lunedì 7 marzo 2011

non aveva mai visto cougar town

era l'inizio dell'estate, entrambi avevano un'età particolare, lui quaranta, lei trentacinque, in cui possono succedere molte cose nell'animo umano ma è meglio non succedano perché è tardi ed è inutile illudersi di tornare ragazzi.

goffredo parise era un signore d'altri tempi, in tutti i sensi: aveva uno stile antico nello scrivere, la sua prosa sa di buone maniere e di quel rispetto della forma che era un po' anche la sostanza di certa borghesia illuminata; e avendo scritto le righe sopra citate quasi quarant'anni fa, non poteva immaginare che l'età in cui possono succedere molte cose nell'animo umano si è oggi spostata in avanti di dieci anni almeno. anche per questo suona ancora più anacronistico il pensiero che segue: oggi, a cinquant'anni un uomo si sente tutt'altro che rassegnato al pensiero che la sua gioventù sia finita e proprio per questo rifiuta di credere che la vita non gli possa più riservare alcuna chance per il futuro.

non c'è un'età per essere felici, ed è ben misera la vita di colui che si rassegna all'idea che è troppo tardi per esserlo.

Nessun commento:

Posta un commento

Commenti chiusi.

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.