mercoledì 2 marzo 2011
risposta e botta
mia mamma era sarta e lavorava in casa. ho ancora nelle orecchie il rumore della macchina per cucire e negli occhi i gesti delle sue mani, rapidi, precisi, sapienti: le forbici che tagliano, gli spilli e gli aghi che si infilano nella stoffa, per le misure e l'approssimazione i primi, per le imbastiture o per le rifiniture a mano i secondi. ho imparato da lei a usare le mani, ancora oggi la mia mente è felice quando può rilassarsi e lasciar fare il lavoro a loro due.
e dire che c'è ancora chi si stupisce del fatto che io abbia l'abitudine di conservare corrispondenza, documenti, ricordi. certo, non lo faccio a livelli maniacali come per esempio faceva mio padre, ma mi piace tenere memoria fisica delle cose, soprattutto di quelle che ho sentito, provato, sperimentato. perché ho visto che è facile, facilissimo dimenticarsi di se stessi, e soprattutto come si è arrivati fin qua (là). e se può esser bello e dolce sentirsi appena nati, non lo è altrettanto sentirsi dispersi e immotivati. quando non sai dove andare, guarda indietro da dove vieni. e là, di solito, c'è la tua essenza, il nucleo caldo sopra cui hai steso strati su strati su strati (d'animo) che alla fine riescono a non far nemmeno più intuire la forma originaria.
le mie mani, quelle che speravo mi avrebbero dato di che vivere, il mio organo sessuale primario.
(vedi anche qui)
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Bellissimo post, grazie! Tu mi fai sognare, mi culli nella dolcezza: capisco benissimo questa sensorialità! :-)
RispondiElimina(sebbene il mio organo sessuale primario rimanga il cervello...)
occhei, diciamo il mio organo sessuale esterno primario? :-D
RispondiEliminaper questo mi piace lavare il bagno; e anche i piatti, quella rara volta :-)
RispondiEliminaroutines che scelgo solo quando voglio io, gesti che seguono una loro logica, e che innestando il pilota automatico ti cullano come un mantra.
@simo: esattevolmente. lavorare il legno, spostare sacchi, inchiodare assi, qualsiasi lavoro anche di fatica. tornare bambini, farsi cullare dalla routine e affidarvisi (ci, vi, si).
RispondiEliminaStupendo post... veramente... grande!
RispondiEliminaGrazie mille per il commento, CIAO!!! :-D
Faccio la stessa cosa anche io.
RispondiElimina"quando non sai dove andare, guarda indietro da dove vieni" mi piace molto.
come mi trovo bene in questo post. anche per me le mani sono importantissime, mi piace usarle, giocare, creare con le mani, da sempre. bricolare, usare il trapano, ristrutturare mobili, aggiustare le cose che si rompono, lavorare l'argilla (o simili), ho anche imparato il punto a croce una volta :) forse è proprio nel dna, che uno abbia una particolare sensibilità nelle mani, nella pelle. come ho scritto nei ladri, se guardo qualcosa che non posso toccare cerco di immaginare come sia sentire sotto le dita quella cosa, se inseguo un ricordo, è la sensazione tattile che cerco di rievocare. bello.
RispondiEliminapensa la Cri mi ha coinvolta nei ladri dopo aver letto questo post
:) sì, mi trovo bene dentro questo post
ps. mia madre non faceva la sarta ma usava spesso la macchina da cucire per piccole cose, aveva quella a pedali...ecco una cosa che non sono mai riuscita ad imparare è la perfezione del sincronismo fra pedali e ago, meraviglioso :)
http://www.alessandrabacci.com/2010/05/lanima.html [...serendipità] ...la mia cuce e ricama tutt'oggi... e queste sono le parole che immagino mi direbbe... che direi ai miei figli. ...quel rumore della forbice sulla stoffa e della stoffa sfilata a mano con uno strappo netto.
RispondiEliminaAnch'io mi ci sono ritrovata in questo post, guai a chi non conserva i propri ricordi nella sua memoria perchè sono il lite motiv della vita e senza di essi si è solo sbandati.
RispondiEliminaBello!