rinuncerà ad aver figli; viceversa, chi sceglierà di metter su famiglia si troverà a dover rinunciare a quasi tutto quello che differenzia l'homo sapiens sapiens dagli altri primati superiori.
...e fu così che dettero vita a un'intera generazione di gente senza fantasia.
adesso ho capito perché i messaggi di quelle che si propongono con
cadenza perlomeno settimanale come mie nuove amiche ed aspiranti spose
(perlopiù russe e centroafricane) sono così pateticamente comici, nella
loro google traduzione: sono sgrammaticati in partenza. oggi ricevo
questo da miss helen:
Ciao Caro
Bello incontrarvi qui, come stai oggi sperare bene? Vorrei
presentarvi il mio io a voi prima di poter andare oltre, mi manca helen
per nome e mi sarà come noi di essere amici Si prega di contattare me
back con la mia e-mail mi indirizzo e-mail qui (xxxxx.yyyyyyy@yahoo.com)
perché ho un motivo particolare per cui ho contattato che io possa
inviare le mie foto e ti dirà di più su me stessa e-mail mi torna con il
mio indirizzo e-mail Distinti Nuovo Amico
miss helen
come al solito, siamo al limite della comprensibilità ma, dopotutto, l'originale inglese, che compare sotto, è questo:
Hello Dear
Nice meeting you here, how are you today hope fine? I Want
to introduce my self to you before i could go further, I am miss helen
by name and i will like us to be friends Please contact me back with my
e-mail me e-mail address here (xxxxx.yyyyy@yahoo.com) Because i have a
special reason why i have contacted you that i can send you my photos
and tell you more about myself and email me back with my e-mail address
Yours New Friend
Miss Helen
va comunque detto che, anche se l'originale era i want to introduce my self to you, tradurre vorrei presentarvi il mio io a voi raggiunge vette impensabili.
è nota la sua ennesima boutade, quella per cui il rilancio del suo partito passerebbe necessariamente attraverso un cambiamento del nome, per cui, assolutamente in linea con il suo spirito, pensa che sarebbe un'ottima idea chiamarlo "forza gnocca" (e ammetterete che suona assai meglio che "go pussy" o "allez minette").
quel che voglio dire è che non c'è niente di strano e che non è per niente una boutade: chi non si ricorda un muro dove si contendesse a forza di insulti spray: "forza inter"/"inter merda" "fasci al rogo"/"rossi morirete" e alla fine qualcuno che metteva d'accordo tutti con un bel "w la fica"? e berlusconi è mai stato qualcosa di diverso da quello che voleva mettere tutti d'accordo con un bel "w la fica"? egli è assolutamente coerente con il suo modo di essere e di intendere la vita, e quello da sempre ha perseguito, e del giudizio altrui, se n'è sempre allegramente sbattuto. se considero il post della mia amica middlemarch, quel che mi viene in mente è che berlusconi è il lato oscuro di steve jobs: stessa metodologia (sii te stesso fino in fondo) per traguardi molto più meschini (fotti il prossimo e trombatene più che puoi). per quale motivo al mondo mai adesso qualcuno dei suoi sodali si
scandalizza di ciò? perché fanno finta di aver creduto che berlusconi
fosse effettivamente un soggetto politico credibile, che veramente
avrebbe messo le sue capacità (?) al servizio dello stato? in altre parole, cosa pretendevate da medioman?
il problema è casomai un altro: che con l'ascesa al potere di berlusconi viene sanzionata la legittimità dei comportamenti deteriori e cafoni, quelli di cui una volta ci si vergognava. la vulgata corrente è che l'italiano medio è berlusconi senza soldi; per quello lo votano in tanti: chi gli sta più vicino, perché spera di raccattare sotto al tavolo qualche briciola caduta dalla mensa dei
più potenti - qualcuna dispensando anche qualche pompino, non si sa mai - e quelli più distanti, a cui non arrivano nemmeno le briciole, perché grazie a lui non solo non si sentono in difetto quando ruttano a tavola e parcheggiano in seconda fila o ostruendo le rampe di accesso per i disabili, ma nemmeno avvertono alcuno stimolo a migliorarsi: se un truzzo del genere può fare il capo del governo, se uno che la cosa più intelligibile che esprime è quando alza il dito medio può fare il ministro, se uno che ha una faccia che un babbuino pare più sveglio può partorire una legge elettorale, chi cazzo me lo fa fare di leggere un libro invece di guardare la partita in tv? vi capisco: farsi una cultura, avere senso critico, avere opinioni (e non pregiudizi), è fatica.
quello che invece non capisco è chi si ostina a far finta di credere che possa andare meglio di così e che in parlamento si discuta di questioni reali, tipo la deputata pd codurelli che si ostina a voler far passare la gnocca in secondo piano e viene giustamente invitata a trovare qualcuno che apprezzi abbastanza la sua. una bella trombata e passa tutto, lo sanno anche i sassi. e badate che la mia non è un'iperbole: quel che ho scritto lo penso veramente. in altri posti del mondo, dove le persone sono autenticamente incazzate contro chi li sta riducendo in povertà, la gente scende in piazza e protesta a gran voce: gli indignados in spagna, più o meno tutti in grecia, quelli che negli usa protestano davanti a wall street. da noi no, a malapena si riesce ad organizzare una manifestazione da lì a un mese (ma sì, c'è tempo!) contro le sedicenti misure economiche, che sono solo banche a favore di altre banche, e comunque non sono nemmeno tutti d'accordo. insomma, ce lo meritiamo alberto sordi, e soprattutto ce lo meritiamo alberto sordi al governo: lo hanno votato e spadroneggia da 17 anni in qua, quindi si vede che c'è una maggioranza di persone a cui questo genere piace; come peraltro prima di lui era piaciuto craxi, e prima di craxi i democristiani, e prima dei democristiani, mussolini. sono ormai quasi cent'anni che l'italiano medio sceglie la scorciatoia (verso il disastro). per quale motivo qualcuno pensa ancora che abbia voglia di salvarsi, e soprattutto di lavorare per salvarsi?
per quello dico, ripeto, e tra un po' scongiuro: chi ha voglia di lavorare seriamente, la smetta di pensare che le cose succedano da sole e si organizzi: se si vuole rimanere nel sistema dei partiti, se ne fondi uno non ideologico, basato sull'analisi obiettiva di rischi e benefici delle operazioni, e avendo come unico criterio il maggior bene per il maggior numero di persone; altrimenti, si chieda una secessione, e chi vuole venga con noi, alle nostre condizioni. e se no, rinnovate il passaporto e cominciate a studiare una lingua estera. io ne conosco già due, ma ci metto poco a impararne un'altra, se necessario.
ma non capite che il gioco è proprio quello? quello di farci stare perennemente incazzati? non vedete che ogni giorno ce n'è una ed è sempre più assurda della precedente? oggi è il turno di angelino jolie, che non a caso è avvocato e quindi avvezzo a qualsiasi artificio retorico pur di salvare il culo al cliente: si indigna per la sorte di due privati cittadini, urla all'errore giudiziario e domanda: "chi pagherà per l'ingiusta detenzione?". bene gli ha risposto un giudice (mi sfugge ora chi) dicendo che intanto siamo solo al secondo dei tre gradi di giudizio, e poi il problema è casomai l'insostenibile lunghezza dei processi data dall'elefantiasi del sistema giudiziario, cosa di cui è principalmente responsabile il ministro della giustizia che non riesce o non vuole fare riforme efficaci.
per coloro ai quali la cosa fosse sfuggita, angelino jolie ricopriva proprio quella carica fino all'altro ieri. sta quindi evidentemente rimestando nel torbido; ma credete forse che non lo sappia? siamo tutti ancora così tanto ingenui da pensare che sia davvero convinto di quel che dice? egli sa esattamente come stanno le cose, sa perfettamente che da ministro della giustizia non ha fatto niente per abbreviare la durata dei processi ed ottenere che gli imputati abbiano una sentenza in tempi ragionevoli, e tutto perché a molti avvocati (soprattutto a certi) una durata indeterminata dei procedimenti fa gioco, di modo che alla fine si arrivi alla prescrizione dei reati ascritti.
ma intanto che voi vi incazzate perché un segretario di partito ed ex ministro spara cazzate sesquipedali, nonostante dalla grecia ci arrivi il fiato sul collo del fallimento dell'intera nazione, in parlamento si discute non di misure a sostegno delle famiglie e dell'economia, ma delle intercettazioni. ma chi cazzo se ne frega delle intercettazioni? è una legge che serve a uno solo, ed è quello che il parlamento, blindato da una maggioranza ottenuta con una legge elettorale da terzo mondo, sta facendo da anni: discutere di problemi che riguardano uno solo.
io non voglio nemmeno più parlar male di tizio e di caio, nemmeno quando se lo meritano. non voglio nemmeno temere di dover essere costretto a pubblicare una smentita di fatti obiettivamente autentici sotto la minaccia di una multa che mi costerebbe tre quarti dei miei introiti annuali: non voglio più stare incazzato, non voglio farmi prendere dal livore per tutte le ingiustizie perpetrate anche macroscopicamente - e ripeto, ce n'è almeno una al giorno. io voglio che ci organizziamo in modo da poter fare a meno di costoro. vogliono la secessione? ma si accomodino, fondino pure la padania, abitata solo da bianchi razzisti, faccendieri impuniti e zoccole di vario genere, e si gemellino con paperopoli, topolinia e gotham city. basta che non rompano più i coglioni ai cittadini onesti. anzi, sai che c'è? la secessione la voglio io. voglio fondare un antistato dove ci sia posto solo per le persone oneste, che per vivere hanno sempre lavorato e pensano che non ci sia niente di poco dignitoso in questo, che credono che la solidarietà sia un valore un tantinello più eticamente giusto che cercare di inculare il prossimo.
quanti siamo? contiamoci. e in base al nostro numero, decidiamo se abbiamo diritto a una città, a una provincia o a un'intera regione. io preferirei vista mare, non so voi.
abbiate pazienza, sto post sarà un po' lungo, ma la materia da trattare è tanta.
prendo a pretesto l'intervista, trasmessa due venerdì fa su rai2, a tale terry de nicolò, che di professione fa la escort (ma perché non si può dire troia? ops, mi sa che l'ho detto) e a tempo perso opinionista di grande valore, una roba che altro che il grande capo estiqaatsi. almeno, immagino che sia così, altrimenti per quale motivo intervistarla perché dia il suo illuminato parere sul presunto sistema di corruzione che invale oggi (ma non da oggi, come lei stessa suggerisce) in italia? vabbè, comunque le sue parole sono un faro per l'umanità tutta, leggiamole:
d: chi era gian paolo tarantini?
r: un uomo di... un imprenditore di grande successo. tutti lo vedevano come un mito, come uno che era riuscito ad ottenere il successo, ad arrivare all'apice. eh bè, non è da tutti. tutti ora quelli che lo... eh calpestano, lo condannano, è perché in realtà sono invidiosi. non hanno mai potuto vivere, secondo me non vivranno mai neanche un giorno di come l'ha vissuto tarantini.
d: perché, com'era un giorno da tarantini?
r: un giorno da leone! invece gli altri vivono cent'anni da pecora. è questa la differenza. è tutto mosso dall'invidia. è tutto mosso dall'invidia, anche verso berlusconi, perché sono personaggi amati... amati e odiati.
cominciamo subito con un classico di chi difende mr. b. e la sua cricca: siete invidiosi.
io non credo più nemmeno di dovermi difendere dall'accusa di invidia,
sostenere che a me, dei giorni da leone vissuti grazie a soldi guadagnati illecitamente e a una baldanza fisica ottenuta a forza di sostanze dopanti e viagra, non me ne può fregar di meno: per il semplice motivo che questi individui non lo capiranno mai. sono i
sistemi e la scala dei valori che sono completamente diversi e
incompatibili: immaginate di poter parlare con uno scarabeo stercorario:
egli non potrà concepire il fatto che voi facciate tutt'altro che far
rotolare palline di sterco. stesso rapporto, stessa proporzione. alla signorina poco importa se adesso l'imprenditore di successo (ma che ha fatto mai? ha finanziato la ricerca sul cancro? ha dato da lavorare - in modo onesto, possibilmente - a qualche migliaio di persone? non mi risulta) adesso sta in galera e gli pende sulla testa un'accusa per sfruttamento della prostituzione. anche i giudici sono invidiosi (e comunisti).
per quel che mi riguarda, la mia opinione su tarantini si fonda su queste notizie. e poi ne riparleremo.
d: torneresti alle feste a palazzo grazioli?
r: certo, se mi invitasse certo, perché no? ma anche se vai in strada e gli chiedi a una donna, chiedi ad una donna se vuole andare da silvio, ma ci va a piedi. correndo, anche, eh?. poi, se tu sei una bella donna e ti vuoi vendere, tu lo devi poter fare, perché anche la bellezza, anzi soprattutto, come dice sgarbi, la bellezza ha un valore: se tu sei racchia e fai ssh-chifo, te ne devi stare a casa perché la bellezza è un valore che non tutti hanno e viene pagato. ah come la bravura di un medico, di-è così, è così. allora chi questo non lo capisce "ah... il ruolo della donna viene minimizzato..." eh va bè allora stai a casa, ma non mi rompere i coglioni.
sul fatto che se una vuol fare la corpivendola lo possa fare, non ho obiezioni, e non solo se una è bella: si venda chi vuole, chi può, e chi riesce a farlo al migliore offerente. però, al posto loro, non me ne farei un gran vanto. intanto sottolineerei - e anche in grassetto - che tra la bravura di un medico a fare diagnosi o operare chirurgicamente e quella di una zoccola a compiacere un maschio, ce ne corre. poi, se proprio vogliamo, possiamo pure istituire il corso di laurea in prostituzione, con annesse scuole di specializzazione in fellatio e master per maîtresse, ma fino ad allora mi pare che chiunque sappia aprire le cosce e chiudere gli occhi possa accedere alla professione. e poi mi sa odioso questo razzismo verso chi non è bello, come se ci volesse un bollino di approvazione anche per fare le prostitute. e che cazzo, mi pare troppo. glisso poi sull'opinione della signorina riguardo all'emancipazione femminile. vedi alla voce: scarabeo stercorario.
d: secondo la procura, queste feste con queste donne servivano a convincere berlusconi a far entrare questi imprenditori nei grandi appalti, finmeccanica giù a scendere. quindi diciamo la donna era vista un po' come una tangente, se vogliamo.
r: ioo dico che questa definizione della donna tangente è sbagliata, perché comunque da che mondo è mondo ehm, voglio dire, tarantini non ha scoperto l'acqua calda, questo sistema esiste da tantissimi anni addirittura da... dalla prima repubblica.
aiutiamo la signorina, io credo che questa costumanza sia un po' più antica che la nostra prima repubblica. immagino che non sia la prima volta che qualcuno infili una donna spregiudicata nel letto del potente di turno al fine di assicurarsi i favori di questi. qualcuno le racconti per esempio la storia di virginia oldoini. e comunque, il fatto che un comportamento esista da secoli non è motivazione sufficiente per cambiargli il nome. sei stata usata come mezzo per ottenere favori = una tangente. plain and simple.
d: e se questa cosa danneggia l'imprenditore che non usa la donna tangente?
r: bè scusami, non usa la donna tangente... userà le mazzette, ma che vuol dire?
eccerto. anche questo, plain and simple.
d: secondo te non esiste un imprenditore onesto?
r: ah quando sei onesto, non fai un grande business. rimani nel piccolo. secondo me. no? purtroppo è così. se vuoi aumentare i numeri, eh... devi rischiare devi rischiare il tuo culo. è così, è la legge del mercato. più al-più in alto vuoi andare, e più devi passare sui cadaveri, ed è così, ed è giusto che sia così, però qui non viene capito, perché c'è un'idea cattolica, c'è un'idea morale. è quello che mi fa incazzare, l'idea moralista della sinistra, che tutti devono guadagnare 2000 euro al mese, che tutti devono avere diritto, no, no, no, qui è la legge di chi è più forte di chi è leone, se tu sei pecora rimani a casa con duemila euro al mese, se tu invece vuoi ventimila euro al mese, ti devi mettere sul campo e ti devi vendere tua madre. mi dispiace ma è così, la penso così.
"mi dispiace ma è così". le dispiace per cosa, signorina, per chi? a me sinceramente invece dispiace per lei, anzi, provo per lei una pena infinita, così scollata com'è da tutta quella realtà che non è homo homini lupus, da tutto quello che non è regolato dalle leggi di mercato e che - mi creda - è la stragrande, sconfinatamente grande maggioranza dei fenomeni al mondo. e tra parentesi, dov'è che si firma per avere 2.000 euro al mese? comunque non c'è da stupirsi di nulla, visto che apprendiamo qui che la madre della signorina era in vendita per ventimila al mese...
poi, avrei una domanda. ma la signorina è così sicura di poter far parte per sempre di questa congrega di cialtroni a cui si vende per... quanto? due, tre, cinquemila euro a prestazione? la bellezza sarà pure "un valore che non tutti hanno e che viene pagato", ma dura poco... occhio... anche perché, così, a naso, la tipa non mi sembra né un'aquila, né una persona così oculata da risparmiare in previsione di tempi peggiori.
d: il metodo dello scambio, feste, donne e poi conoscenze, appalti è stato usato qui anche a sinistra?
r: bè certo. a sinistra è peggio perché sono loffi e non pagano, a destra... almeno sono più alla grande. la sinistra ha rotto i coglioni con la storia che lui paga. lui non paga un cazzo, è la gente che si fionda ma... da tutte le parti.
e, come si diceva da ragazzi: "se te la tirano, non ti scansare!"
d: bè, lui dava un po' un rimborso spese...
r: (interrompe) vabbè dai ma e che sono dai, scusami, io mi compro un vestito così, che faccio, vado con una pezza da cento euro? cioè ma dove vado? ma minimo un abito di prada da mille, due ma aspetta che molte donne avevano abiti da due, cinquemila euro. cioè delle robe, gioielli, smeraldi, oh delle robe... cioè vai lì, davanti all'imperatore, che cazzo fai, vai col filettino di... di dodo di di...? cioè vai con delle cose importanti lui apprezza perché è un esteta. che fai? invece vai da frisullo e ti metti la collanina del cinese (ride).
ride. ma che cazzo ti ridi? che c'è di comico nel fatto che non solo per vivere non hai trovato di meglio da fare che vendere la fica un tanto al chilo, ma sei pure razzista in tal senso, discriminando le persone sulla base di quanto te la pagano. "lui apprezza perché è un esteta". eh sì, si vede.
fine prima parte. e beccatevi anche voi la gradevolissima prosa della fine dicitrice direttamente dalle sue labbra:
ieri ho visto mozzarella stories. carino, simpatico. niente di che, ma un'ora e mezza passata simpaticamente e senza rotture di coglioni, di questi tempi si apprezzano. e tra parentesi: ma che incommensurabile pezzo di gnocca è luisa ranieri?
qualcuno lo aveva detto: la testa di qualche portavoce del cazzo rotolerà e tutto finirà sotto silenzio. però io non ci sto. intanto, è inconcepibile che un incapace che riesce a partorire una stronzata sesquipedale come un tunnel di 700 e rotti chilometri tra la svizzera e il gran sasso resti ancora a fare il direttore generale del miur; e poi, una domanda semplice semplice per i nostri piccoli amici: chi è che ha scelto quell'incapace e lo ha messo a fare il direttore generale e anche il suo portavoce...? non è per caso (solo per caso, mi raccomando) che chi sceglie un incapace per farsi rappresentare è incapace egli (ella) stesso(a)?
"Bisogna svegliarsi dal letargo e difendersi dall'Islam, prima di essere colonizzati"
"gli omosessuali sono dei malati"
"Gli ebrei usano la shoa come una clava"
"(gli ebrei, sempre) non fanno e non hanno mai fatto molto per farsi benvolere ed
amare, (...) e poi
sono tremendamente attaccati ai soldi"
"Vendola pecca molto di più di Berlusconi"
(tutte di monsignor giacomo babini, vescovo emerito (emerito? rido?) di grosseto. fonte: repubblica.it)
quel che dico sempre è che ciascuno è libero di sparare cazzate, ci mancherebbe. quello che non mi va giù è il fatto che un simile rincoglionito ("è anziano e ha anche qualche problema di salute" ha dichiarato il vescovo non emerito di grosseto - stessa fonte di cui sopra) abbia a disposizione un megafono così potente da poter sparare le sue cazzate col cannone.
saltabeccando qua e là, ho trovato questo graziosissimo blog che contiene microstorie: descrizioni puntuali e garbate, fatte con intelligenza, arguzia e spirito di osservazione, piccoli avvenimenti quotidiani filtrati da una mente brillante che non si rassegna all'impero della mediocrità, ma nemmeno fa finta che non esista.
mi è piaciuto così tanto che mi son detto: perché non faccio una cosa del genere anche io? di elementi ne avrei, basta stare con gli occhi aperti e poi dar fiato alla bocca (movimento ai polpastrelli). e immediatamente ho pensato a quel che avrei potuto scrivere su un soggetto che ho sotto gli occhi quasi tutti i giorni; poi ho pensato che meglio che no: io non sono garbato né arguto, mi vien meglio tagliare i panni addosso alla gente e lo slogan "pietà l'è morta" avrei potuto inventarlo io.
[...] io penso che sia essenziale far entrare il concetto di Resistenza nella mente, nel cuore e nella pratica quotidiana. io faccio del mio meglio che non è ovviam. IL meglio, ma resisto, a costo di sentirmi "fuori" o "altro". cerco di non tacere sempre e comunque. parlo raramente in pubblico di un tot di cose ma quando lo faccio ci metto cuore e faccia e e trovo sempre almeno uno/una che dopo viene a stringermi la mano. ecco, è il seme che importa. io la vedo così.
...e ci sarà pure un motivo se ho deciso che questo è mio fratello.
(il titolo è simile, ma non uguale. e quindi vale)
il fatto è che la sensazione prevalente è di noia: noia per le quotidiane esternazioni di un vecchio puttaniere irriducibile ripiegato sul suo ombelico e incapace di pensare ad altro; noia per tutti i suoi scherani schierati sclerotizzati sulle sue posizioni (no, non sulle proprie: proprio sulle sue); noia però anche per tutti coloro che non son capaci di dire altro che il vecchio puttaniere etc. etc. si deve dimettere: quello lo posso dire anche io, anzi, è dal 1994 che lo ripeto, anzi, è dal 1994 che dico che non poteva nemmeno essere eletto (vedi qua all'art. 10).
noia per la reiterazione di finti modelli antropologico-culturali che non hanno niente a che vedere con la realtà delle cose e delle persone, vedasi putin che, dall'alto (e il termine non è scelto a caso) della sua esperienza, dichiara che chi è contro il suddetto vecchio puttaniere nano (ah già, mi ero dimenticato nano) lo è perché è invidioso. invidioso di uno che paga le donne? ma suvvia.
noia per chi pensa che putin abbia ragione, e da piccolo sognava di fare il calciatore e da grande sogna ancora di poter fare il calciatore, ma non tanto per i facili guadagni quanto per potersi scopare una velina, la cui massima aspirazione è potersi fare un calciatore, non tanto per la sua baldanza fisica quanto per i suoi lauti guadagni.
noia soprattutto per chi sta alla finestra a guardare tutto questo teatrino dei burattini e applaude con la bava alla bocca e, mentre non si accorge che alle sue spalle il sole tramonta in un incendio di colori, che ancora si scrivono libri e si girano film bellissimi, che si suona musica ammaliante/affascinante/esaltante, nel frattempo il tempo passa e quindi non diventerà mai né un calciatore famoso né una velina zoccola, ma dopotutto la vita è sogno, o i sogni aiutano a vivere meglio?
Com'è
possibile che queste quattro mediocri individue, queste squallide
sciampiste iperfashion che confondono il talento con la capacità di
discriminare una Manolo Blahnik da una Jimmy Choo, queste frigide
mentalmente desertificate, queste ultraconservatrici patologicamente
maniache del controllo e prive d'anima e di spirito, abbiano potuto
rappresentare un'icona femminile del decennio per l'unica ragione che
prendono cazzi a nastro? Che sarebbe un po' come dare il nobel per la
fisica a uno che entra nel Guinness dei Primati nella categoria 'l'uomo
colpito più spesso da un fulmine'.
queste parole hanno avuto su di me lo stesso effetto di "la corazzata kotiomkin è una cagata pazzesca" sui colleghi di fantozzi.
e adesso vado di là a fare i miei privatissimi 92 minuti di applausi.
prendiamola pure per buona: ha aiutato una famiglia in difficoltà.
ha aiutato la mia, la tua, quella di qualche disgraziato che ha perso il lavoro a causa di investimenti scellerati del suo datore di lavoro, oppure perché vittima della delocalizzazione? no, ha aiutato uno che ha sempre fatto la bella vita grazie ai suoi intrallazzi e alle sue conoscenze, e mò gli tocca lasciare la jaguar in garage.
per tutti gli altri, quelli di cui sopra, c'è l'aumento dell'iva, i licenziamenti più facili, il blocco degli stipendi e delle assunzioni, servizi pubblici più cari e/o carenti a causa dei tagli alla spesa pubblica e agli enti locali.
ma che cazzo vi serve ancora per alzare il culo dalla sedia - ma basterebbe tirar fuori la testa dalla sabbia, togliersi le fette di salame dagli occhi - e mandarlo via a calci in culo?
ho rivisto ieri sera la foresta dei pugnali volanti,un film di zhang yimou del 2004. volevo rivederlo principalmente per il godimento estetico che mi danno le scene di lotta coreografate come balletti, e anche certi paesaggi che mi ricordavo, ma mi sono imbattuto anche nella struggente e tragica storia di un amore impossibile.
molto alla grossa, nella cina del IX secolo si sparge la voce che la figlia del defunto capo di una setta di assassini, che si oppone al potere dell'imperatore, lavori sotto mentite spoglie come ballerina in una casa di piacere. un comandante delle guardie, leo, incarica quindi un suo sottoposto, jin, di rapirla con uno stratagemma, facendosi passare per un avventuriero, per farsi condurre al quartier generale della setta.
durante il lungo viaggio, pieno di insidie e tranelli, jin e xiao mei si innamorano; si scopre però, poi, che xiao mei non è affatto la figlia del defunto capo della setta; che leo è affiliato alla setta e da tre anni infiltrato nell'esercito; che xiao mei sapeva quindi benissimo che jin era un soldato e lo aveva attirato deliberatamente nella trappola; che leo e xiao mei erano stati amanti, e che da tre anni leo aspettava di poter rivedere xiao mei, avendo sacrificato il suo amore per lealtà alla setta.
xiao mei viene incaricata di uccidere jin, dopo che gli erano state estorte tutte le informazioni che poteva fornire, ma lei disobbedisce agli ordini, lo libera e giace con lui. lui le propone di fuggire insieme, uscendo così dall'impasse che li vede facenti parte di fazioni opposte, ma più che la lealtà alla causa, xiao mei avverte come un impedimento la lealtà che deve a leo e al suo sacrificio, anche se probabilmente non è più innamorata di lui. convince quindi jin a fuggire da solo, ma poi ha apparentemente un ripensamento, e scappa anche lei a cavallo.
nella sua corsa, però, viene ferita gravemente da un pugnale scagliato da leo, che si aspettava la mossa di xiao mei e l'attendeva al varco, folle di gelosia, pensando che scappasse per amore di jin. jin, incapace di abbandonare xiao mei e quindi tornato sui suoi passi, ingaggia un duello senza esclusione di colpi con leo, che termina con una specie di mexican standoff, in cui jin rimane disarmato; leo ha un ultimo pugnale, che minaccia di scagliare verso jin; xiao mei minaccia di strapparsi dal petto il pugnale di leo, cosa che la ucciderebbe, per scagliarlo contro leo. jin però cerca di dissuaderla, dicendo che la distanza tra lei e leo è maggiore di quella tra leo e sé, quindi il suo pugnale non arriverebbe mai in tempo per impedire che l'altro scagli il suo, e il suo sacrificio sarebbe vano. lungo momento in cui ciascuno pensa al da farsi, poi il gesto di leo che sembra scagliare il suo pugnale contro jin. xiao mei si strappa quindi il pugnale dal petto, provocandosi un'imponente emorragia, e lo scaglia. verso leo?
leo, in realtà, non ha affatto scagliato il suo pugnale: ne ha fatto soltanto il gesto, ed ora attende l'impatto con il pugnale di xiao mei, che però non arriva. dalla punta insanguinata del pugnale è partita una goccia di sangue, che va in direzione di jin, e che impatta la lama del coltello di xiao mei proprio davanti a jin, coltello che prosegue il suo volo fino a conficcarsi nel tronco di un albero.
xiao mei muore tra le braccia di jin, è libera. leo si allontana faticosamente. i due uomini sopravvivono, con il carico del loro rimorso.
è più forte di me, ste cose mi fanno troppo ridere.
Ciao cara, (e già cominciamo male)
Complimento della stagione (tipo: ma che bella estate calda che sei?) spero che ogni cose (problemi con le concordanze?) è ok
con voi (sì, tutto ok con me) come lo è il mio grande pleassure per contattare l'utente (l'utente però mi sa che è irraggiungibile) ad
avere comunicazione con voi dopo la navigazione in Internet (tipo: dopo una bella nuotata, mò mi rilasso?) e vedere il
vostro profilo a partire da oggi, (perché, hai intenzione di rompermi il naso?) si prega di i wish (questa dev'essere la colonna sonora) avrete il desiderio
con me in modo che possiamo arrivare a conoscersi meglio e vedere cosa è
successo in futuro. (e qui io però voglio sapere se è una cosa tipo palla di cristallo o hai superato il problema dei paradossi spazio-temporali. no, perché c'è un mucchio di gente interessata all'argomento, sai?)
Sarò molto felice se potete scrivermi
attraverso la mia e-mail per la comunicazione più semplice e per
conoscere tutti gli uni degli altri, (ma tutti tutti? google+, sparati) e anche dare le mie foto e dettagli
su di me, sarò in attesa di sentire da voi come vi auguro tutto il
meglio per il vostro giorno. Ma tenere a mente che l'Amore non ha
barriere colori, (quando mai!) non educativo barriera a terra di nuovo, (eh no, barriera a terra di nuovo non educativo, io concorda) nessun
socio-economico Barriera, religione, lingua, nazionalità o barriera di
distanza, l'unica cosa importante è l'amore. (ma un po' anche la barriera, dai) il tuo nuovo amico nome ... fede (e se pensavi di giocare il jolly con questo nome, hai cannato di brutto)
se dovessi scegliere una e una sola canzone da salvare tra tutte quelle mai composte, d'istinto sceglierei lover, you should've come over di jeff buckley. la razionalità, o un ragionamento più accurato, probabilmente sceglierebbero diversamente; ma questa è la scelta della mia pancia. ma anche un po' del cervello.
lover è esagerata. è ridondante. da un punto di vista compositivo, è impeccabile: musica e testo si sposano perfettamente, non c'è un verso a cui manchi o ecceda una sola sillaba; l'interpretazione è accorata, ma non patetica. soprattutto, jeff è credibile nel cantarla. ma andiamo ai dettagli.
tempo lento di 3/4, che già mi piace a prescindere. il 3/4 (per intenderci, lo stesso ritmo del valzer) ti culla e ti esalta insieme - pur essendo un tempo dispari è ballabile come pochi; tonalità di re maggiore, nell'arrangiamento predominanza di chitarre. organetto paraculo nell'introduzione, nella versione in studio, e passi; poi, si comincia sul serio.
Looking out the door I see the rain fall upon the funeral mourners Parading in a wake of sad relations as their shoes fill up with water And maybe i'm too young to keep good love from going wrong But tonight you're on my mind so you never know
e insomma, qualcosa è andato storto e tutta la malinconia della cosa ci arriva addosso da subito, ci avvolge come un telo umido.
tristezza tutto intorno. per soprammercato, fuori piove e c'è un funerale (e che cazzo). quel che è successo, sarà pure colpa mia che sono un giovane scavezzacollo, ma non posso lo stesso fare a meno di pensare a te.
Broken down and hungry for your love but no way to feed it Where are you tonight, child you know how much i need it Too young to hold on and too old to just break free and run
l'irrimediabilità, la sensazione che nulla di ciò che posso fare sia utile a ricomporre i cocci di una situzione. ma ti penso, cazzo, se ti penso. anche se è colpa mia, di come son fatto a cazzo di cane: son troppo giovane per avere l'esperienza che mi sarebbe necessaria, ma troppo vecchio per fregarmene semplicemente.
fin qua, la musica si tiene bassa, malinconica. ma un fa#7 introduce una svolta, melodica e anche di intento, soprattutto di umore:
Sometimes a man gets carried away, when he feels like he should be having his fun And much too blind to see the damage he's done Sometimes a man must awake to find that really, he has no-one
cazzo no, non è solo colpa mia, ci sono state circostanze che mi hanno portato ad agire come ho agito e poi cazzo, dai, era solo divertimento, non ho pensato che potevo farti davvero male, e adesso sono solo, me ne accorgo solo adesso.
So I'll wait for you... and I'll burn Will I ever see your sweet return Oh will I ever learn
Oh lover, you should've come over 'cause it's not too late
e siccome ci credo davvero, ci spero anche, che tu ritorni. torna, dai, amante mia, dovresti tornare. non è tardi, non è tardi.
in questo passaggio, è molto pregevole questa scala di accordi che usa buckley, inusuali gli accordi ma molto ben scelti. il mio insegnante diceva che ogni chitarrista è un po' un arrangiatore in piccolo, potendo scegliere diverse posizioni per la stessa nota, e quindi differenti effetti sonori, differenti voicings. e buckley padroneggia la cosa in maniera magistrale.
Lonely is the room, the bed is made, the open window lets the rain in Burning in the corner is the only one who dreams he had you with him My body turns and yearns for a sleep that won't ever come
torniamo alla malinconia, sia in musica che nelle parole, di nuovo la solitudine della cameretta, accentuata dalla pioggia che entra dalla finestra lasciata aperta; e il sonno che tarda ad arrivare, anzi, forse non arriverà affatto.
la melodia qui ha un'impennata: armonicamente, gli accordi sono gli stessi della parte malinconica, ma l'intensità cresce, insieme all'altezza della melodia. e siamo al momento topico della canzone, quello che giustifica tutto il resto:
It's never over, my kingdom for a kiss upon her shoulder It's never over, all my riches for her smiles when i slept so soft against her It's never over, all my blood for the sweetness of her laughter It's never over, she's the tear that hangs inside my song forever
non è mai davvero finita, non può essere finita, non finché il mio sentimento è così potente, così disperato, così disposto a tutto: il mio regno per un cavallo, implorava riccardo iii; tutto il mio sangue per la sua dolce risata, implora jeff. a questo punto, se avessi conosciuto personalmente la tizia, l'avrei perlomeno guardata con riprovazione.
Well maybe I'm just too young To keep good love from going wrong
Oh.... lover, you should've come over 'cause it's not too late
Well I feel too young to hold on And I'm much too old to break free and run Too deaf, dumb, and blind to see the damage I've done
Sweet lover, you should've come over
sì, sì, son troppo giovane, ovvero troppo vecchio, e tutto quel che vuoi, anche cieco, sordo e muto. è colpa mia, se così preferisci. ma torna. non è tardi, non è troppo tardi.
è ormai un turbine di emozione, la preghiera diventa implorazione, supplica. l'arrangiamento è al suo pieno, la sequenza di accordi implacabile, la chitarra ha la forza di un'intera sezione di archi, la voce viene lanciata verso registri disumani, pur rimanendo sotto un controllo ferreo, con il drammatico vibrato, tipico di jeff. eppure riesce a rimanere - seppur di poco - entro le righe, a non sconfinare nella caricatura di se stesso. è passione allo stato puro, non vi è traccia di raziocinio in nulla di ciò che dice, che fa, che canta. è per quello che gli credi: non ti sta facendo gli occhioni da gattino bagnato, egli è un gattino bagnato.
e tu che non lo raccogli e non te lo porti a casa, sei senza cuore. vergogna.
sì lo so, ultimamente sono sboccato. può darsi che mi passi, ma di sicuro, se mi cambiano la finanziaria ogni sei ore, e ogni volta è peggio della precedente, non mi passerà in fretta.
oggi, a grande richiesta, torna l'aumento dell'iva. iva, lo ricordiamo per chi si fosse collegato solo in questo momento, è l'acronimo di "i vaffanculo si sprecheranno" (cfr. la versione martoriata dal doppiaggio del bagaglino di monty python and the holy grail); e immagino infatti che la prima reazione di chiunque compri qualcosa per cui ti rilascino scontrino o fattura sia stato un ulteriore spreco di vaffanculo.
l'iva non è un'imposta proporzionale: colpisce ciascuno allo stesso modo, sia che guadagni mille, sia che guadagni diecimila. quindi, se una cosa che ieri costava cinquecento oggi costa cinquecentocinque, se io guadagno diecimila, alla fine, stigrancazzi; ma se io guadagno mille, la differenza per me si fa apprezzabile. e questa è solo una delle ingegnose trovate di questo governo per scaricare i costi della crisi su chi già la paga da tempo.
considerazione numero uno: spero che presto gli sportivi prendano il posto dei politici e dei sindacalisti: c'è voluto un cazzo ai calciatori a mettere tutti d'accordo, e raramente ho visto qualcuno più convincente di pianigiani nel fare appello alla dignità personale, allo spirito combattivo.
considerazione numero due: per quel che mi sarà possibile, non avranno la mia iva. la rivoluzione si fa anche con le piccole cose, ed ogni marcia è cominciata con un passo. quindi, pare impossibile, ma consumerò ancora di meno: in auto e in moto, ridurrò la velocità media con cui mi sposto, ottimizzerò i miei spostamenti in modo da fare meno chilometri, e in questo modo risparmierò anche più dell'1% di carburante; comprando da mangiare, starò meticolosamente attento a non acquistare niente che non consumerò davvero (e peraltro un po' di dieta non mi farebbe male); per quel che riguarda i consumi domestici, starò maniacalmente attento a non lasciare accese lampadine o elettrodomestici che non utilizzo, a dosare la fiamma dei fornelli in modo da non eccedere, a non consumare più acqua del necessario; lo stesso dicasi per il cellulare: uso ridotto al minimo indispensabile; consumi voluttuari (abbigliamento, spettacoli, divertimenti in genere) ulteriormente ridotti in favore di altre attività non dispendiose; e così via.
se lo faccio da solo, la cosa ha poco senso; ma se fossimo un milione, cinque, dieci? sciopero dei consumi, che ve ne pare? facciamogli vedere, dimostriamo loro in maniera pratica che la loro strategia è sbagliata, che non è così che racimoleranno nemmeno quei quattro soldi che si prefiggono.